CULTURA

Tremate, tremate, le streghe son tornate. Debutta al Lido il "remake" di Suspiria

In una giornata degna di un film dell'orrore visti i continui acquazzoni, il Lido di Venezia ha accolto uno dei film più attesi della Mostra, e allo stesso tempo il primo film italiano in gara. Suspiria ha portato alla kermesse un vento di novità, essendo il primo film horror italiano a concorrere per il Leone d'oro. Diretto da Luca Guadagnino, quel regista che disse che lui, in Italia, non esiste, mentre all'estero viene portato in palmo di mano. Come se non fosse bastato il bellissimo Chiamami con il tuo nome a renderlo visibile in patria, ha ben pensato di portare a Venezia la sua versione rivista e corretta di un'opera di un grande maestro del cinema: Dario Argento. Il motivo? Guadagnino ha visto quel film quando era solo un ragazzino e ne era rimasto terrorizzato.

L’aveva detto chiaro e tondo che il suo film non sarebbe stato un vero e proprio remake, ma piuttosto un omaggio a un grande regista. E così è stato: Suspiria di Luca Guadagnino ha fatto il suo debutto durante la quarta giornata di mostra, accanto a Dakota Johnson, Tilda Swinton, Chloe Moretz, Mia Goth e a Jessica Harper. Quest'ultima è stata la protagonista del film di Argento e, accettando di partecipare alla versione di Guadagnino l'ha, implicitamente, approvata. Con loro a Venezia anche Thom Yorke, il cantante dei Radiohead e autore di tutte le musiche del film.

Del primo Suspiria, quello del 1977 diretto da Dario Argento, rimane l’ambientazione, i nomi dei protagonisti, i colori. Guadagnino ha saputo partire da questo e rielaborare la storia a modo suo, "elegantemente". Queste le parole di Sara Zanardo, una studentessa di Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo dell'ateneo di Padova, che abbiamo intervistato subito dopo la proiezione in anteprima al Lido.

Il film ha come protagonista una giovane e ambiziosa ballerina americana appena giunta in un'accademia di danza a Berlino. All'interno della scuola, però, si nasconde un segreto oscuro, una presenza misteriosa che fa sparire le ragazze del corpo di ballo. Le dirigenti della scuola sono streghe e i balletti delle ballerine sono, a loro insaputa, dei veri e propri rituali. In tutto questo la giovane ballerina americana pare essere una "predestinata" a grandi cose.

La scelta di aver ambientato la trama in una Berlino degli anni Settanta dai toni piuttosto noir e dai mille problemi politici, e aver ricostruito alla perfezione il periodo storico e culturale, aiuta la storia a sembrare più vera e quindi anche più cruenta. Berlino, come ha rivelato lo stesso regista, non è stata casuale perché, con il suo muro, è stata una città divisa: il muro in sé ha la capacità di separare qualcosa e include qualcos'altro.

Volevamo raccontare la Berlino del muro perché ci interessava il tema della divisione, dell'esclusione e inclusione, della colpa e del perdono Luca Guadagnino

In alcuni momenti il film ha ricordato Mother! di Darren Aronofsky il cui ricordo è ancora fresco dato che era in concorso in Laguna solo lo scorso anno, in altri invece sembra di trovarci immersi in uno splatter alla Tarantino. L'unico neo "stilistico" di questo film potrebbe essere scovato tra gli effetti speciali, soprattutto quelli che riguardano i corpi dei "mostri", che risultano un po' eccessivi e che strizzano l'occhio, in alcuni momenti, a L'esorcista.

Questo Suspiria "bis" pare, in sostanza, un film riuscito e coinvolgente, anche per merito del montaggio e delle musiche incredibili di Yorke. Un film con cui Guadagnino ha rischiato molto e ha vinto la scommessa. Non rimane che scoprire cosa pensa Dario Argento a riguardo.

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