SCIENZA E RICERCA

I castori in Italia sono tornati per restare?

Mancava da quattro secoli, ma ora abbiamo le prove: il castoro è ricomparso in Alto Adige, per la precisione in Val Pusteria. La conferma dell'avvistamento la si deve a Reinhard Pipperger che per mezzo di una fototrappola ha colto in castagna il roditore. Già nel 2018 c'erano stati degli avvistamenti al confine con la Slovenia,  e non è escluso che i visitatori possano piantare di nuovo le tende nei pressi dei corsi d'acqua del nostro paese. Il castoro è un animale che ha rischiato l'estinzione in passato, e quindi questa sembrerebbe essere una buona notizia. Ci sono però due punti di domanda: per prima cosa, quello del castoro in Italia è davvero un ritorno? In fin dei conti stiamo parlando di due esemplari, e anche se l'animale può vivere anche fino a vent'anni, la femmina solitamente partorisce una volta l'anno da due a quattro cuccioli, quindi è un po' presto per parlare di ripopolamento. In ogni caso, anche dal confine con la Svizzera potrebbero arrivare nuovi visitatori, che a quanto pare si stanno spingendo fuori dai loro percorsi abituali.

Ammesso e non concesso, quindi, che il castoro torni a risiedere stabilmente nel nostro territorio, quali conseguenze potrebbe avere la sua presenza per la flora e la fauna locali? Lo abbiamo chiesto all'etologo Enrico Alleva, socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e presidente della Federazione Italiana di Scienze della Natura e dell'Ambiente.

Intervista a Enrico Alleva, etologo. Servizio di Anna Cortelazzo e montaggio di Elisa Speronello

L'avvistamento dei castori dimostra che questi animali vivono un periodo florido e che possono permettersi quindi di inviare degli esploratori fuori dai territori che già abitano. Le variabili che favoriscono lo spostamento sono molte: età e sesso (di solito sono i giovani maschi che prendono l'iniziativa) e anche l'indole esplorativa del singolo animale.
Con l'avvento delle fototrappole, che costano poche centinaia di euro, questi spostamenti possono essere documentati e provati, per la gioia di etologi e zoologi (Pipperger era invece un agente venatorio che si era insospettito vedendo rami e tronchi rosicchiati, cosa che lo aveva spinto ad attivare la fototrappola): un tempo non era così semplice, e bisognava affidarsi a catture o testimonianze indirette. Un meccanismo del genere, invece, è a disposizione di tutti gli appassionati, che possono piazzare le fototrappole in giardino o nei boschi intorno alla loro proprietà per avere la conferma definitiva, e a quel punto possono comunicarla a studiosi e autorità del settore.

Da naturalista e conservazionista spero che la presenza dei castori non sia solo un fuoco di paglia Enrico Alleva

Per quanto riguarda la possibilità di vederli prendere possesso del territorio altoatesino, è presto per dirlo: gli esemplari avvistati sono ancora in una fase dispersiva, cioè in esplorazione. Non è detto, però, che sia necessario molto tempo prima di vederli tornare davvero da queste parti. E in questo caso ci potrebbero essere dei rischi per l'ambiente e per la biodiversità?
"Certamente - dichiara Alleva - il castoro è un esempio tra i più classici di una specie che crea il proprio ambiente: con le dighe, le tane e con i canali che costruisce per alimentare le dighe, trasforma il territorio e modifica il paesaggio. Da un punto di vista personale, rispetto a tutti gli scempi che la specie umana ha fatto sul paesaggio, il castoro secondo me non farà troppi danni. In ogni caso in Italia il management dell'ambiente è un settore molto sviluppato e terrà sotto controllo questo tipo di problema se mai si presenterà".

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