SCIENZA E RICERCA
Missione ExoMars: "Schiaparelli è caduto sulla superficie"
La superficie di Marte. Foto: ESA/DLR/FU Berlin
Aggiornamento ore 14.14: purtroppo, secondo Paolo Ferri, direttore delle operazioni di volo delle missioni dell'Agenzia spaziale europea, i sistemi di frenata del lander Schiaparelli non avrebbero funzionato come da programma. Si suppone, di conseguenza, "che ci siano alte probabilità che Schiaparelli sia caduto sulla superficie di Marte".
La missione ExoMars è un successo, anche se rimane ancora molto lavoro da fare, soprattutto per capire le sorti del lander Schiaparelli, ammartato la sera del 19 ottobre 2016, ma senza inviare al centro di controllo una conferma del suo corretto funzionamento sulla superficie di Marte.
È l’Esa stessa nella conferenza stampa di stamattina (20 ottobre) a comunicare che – a prescindere dalle sorti di Schiaparelli – la missione è un successo. “Il trace gas orbiter (il satellite madre in orbita, Ndr) – spiega Johann-Dietrich Woerner, direttore generale dell’Agenzia spaziale europea – è entrato correttamente in orbita ed è in grado di inviare i dati raccolti con la sua strumentazione e proseguirà con i compiti assegnati anche in vista della missione ExoMars del 2020”. La prima parte della missione quindi è un completo successo. Mentre per la seconda parte, quella che per l’Esa è sempre stata considerata come un test, tutto è andato come previsto fino agli ultimi istanti di discesa del lander Schiaparelli: “Abbiamo ricevuto, durante la discesa – continua a spiegare il direttore dell’Esa – tutti i dati che la sonda ci avrebbe dovuto fornire”. Poi il silenzio: secondo l’Agenzia spaziale tutte le fasi di discesa si sono succedute in modo corretto fino agli ultimi secondi prima del touch down. In pratica lo scudo termico del lander avrebbe compiuto il suo compito secondo le previsioni, così come sarebbe andata a buon fine la fase di apertura del paracadute e quella successiva di iniziale discesa verso la superficie. La parte ancora da indagare riguarda la fase finale con il paracadute: “Abbiamo tutti i dati per analizzare e capire cosa sia accaduto, ma ci serve più tempo per poter avere una risposta”, conclude Jan Woerner. L’Esa è convinta di poter capire cosa sia successo e di spiegare cosa non ha – nel caso – funzionato a bordo di Schiaparelli.
D’altra parte la missione ExoMars rimane la punta di diamante del programma spaziale dell’Esa e porta con sé una serie di strumentazioni scientifiche realizzate in larga parte in Italia, con il contributo fondamentale del Cisas (Centro di ateneo di studi e attività spaziali “Giuseppe Colombo”) dell’università di Padova che ha realizzato i moduli Amelia e Dreams, oltre che la lente per scattare le fotografie durante la fase di discesa di Schiaparelli. “Da quello che sappiamo – spiega Stefano Debei, direttore del Cisas – posso affermare con certezza che riusciremo a potare a termine la missione di Amelia, analizzando le informazioni raccolte durante la discesa sia a livello scientifico che a livello ingegneristico”. Il Cisas lavorerà poi sulle fotografie scattate con le ottiche realizzate negli stessi laboratori dell’università di Padova. Si dovrà, invece, sperare nella corretta comunicazione di Schiaparelli per poter ottenere informazioni anche da Dreams, il modulo su cui il Cisas ha impiegato più risorse: “L’esito di Dreams è appeso al funzionamento di Schiaparelli – conferma Debei – ora attendiamo di capire dai dati raccolti se il lander è ammartato in posizione non corretta o se è successo qualcosa di più grave dopo la fase di accensione dei propulsori di frenata, pochi istanti prima del suo arrivo sulla superficie”. A prescindere dalle sorti di Schiaparelli, una piccola consolazione per il Cisas: “Tutti gli strumenti a bordo, compreso Dreams – conclude Debei – funzionavano in modo corretto secondo le verifiche effettuate durante la fase di volo verso Marte”.
Mattia Sopelsa
La riproduzione dell'esperimento Dreams, montato sul lander Schiaparelli. Foto: Massimo Pistore