Capita spesso di ricevere domande e sollecitazioni rispetto alla demografia umana. Quando si parla di evoluzione del rapporto uomo-ambiente e del suo impatto, uno degli elementi è anche la crescita della popolazione umana. Io non sono un demografo, ma questa volta non posso esimermi dal parlare di demografia perché, poche settimane fa, è uscito il World Population Prospects 2022 delle Nazioni Unite, con le ultime risultanze sull’andamento della demografia umana.
Parliamo, oggi, dei primi quattro punti. La settimana prossima approfondiremo ancora altri aspetti del rapporto.
- La popolazione continuerà ad aumentare, anche se con un ritmo inferiore rispetto al passato. Attorno al 2030 arriveremo a essere 8,5 miliardi, al 2050 9,7. Raggiungeremo poi un picco di 10,4 miliardi di persone attorno agli anni Ottanta di questo secolo. Nel 2022 raggiungeremo gli 8 miliardi e sempre quest’anno l’India supererà la Cina come popolazione.
- Parliamo dell’inerzia delle politiche per ridurre la fertilità: quanto facciamo ora per ridurla avrà poco effetto immediato, perché abbiamo una popolazione con una struttura piuttosto giovane che risentirà degli effetti più avanti nel tempo, entro alcune decadi probabilmente.
- La crescita rapida della popolazione è sia causa, sia conseguenza del lento progresso dello sviluppo umano.
- Il quarto punto riguarda l’aspettativa di vita. Che continua ad aumentare, ma con molte diseguaglianze. Ci sono dati che mi hanno sorpreso particolarmente: nel 2019 l’aspettativa di vita globale era di 72,8 anni e si prevede un’età media – nel 2050 – di 77,2 anni. Ci sono progressi, ma ci sono ingiustizie, perché nei Paesi più poveri la media può essere inferiore di 7 anni.
Insomma, siamo tanti – anche per l’impatto ambientale e da qui al 2050 l’andamento demografico ci parla di luci e ombre.