SCIENZA E RICERCA

Gli shock climatici del 43 a.C. e i loro potenziali effetti sulle civiltà antiche

La fine della Repubblica romana e del Regno tolemaico e l'inizio dell'Impero romano sono stati tra gli eventi principali che hanno caratterizzato la storia della civiltà occidentale del I secolo a.C. e secondo un recente studio pubblicato su PNAS, sembrano essere accaduti durante un periodo in cui le condizioni climatiche erano insolitamente difficili da affrontare, probabilmente a causa di alcune eruzioni vulcaniche. Il primo autore dello studio in questione è Joseph R. McConnell, della divisione di scienze idrologiche del Desert Research Institute di Reno.

L'uccisione di Giulio Cesare nel 44 a.C. ha posto fine alla Repubblica romana e ha dato inizio a una serie di lotte di potere che si sono concluse con l'ascesa al potere di Ottaviano Augusto e con l'inizio dell'età imperiale. Poco tempo dopo ci fu anche il crollo del Regno tolemaico nel 30 a.C., la cui caduta viene solitamente collegata alle conseguenze della sconfitta navale contro Roma nella battaglia di Azio nel 31. a.C.
Le fonti storiche raccolte e analizzate dagli autori dello studio ipotizzano che tali avvenimenti siano accaduti durante un periodo in cui le regioni mediterranee erano state investite da un clima insolitamente freddo, umido e piovoso, che compromise la resa dei raccolti e costrinse la popolazione ad affrontare carestie e malattie.

I modelli di studio del clima presi in considerazione dagli autori suggeriscono infatti che per due anni, tra il 43 e il 41 a.C., le temperature siano scese di 7 °C al di sotto del normale in alcune regioni mediterranee. McConnell e il suo team hanno deciso di indagare l'ipotesi, suggerita da studi precedenti, che la causa di quegli insoliti eventi atmosferici e climatici sia stata una forte eruzione vulcanica.

Hanno perciò analizzato le tracce di materiali vulcanici conservate in sei carote di ghiaccio della Groenlandia risalenti agli ultimi 2500 anni, la cui quantità risulta particolarmente alta nel ghiaccio che si è formato nel 43 a.C e sembra essere tornata a un livello normale solo nella primavera del 41. Il loro studio suggerisce che queste ricadute vulcaniche siano state originate dall'eruzione del vulcano Okmok in Alaska, verificatasi all'inizio del 43 a.C.
Inoltre, le tracce di inquinamento da piombo ritrovate nelle carote di ghiaccio, che forniscono anche un indicatore dell'attività di estrazione e lavorazione del piombo e dell'argento nel corso degli anni, sembrano diminuite durante quel periodo, suggerendo che l'economia romana stesse attraversando un periodo di decrescita.

Dopo aver raccolto questi dati, gli studiosi hanno svolto una serie di simulazioni climatiche che hanno permesso loro di ipotizzare anche che le precipitazioni estive siano state dal 50 al 120% superiori al normale in tutta l'Europa meridionale, mentre quelle autunnali, in regioni specifiche, lo siano state fino al 400%. I resoconti storici, d'altronde, contengono spesso riferimenti a insoliti fenomeni atmosferici avvenuti in quegli anni e le loro descrizioni sono coerenti con le conseguenze di un'eruzione vulcanica.
Più precisamente, secondo gli esperti, le eruzioni sono state due: una è stata quella dell'Etna nel 44 a.C., che ha avuto un impatto circoscritto all'area attorno, e l'altra, molto più massiccia, del vulcano Okmok in Alaska all'inizio del 43. a.C.

Nonostante sia sempre difficile stabilire collegamenti causali diretti tra eventi storici molto remoti e la storia del cambiamento climatico, gli autori ritengono che non sia da escludere che le difficili condizioni meteorologiche e le loro conseguenze sulla resa dei campi coltivati abbiano provocato carestie e malattie, minando così la stabilità politica e sociale.

Come scrivono nello studio, infatti, “sebbene tali difficoltà derivino probabilmente in parte dal conflitto e dalle turbolenze politiche, le nostre prove ora aggiungono alla descrizione della situazione un contesto ambientale. Le simulazioni suggeriscono che l'eruzione dell'Okmok all'inizio del 43 a.C. abbia provocato un raffreddamento stagionale da 0,7 a 7,4 °C in specifiche regioni dell'Europa meridionale e dell'Africa settentrionale, con un raffreddamento particolarmente pronunciato durante l'estate e l'autunno”.

