SOCIETÀ

Rapporto Uif: non si possono combattere le mafie senza l'aiuto di banche e operatori economici

Ogni anno la Banca d’Italia, prima dell’estate, rilascia un report dettagliato sui movimenti economici del nostro Paese. In particolare il focus è su quelli sospetti. Il documento, pubblicato dalla Uif, cioè l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, fa un’analisi quantitativa sulle segnalazioni di operazioni sospette offrendo così una cartina tornasole del riciclaggio in Italia. Le SOS infatti sono tutte quelle operazioni economiche riguardanti ipotesi di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo trasmesse da intermediari finanziari, professionisti e altri operatori. La Uif fa l’analisi finanziaria e ne valuta la rilevanza ai fini dell’invio ai competenti Organi investigativi e giudiziari, per l’eventuale sviluppo dell’azione di repressione. 

Arrivando ai numeri si legge che le segnalazioni di operazioni sospette nel 2023 sono state il 3,2% in meno rispetto a quelle del 2022. Un calo, che in termini quantitativi significa 5.008 in meno, dovuto principalmente al calo delle segnalazioni provenienti da banche e Poste.

Se calano quelle provenienti da banche e Poste non si può dire altrettanto per quelle provenienti dai soggetti obbligati non finanziari. Tra questi restano prevalenti i prestatori dei servizi di gioco e i notai. Una prevalenza che però, rispetto agli intermediari finanziari, cioè banche e Poste, rimane molto ridotta, assestandosi circa all’8% per i prestatori di servizi di gioco e al 5% del totale per i notai. 

Se invece andiamo ad analizzare la distribuzione territoriale delle segnalazioni vediamo come questa rispecchi in gran parte quella rappresentata nel 2022. Si conferma infatti, com’è normale che sia, una forte correlazione con la dimensione economica e sociale delle diverse regioni ed il numero delle segnalazioni. La regione con più SOS è la Lombardia, con un’incidenza del 18,3% sul totale, seguita dal Lazio e dalla Campania. Il Veneto rimane stabile al quarto posto. 

Analizzando invece i dati riferiti alle provincie, vediamo come la prima sia Milano, seguita da Crotone, Siena e Prato con flussi segnaletici compresi tra 385 e 475 unità per 100.000 abitanti. 

Per capire l’importanza di queste segnalazioni basta mettere nero su bianco un dato che esce dal rapporto: quasi il 50% delle proposte di misure di prevenzione patrimoniale decise dopo gli accertamenti dalla DIA hanno beneficiato proprio delle SOS. In termini economici stiamo parlando di 63 milioni di euro solamente nel 2023. Oltre all’aspetto patrimoniale poi, queste segnalazioni hanno favorito l’avvio di 225 procedimenti penali delle Direzioni Distrettuali Antimafia che, di fatto, sono le Procure competenti a svolgere le indagini relative a delitti di criminalità organizzata.

 

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