IN ATENEO

L'università di Padova utilizza la blockchain per rendere le lauree più smart

Partiamo dall’obiettivo finale: la portabilità del titolo di studio, che significa meno burocrazia, più velocità e trasparenza. Come raggiungere tutto ciò? Anche in questo caso ci viene in aiuto la tecnologia. Questa tecnologia si chiama blockchain e ne avrete sicuramente sentito parlare associata al termine bitcoin. Questa volta però non parliamo di monete virtuali, bensì cerchiamo di capire come un titolo di studio come la laurea, che è una materia antichissima, possa sfruttare con grandi potenzialità le nuove tecnologie.

Che cos’è la tecnologia blockchain?

Di fatto il blockchain non è altro un registro diffuso. Per farla ancora più semplice, questa è una rete peer-to-peer, cioè un “luogo” in cui i nodi non hanno una gerarchia fissa, cioè non ci sono solo server e clienti, bensì sono presenti dei nodi detti “paritari” (peer).

Per essere più concreti, è un po’ come se fosse un libro mastro con i documenti al suo interno e che questo stesso libro mastro sia a disposizione di tutte le persone che partecipano alla stessa rete. Il vantaggio quindi è chiaro, maggior trasparenza (quello stesso documento ce l’hanno in più persone) e maggior sicurezza (se quel documento viene cancellato/hackerato, comunque tutti gli altri della rete continuerebbero ad averne una copia).

Che cosa sono i blockcerts?

Quindi cosa significa che il certificato di laurea è inserito in questi blockcerts che utilizzano la tecnologia blockchain? Come riportato sul sito di Bestrs, cioè la piattaforma da cui si potranno ritirare questi certificati, “Blockcerts è uno standard aperto proposto dal MIT Media Lab per esprimere digitalmente un certificato e memorizzarlo su una blockchain in modo che sia sempre verificabile senza necessità di interpellare l’organizzazione o la piattaforma che lo ha emesso”.

Il progetto è nato nell'estate del 2017, con un programma pilota in cui 111 laureati del MIT hanno avuto la possibilità di ricevere il loro diploma, oltre che nel consueto formato cartaceo, nei loro smartphone, attraverso un'applicazione.

Il Blockcerts è quindi un certificato digitale che viene emesso da un’organizzazione che lo firma digitalmente. Nel caso concreto, l’Italia ha aderito ad un gruppo di 9 Atenei distribuiti in USA, Canada, Messico, Germania e Olanda e guidati dal MIT – Massachusetts Institute of Technology. L’università di Padova e l'università Milano Bicocca sono le due istituzioni che hanno deciso di fare da apripista in Italia nel rilascio dei blockcerts a laureati e laureate. La sperimentazione patavina è partita in due corsi di studi magistrali: Informatica e Management dei servizi educativi e Formazione continua.

I certificati saranno a prova di falsificazione, saranno autentici e, come abbiamo capito, anche condivisibili senza dover sempre ricorrere al certificato cartaceo.

L’obiettivo principale quindi, come abbiamo visto all’inizio, è quello di rendere anche il ritiro della laurea più smart. Velocità, sicurezza, trasparenza ed abbattimento delle intermediazioni, sono le naturali conseguenze di avere un blockcerts. Insomma, lo studente non dovrà più perdere ore in coda alle segreterie, non dovrà più pagare i bolli per ritirare il certificato cartaceo e, in caso qualcuno richiedesse di verificare l’autenticità del suo titolo di studio, che sia qualche recruiter o qualche altra università straniera, potrà inviare un link attraverso il quale verificare la validità.

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