SCIENZA E RICERCA

Anche gli animali si distanziano

In molti stanno manifestando insofferenza verso il distanziamento sociale che ci viene imposto da più di un anno a questa parte. Una review su Science, firmata da Sebastian Stockmaier e altri dimostra però che lo praticavano già molte altre specie prima di noi, senza alcun bisogno di DPCM. Il cambiamento dei comportamenti sociali nei confronti dei conspecifici malati è caratteristico di numerose specie, anche se isolamento e allontanamento non sono le uniche reazioni che possiamo aspettarci dagli animali.

Dagli studi emerge come ci sia ancora molto da studiare per quanto riguarda l'ambito evolutivo: da una parte, infatti, il distanziamento sociale permette agli individui sani di non ammalarsi, ma dall'altra li pone in una situazione di inferiorità rispetto ai predatori o determina la difficoltà di scaldarsi e di reperire cibo. La sopravvivenza e l'evoluzione, in altre parole, sono costantemente in equilibrio tra i benefici e i costi del distanziamento e dell'isolamento.

Si potrebbe pensare che per alcuni animali sia un  procedimento più costoso rispetto ad altri: gli insetti eusociali (come api e formiche) traggono la loro forza anche dal vivere in gruppo, ma quando un membro della specie si espone a un patogeno, fin da subito invia dei segnali ai conspecifici per avvisarli del pericolo. Talvolta l'iniziativa non viene accolta con particolare gratitudine: capita che le api, per esempio, arrivino a trascinare fuori dall'alveare le compagne malate, abbandonandole al loro destino.

Quest'ingratitudine, comunque, non è ecumenica: in alcune specie, infatti, il distanziamento non viene messo in atto se si ammalano consanguinei, mentre alcuni insetti eusociali assumono addirittura il ruolo di caregiver curando gli individui malati (per esempio rimuovendo i parassiti) e mettendosi a rischio a loro volta. Il distanziamento sociale porta con sé vantaggi e svantaggi in ottica evolutiva, e per approfondire la questione abbiamo intervistato Marco Ferrari, giornalista scientifico e autore del libro L'evoluzione è ovunque e Donato Grasso, professore di Etoecologia e sociobiologia all'Università di Parma e autore de Il formicaio intelligente.

Servizio di Anna Cortelazzo e montaggio di Elisa Speronello

Il comportamento sociale prevede che ci siano interazioni privilegiate all'interno del mondo animale che portano all'aumento della possibilità di infettarsi: vivere nello stesso luogo e avere dei legami sociali può portare a conseguenze di questo tipo, e per evitarle si mettono in campo armi come il distanziamento sociale (gli esempi, come abbiamo visto, sono molteplici), una strategia comportamentale che limita la diffusione di malattie e parassiti. Modifica il network delle relazioni sociali in vari modi: c'è l'auto isolamento, l'isolamento passivo, il disinteresse sociale e a volte addirittura l'aggressività e l'eliminazione fisica del malato.

Ma come fanno gli animali a capire se un conspecifico è ammalato e soprattutto se la malattia è contagiosa? Ci sono varie opzioni, che vanno dall'osservazione del colorito della pelle e degli occhi alla ricezione di segnali di tipo chimico olfattivo, visivo o anche acustico (per esempio un particolare canto negli uccelli).

Quando viene praticato il distanziamento sociale, nelle specie interessate si attua, come spiega Marco Ferrari, un continuo bilanciamento di interessi, che cambia a seconda delle condizioni ecologiche e evolutive. Se per esempio i virus diventano più infettivi, il distanziamento sociale non basta più per prevenire il contagio. C'è una sorta di "corsa agli armamenti" durante la quale né il virus né l'ospite riescono a prevalere sull'altro: le dinamiche cambiano a seconda di un grande numero di variabili e anche se si può prendere spunto da ciò che è accaduto in passato non si può prevederne l'esito.

Con il Coronavirus sembra che siamo proprio in questa fase, ma almeno sappiamo che non siamo soli, e che condividiamo il nostro destino con altre specie animali che hanno messo in atto il distanziamento sociale e che all'occorrenza continuano a farlo.

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