CULTURA

Giornata mondiale della poesia: il nostro 21 marzo per tornare a respirare

La poesia ha scelto di sbocciare il 21 marzo e Alda Merini, nata proprio il primo giorno di primavera, così scriveva: "Sono nata il ventuno a primavera / ma non sapevo che nascere folle, / aprire le zolle / potesse scatenar tempesta. / Così Proserpina lieve / vede piovere sulle erbe, / sui grossi frumenti gentili / e piange sempre la sera. / Forse è la sua preghiera" (Vuoto d'amore, Einaudi). Ai tempi del coronavirus, l'inverno -dentro di noi- non sembra voler finire, ed ecco allora che la Giornata mondiale della poesia assume un importante valore simbolico: in questi giorni di isolamento si stanno moltiplicando in rete i contribuiti poetici offerti come carezze, mani che stringono altre mani, esortazioni alla pazienza e al coraggio, sostegno per non sentirsi soli.

"Adesso siamo a casa. / È portentoso quello che succede. / E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano. / Forse ci sono doni. / Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo". Tra tutte le poesie lette e rilette in queste ore sospese, quella di Mariangela Gualtieri - pubblicata sui social dell'autrice, sulla rivista Doppiozero e ora anche nella versione audio proposta da Fahrenheit Rai Radio3, -, è certamente la più significativa perché parla a tutti noi, in un preciso istante. Si intitola Nove marzo duemilaventi ed è una riflessione sul nostro tempo presente, sull'uomo e sulla terra che "è viva per davvero [...] pensante d’un pensiero che noi non conosciamo", sulle distanze e l'isolamento domestico, sull'attesa e il senso di responsabilità, e si chiude così, annunciando una rivoluzione possibile del nostro pensiero e del nostro modo di vivere e agire, una maggiore consapevolezza e una rinnovata empatia: "A quella stretta / di un palmo col palmo di qualcuno / a quel semplice atto che ci è interdetto ora / noi torneremo con una comprensione dilatata. / Saremo qui, più attenti credo. Più delicata / la nostra mano starà dentro il fare della vita. / Adesso lo sappiamo quanto è triste / stare lontani un metro".

"Sono tempi duri per l'amore, sempre più duri", scriveva il poeta Izet Sarajlić. E le sue parole risuonano oggi, aveva ragione, per questo abbiamo bisogno di poesia. La casa editrice Animamundi ha scelto di offrire in diffusione gratuita il suo libro Sulla Paura, parole in soccorso ai tempi del coronavirus, 139 pagine e 26 autori. Tra questi, Rainer Maria Rilke -"Noi ci tocchiamo. / Con che cosa? / Con dei battiti d’ali. / Con le stesse lontananze / ci tocchiamo"  - e Franco Arminio: "C'è qualcosa di intimamente glorioso nelle cose, e noi siamo qui per accorgerci di questo splendore senza padroni e senza missioni. Noi tutti siamo portatori di uno splendore provvisorio. La paura ci deve portare a una luce più grande, a una maggiore attenzione per il dolore degli altri".

Tra questi brevi appunti di resistenza poetica, altri testi vengono in nostro aiuto, ci fanno compagnia. Altri versi chiedono di essere (ri)scoperti, come quelli di Emily Dickinson: "L'acqua si impara con la sete. / La terra - con gli oceani solcati. / Il trasporto - con la pena - / la pace - coi racconti di battaglie - / l'amore, col marchio del ricordo - / gli uccelli con la neve" (La mia lettera al mondo, a cura di Andrea Sirotti, Interno Poesia).

Oggi l'unica certezza che abbiamo è legata a un tempo completamente nuovo, lento e silenzioso, che fatichiamo a riempire, e così proprio ora, restando dentro questa insolita condizione, possiamo rileggere una poesia di Giorgio Caproni dedicata al mese di Marzo: "Dopo la pioggia la terra / è un frutto appena sbucciato. / Il fiato del fieno bagnato / è più acre - ma ride il sole / bianco sui prati di marzo / a una fanciulla che apre la finestra" (da Come un'allegoria (1932-1935), in Caproni - Tutte le poesie, Garzanti).

Infine, Agota Kristof, autrice della Trilogia della città di K, qui proposta nell'insolita veste di poetessa (Chiodi, Casagrande), sembra predire il futuro, fotografando noi, nell'attimo prima del distacco e del nostro "arrivederci": "Non riesco ad abbassare le braccia / da quando ti ho abbracciato / lo so sei ancora qui si è chiusa / la porta alle tue spalle eppure / tengo il tuo corpo tra le braccia. / Lo so sei ancora qui immobile / Sto in piedi le ali nere del tempo / hanno già attraversato anni / dal suo oscuro passaggio furtivo / è scappato un minuto / Con un abbraccio senza tempo / da quando ti ho abbracciato / non riesco ad abbassare le braccia / sono immobile statua centenaria / chiuso tra le mie braccia di pietra / so che sei ancora qui".

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