CULTURA

Premio Strega, vince il "figlio del secolo"

Alla fine lo Strega lo ha vinto Antonio Scurati, con M. Il figlio del secolo (Bompiani). Fino alla serata in cui è stata nominata la cinquina, nessuno avrebbe creduto che questi sarebbero stati tempi in cui un romanzo sulla vita di Mussolini avrebbe potuto candidarsi a vincere il premio letterario più prestigioso e popolare d'Italia. E qualcuno aveva anche malignato. Invece. 

All’uscita in libreria di Fedeltà di Marco Missiroli “nell'ambiente” non c'erano dubbi. Il romanzo sull'incapacità di costruire relazioni (targato Einaudi) avrebbe vinto lo Strega anche perché, si dice, quando in via Biancamano decidono di puntare su un titolo, la vittoria è certa.


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Solo che, quest'anno, c'erano ben due finalisti Einaudi, Nadia Terranova (Addio fantasmi), per la collana romana Stile libero, e Missiroli per la torinese Supercoralli. E poi, dello stesso gruppo, Benedetta Cibrario con Il rumore del mondo (Mondadori): i voti si sono chiaramente dispersi.


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Ma, a ben vedere, a dispetto della teoria del complotto che vorrebbe nell’esito del premio una misura della forza dei diversi gruppi editoriali, c’è il fatto che, molto spesso, il favorito alla fine non vince. Viene in mente il caso Ciabatti-Cognetti che due anni fa aveva infiammato le “cronache” letterarie: lei, sulla carta vincitrice con un romanzo apertamente autobiografico, cinico e straziante che aveva sullo sfondo l’Italia della P2, battuta da lui alla ribalta con un libro che smuove idealismi privati e l’amore (da lì in poi abusato) per la montagna.

È da aggiungere che da un paio d’anni le regole per entrare nella rosa del premio sono cambiate: una volta era necessario che a proporre un titolo fossero due amici della domenica (i quattrocento intellettuali che idealmente siedono nel salotto dei Bellonci), ora invece basta la candidatura di uno solo. Tutto questo dovrebbe favorire l’accesso degli editori indipendenti, e lo fa: quest’anno Paola Cereda (Quella metà di noi, Giulio Perrone Editore) per un soffio non è entrata in cinquina.

A credere nel romanzo di Scurati è stato in primis Francesco Piccolo, notissimo scrittore e premiato sceneggiatore, che vinse lo Strega nel 2014 con Il desiderio di essere come tutti mentre era in corsa anche Scurati con il bellissimo Il padre infedele.

Ora certamente molti, moltissimi metteranno in valigia M, sacrificando forse il beauty case vista la mole del romanzo di ben 848 pagine, e resteranno delusi quando si accorgeranno che la storia si ferma al 1924. Ma non si preoccupino: Scurati è all’opera per “M2” cui seguirà anche un “M3”. I più pigri, o lenti nella lettura invece si consolino: è in lavorazione la serie TV.

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