Alla luce di queste evidenze scientifiche, McConnell e coautori hanno analizzato con attenzione le fonti storiche che descrivono temperature particolarmente basse e condizioni umide nella regione mediterranea durante la stagione primaverile dal 43 a.C. al 41 a.C., le quali avrebbero compromesso i raccolti e aggravato le turbolenze politiche e sociali.

In particolare, le fonti parlano di due tipi di fenomeni atmosferici e climatici verificatisi attorno al marzo e aprile del 44. a.C. Autori come Virgilio, Servio e Plutarco descrivono infatti episodi di oscuramento solare e parhelia (un fenomeno per cui la rifrazione della luce solare attraverso cristalli di ghiaccio nell'atmosfera fa sembrare che nel cielo ci sia più di un sole) che interpretavano come presagi divini.
Questi fenomeni sono coerenti con le conseguenze di un'eruzione vulcanica, ma siccome risalgono a un periodo precedente a quello dell'eruzione dell'Okmok nel 43. a.C. sono probabilmente conseguenti a quella dell'Etna del 44 a.C.

Le testimonianze del tempo fanno poi riferimento a un clima particolarmente freddo dall'inizio del 43 a.C. alla fine del 42 a.C. Plutarco e Cicerone descrivono insolite nevicate, tempeste e umidità, oltre a difficili situazioni di carestia e mancanza di cibo che rendevano la vita nelle province romane piuttosto dura. Un altro gruppo di fonti proveniente dall'Egitto parla inoltre di due carestie avvenute durante il regno di Cleopatra e di inondazioni del Nilo particolarmente gravi.
L'abbassamento delle temperature potrebbe essere l'effetto di un alterazione dell'equilibrio radiativo terrestre (ovvero l'equilibrio tra l'energia che la Terra riceve dal Sole e quella che irradia a sua volta nello spazio esterno), causata dall'eruzione dell'Okmok.

I disastri naturali sono storicamente noti per creare uno "stato di eccezione" in cui diventa impossibile svolgere le solite attività e le norme politiche e culturali vengono sospese, fornendo così spazio a rapidi cambiamenti sociali e politici Extreme climate after massive eruption of Alaska’s Okmok volcano in 43 BCE and effects on the late Roman Republic and Ptolemaic Kingdom, McConnell et al., PNAS (2020)

Naturalmente, è necessaria una certa cautela per stabilire l'influenza che tali condizioni meteorologiche possano aver avuto nei profondi mutamenti politici e sociali avvenuti in quegli anni, e gli autori ne sono ben consapevoli. Con il loro studio non pretendono infatti di sovvertire le attuali conoscenze storiche, né di dare prove certe: intendono però portare alla luce nuovi dati che possono rivelarsi utili per studi futuri, suggerendo l'ipotesi che lo shock climatico causato dalle eruzioni vulcaniche possa aver contribuito ad aggravare i disordini sociali e facilitato così uno dei cambiamenti politici più importanti della storia della civiltà occidentale.

“Ad esempio”, scrivono gli autori, “il blocco navale dell'Italia da parte di Sesto Pompeo dalla fine del 43 al 36 a.C., che ha interrotto le forniture di grano provenienti dalle principali regioni cerealicole in Sicilia, Africa e non solo (Appia, Bellum Civile 5.15, 18; Dio Cassio, 48.7.4) ha indubbiamente contribuito a peggiorare le carenze alimentari a Roma e in tutta l'Italia romana. Le scorte alimentari locali, tuttavia, probabilmente erano già seriamente limitate dalle condizioni meteorologiche estreme, e Sesto Pompeo può aver colto queste circostanze come opportunità per aumentare la leva politica del suo blocco navale, interrompendo la fornitura di quelle risorse particolarmente necessarie”.

Allo stesso modo, per quanto riguarda il Regno Tolemaico, i ricercatori suggeriscono che “l'interesse di Roma per l'Egitto, che era il suo famoso "granaio", sia stato ulteriormente amplificato dalle vicende degli anni '40 a.C. e che la capacità stessa dell'Egitto di difendersi da Roma sia stata compromessa dalla carestia, dalle malattie, dall'abbandono della terra e dal reddito statale ridotto che hanno seguito l'eruzione dell'Okmok”.

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