SOCIETÀ

I tanti volti delle mafie

Mafie: un fenomeno complesso per il quale non basta un solo punto di vista. Certamente non esclusivamente quello del diritto penale e della repressione; la criminalità organizzata si caratterizza infatti per il forte radicamento territoriale e non mira solamente a procurare dei benefici ai suoi aderenti: vuole anche conquistare e mantenere il potere su una comunità.

Interviste di Daniele Mont D'Arpizio, montaggio di Barbara Paknazar

Per parlarne si sono incontrati un sociologo, due economisti, una storica e un magistrato; al seminario Una lotta alle mafie: un dialogo tra storia, economia, sociologia e diritto, organizzato da Michele Fabrizi e Valentine Lomellini, docenti rispettivamente di economia e management e di storia delle relazioni internazionali presso l’Università di Padova, infatti infatti intervenuti come relatori Nando Dalla Chiesa, docente di scienze politiche presso l’Università Statale di Milano e direttore dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, Vittorio Borraccetti, magistrato e già Procuratore nazionale antimafia aggiunto, e Antonio Parbonetti, docente di economia aziendale e prorettore all’organizzazione e al bilancio dell’Università di Padova, che da anni studia la mafie dal punto di vista della loro struttura e dell’impatto su un territorio dal punto di vista economico.

Un momento di riflessione multidisciplinare per un fenomeno che purtroppo in Italia è sempre all’ordine del giorno. Se da una parte lo scorso 27 aprile la Cassazione ha confermato le assoluzioni per gli imputati nell’ambito del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, dall’altra cosche e ‘ndrine non allentano la presa su larghe parti del territorio nazionale e da anni si stanno anzi sempre più espandendo anche nelle regioni settentrionali. Una presenza costante anche quando mancano i delitti di sangue: “c'è comunque una violenza a bassa intensità che produce grandi effetti – commenta Nando Dalla Chiesa –; a volte può bastare il finestrino rotto di un'auto per far desistere un consigliere comunale dal fare il suo dovere”.


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Le mafie non sono ‘altrove’: si stima che un 6-7% delle società di capitali nel solo Veneto siano legate in qualche modo a persone coinvolte in un’inchiesta sulla criminalità organizzata; secondo studi condotti sul campo l’impatto sul tessuto sociale ed economico del territorio da parte di queste imprese, essenziali per riciclare il denaro proveniente da traffici illeciti e acquisire potere e consenso, è profondamente negativo: attraverso la concorrenza sleale, finanziata da capitali sporchi, le aziende mafiose infatti impoveriscono quelle ‘pulite’, con conseguenze negative su stipendi medi, qualità dei servizi, ambiente e gettito fiscale. Per questo è particolarmente importante non abbassare l’attenzione, soprattutto ora in cui Pnrr e transizione green potrebbero rappresentare l’ennesima occasione per drenare risorse a scapito della collettività.

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