SOCIETÀ

L’aspirapolvere open source per digitalizzare libri

Negli ultimi anni Google ha diretto la sua attenzione alla digitalizzazione dei libri posseduti dalle biblioteche, un patrimonio distribuito nel mondo che ammonta a oltre 130 milioni di opere. Sebbene il ritmo di questa attività sia stato rallentato dalle questioni connesse al copyright, a oggi la digitalizzazione dei testi scientifici condotta in collaborazione con le biblioteche ha superato quota 20 milioni. Sono del resto note le controversie giudiziarie con le società di gestione collettiva dei diritti degli editori ed autori e con le grosse società di servizi di rete, concorrenti dell’azienda di Mountain View, sfociate alla fine nella sentenza definitiva dello scorso 14 novembre, a favore della digitalizzazione considerata FairUse negli Stati Uniti.

Anche se la catena di controversie ha comunque limitato la portata del progetto originario e ne ha profondamente modificato la fisionomia, il team della multinazionale Usa, nel corso del 2013, ha pensato di mettere a punto una nuova tipologia di scanner automatico per abbattere i costi del processo di digitalizzazione. La grande novità di questo scanner per libri è che funziona in piena autonomia. Così la scansione fronte-retro di un libro di un migliaio di pagine richiede solo 90 minuti dopo una fase iniziale di preparazione di soli 40 secondi. Ma come funziona questo strumento? Il libro scorre lungo il dispositivo, una sorta di tubo di metallo vuoto all’interno, mentre i sensori catturano le immagini delle pagine. A girare le pagine automaticamente, senza danneggiarle minimamente, ci pensa invece il vuoto di pressione che si crea all’interno del congegno. Insomma, ci si trova di fronte a un “aspirapolvere”, tanto speciale da isolare l’uno dall’altro i fogli di un volume.

L’idea, concretizzata dall’ingegnere Dany Qumsiyeh, è interessante per due ragioni. La prima è che chiunque voglia cimentarsi nella costruzione di questo scanner, può farlo autonomamente seguendo le istruzioni del suo ideatore, prevedendo un budget di soli 1.500 dollari per la sua realizzazione. Book Scanner è infatti un progetto completamente open source ed è sufficiente seguire il video disponibile su YouTube per cogliere la semplicità del suo funzionamento. E sottolineare la sua diversità rispetto alle soluzioni che l’hanno preceduto sul mercato: dagli scanner “open” che, pur veloci, richiedevano molto lavoro manuale e causavano la distruzione del libro, a quelli più evoluti e dalle alte prestazioni – fino a 1.600 pagine all’ora – che rimangono costosi e soggetti a brevetto industriale.

A rendere interessante il progetto è anche un’altra ragione. Il team che l’ha realizzato, ha lavorato all’idea durante il 20% di tempo che Google (e le altre aziende che hanno nell’innovazione la loro parola d’ordine) riserva ai dipendenti per lo sviluppo di proprie idee progettuali. Una sfida interessante, per chi la sa cogliere, magari premiata dall’aumento della produttività dei dipendenti, come testimoniano i numeri del colosso americano.

Per ora il sistema è allo stato del prototipo, ma la filosofia dell’hardware libero prevede che gli utilizzatori interessati possano apportare modifiche e miglioramenti sia dal punto di vista tecnico e funzionale, che sul piano del design (il codice sorgente è libero e il documento di progettazione è disponibile in rete). Con questo tipo di “brevetto libero” qualunque operatore del mercato o istituzione scientifica è libera di sperimentare e costruire scanner sul modello di Qumsiyeh, e anche di venderlo come prodotto derivato senza problemi di diritti.

Licenze simili sono note nel mondo dell’Open License Hardware. È da già qualche anno che il Cern aveva sentito la necessità di uno strumento giuridico, una licenza aperta per la progettazione e commercializzazione di hardware che andasse oltre alle chiusure brevettuali. Aveva quindi rilasciato la prima versione del suo Open License Hardware, un documento normativo la cui nuova versione è stata rilasciata nel settembre 2013. La licenza permette l'uso, la copia, la modifica e la distribuzione della documentazione di progettazione, produzione e distribuzione di prodotti hardware, in modo da poter sperimentare ulteriormente in condivisione e scambiare conoscenze relative alle tecnologie hardware.

Antonella De Robbio

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