Il 9 febbraio, per “From the Archive”, la rassegna web che ogni settimana pubblica i concerti che hanno fatto la storia del Centro d’Arte di Padova, alle ore 18 su www.centrodarte.it e sul canale www.mixcloud.com/centrodarte, il pubblico di appassionati ha l’occasione di riascoltare un il concerto del duo Greg Osby & Jason Moran, tenutosi il 7 marzo 2003 nella Sala dei Giganti al Liviano.
All’epoca la collaborazione artistica tra Osby (sax alto) e Moran (pianoforte), due solisti considerati tra i compositori-improvvisatori più autorevoli della scena di New York, era cresciuta in cinque anni di incisioni discografiche e concerti a nome del sassofonista. Dopo il suo trasferimento a New York City, Greg Osby è stato subito notato e sostenuto da maestri come J. De Johnette, A. Hill, H. Hancock, M.R. Abrams, ed ha condiviso le idee e lo slancio vitale del primo M-BASE, a fianco di Steve Coleman, Geri Allen, Gary Thomas. Il suo stile sassofonistico post-Charlie Parker, angoloso, affilato, privo di enfasi sentimentale, ben rappresenta le tensioni urbane della comunità nera di stanza a Brooklyn. Osby ha presto optato per una musica aperta, lontana dall’hard bop di maniera. Ha collaborato con rapper e musicisti hip-hop, lasciando scettici però critico e pubblico su questo terreno. È tornato allora al jazz nella sua accezione più contemporanea, lavorando con diversi organici, supportato da un importante contratto firmato con la Blue Note. Un’ispirazione “classica” si trasforma in evoluzioni complesse su ritmiche funk o si scioglie in un be bop entusiasmante, fino all’indiscussa maturità dimostrata nel lavoro accanto a Jim Hall o negli arrangiamenti di materiale per gruppo jazz e sezioni di archi.
Jason Moran è uno strepitoso pianista: cultura enciclopedica, atteggiamento disinibito davanti a qualsiasi materiale di base, conoscenza approfondita dell’intera storia del jazz ma interesse intelligente anche verso la musica europea, nonchè verso la pop music, Jason Moran ha da subito mostrato stoffa da leader. Il suo trio ha suonato con successo nei maggiori festival internazionali e inciso ottimi cd per la Blue Note, ospitando addirittura un “mostro sacro” come Sam Rivers. Moran diventa quindi un autore-chiave grazie ad uno stile eclettico e spericolato che ribalta ogni regola consolidata.
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