SOCIETÀ

Siccità in California: la peggiore da 1.200 anni

Il maltempo che si sta abbattendo sulla California, causando frane e allagamenti, porterà comunque dei risvolti positivi. La tanto attesa pioggia darà sollievo allo stato e, se le precipitazioni continueranno, potranno ripristinare almeno in parte le riserve d’acqua, tanto di superfice che del sottosuolo, già ampiamente sfruttate.

La siccità che la California sta attraversando è infatti con ogni probabilità la peggiore da ben 1.200 anni. Porta a questa conclusione uno studio pubblicato sul giornale dell’American Geophysical Union da Daniel Griffin, professore dell’università del Minnesota, e Kevin J. Anchukaitis, paleoclimatologo dell’Istituto oceanografico Woods Hole. Una siccità tanto estrema è dovuta principalmente alle precipitazioni anormalmente basse e alle alte temperature verificatesi nel triennio 2012-2014. Questa situazione perdurerà con forti probabilità anche nel 2015 ed episodi simili sono prevedibili anche in futuro, argomentano gli autori sulla base delle serie storiche esaminate.

I due ricercatori sono giunti a queste conclusioni comparando il livello di precipitazioni di questi anni con quello degli anni passati, noto dalle rilevazioni strumentali, e con quelli della paleoclimatologia. Per farlo si sono valsi di due strumenti principali: la banca dati del Nada, il North American drought atlas che risale indietro fino a due millenni fa, e uno studio localizzato condotto attraverso una delle specie vegetali più reattive all'umidità del terreno, la quercia di Douglas o quercia blu, ampiamente diffusa in California.

Griffin e Anchukaitis hanno studiato integrando quattro banche dati differenti gli anelli di accrescimento nei tronchi delle querce blu situate nel centro e nel sud della California. La crescita di questi alberi è, infatti, strettamente relazionata alla quantità di pioggia caduta. Comparando i dati sulle rilevazioni delle precipitazioni e quelli derivanti dagli anelli delle querce, hanno costruito un modello altamente sofisticato per osservare e ricostruire i livelli delle precipitazioni tornando indietro nel tempo di centinaia di anni.

L’Atlas per parte sua ha contribuito a fornire dati relativi all’umidità del suolo, influenzati da precipitazioni, temperatura ed evaporazione sul lunghissimo periodo e per l’area vasta del Nordamerica. I ricercatori hanno, così, stimato che negli ultimi 1.200 anni periodi di siccità triennali si sono manifestati circa 37 volte in California, ma la mancanza di precipitazioni tra il 2012 e il 2014 è senza precedenti. Le alte temperature verificatesi hanno, inoltre, inciso notevolmente, per circa il 36% degli effetti, rendendo questa siccità la peggiore. Un bilancio che rischia di aggravarsi ulteriormente, se le recenti piogge dovessero rivelarsi un fenomeno isolato: circa il 44% dei periodi triennali di siccità dura anche il quarto anno o più a lungo.

Secondo uno studio dell’università della California-Davis sull’impatto della siccità sulla produzione agricola, sul bestiame e sui prodotti caseari, questa situazione causerà notevoli danni economici allo stato e porterà a un sensibile aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Il 2014 è responsabile della più grande riduzione della disponibilità d’acqua per l’agricoltura mai vista. Se la siccità continuasse nel 2015 e nel 2016 porterebbe a un ulteriore sfruttamento delle falde acquifere, abbassando ancora di più le riserve d’acqua e facendo innalzare i costi di pompaggio. La siccità determinerebbe per l'anno entrante una riduzione circa otto miliardi di metri cubi nella disponibilità di acqua di superficie destinata all’agricoltura, che si prevede di rimpiazzare parzialmente con l’estrazione di circa sei miliardi di metri cubi di acqua proveniente dal sottosuolo.

L’ammanco causerebbe comunque una perdita di 810 milioni di dollari nelle colture, di 203 milioni di dollari nei prodotti caseari e nell’allevamento di bestiame cui andrebbero aggiunti i 454 milioni di dollari necessari per i costi addizionali il pompaggio delle acque di falda. I costi diretti sarebbero, dunque, di 1,5 miliardi di dollari, mentre la spesa complessiva ammonterebbe a 2,2 miliardi di dollari, considerando la perdita di 17.100 posti di lavoro stagionali o a tempo parziale.

La siccità della California ha dimostrato come questo stato sia vulnerabile e dipenda dalle riserve del sottosuolo. Infatti, è proprio l’utilizzo dell’acqua delle falde che permetterà alla California di affrontare questo periodo critico per l’agricoltura contenendo in buona parte i danni. Attualmente, però, la California è l’unico stato dell’ovest a non avere un regolamento sull’utilizzo delle acque sotterranee.

Eleonora De Franceschi

 

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