CULTURA

Viaggio in Italia. La Riserva di Punta Aderci: dove natura e turismo provano a incontrarsi dolcemente

Nata dalla volontà di conciliare il valore naturalistico dell'area e quello turistico la Riserva naturale di Punta Aderci è stata la prima area protetta della fascia costiera abruzzese. Siamo nei dintorni di Vasto, nella parte conclusiva della famosa Costa dei Trabocchi (che inizia circa una quarantina di chilometri più a nord, nei dintorni di Ortona), in uno dei tratti più suggestivi del litorale adriatico dove la sabbia della spiaggia di Punta Penna, caratterizzata dall'affascinante ambiente dunale, cede gradualmente il passo a ciottoli e scogli e dove il mare anche quest'anno ha ottenuto il riconoscimento della Bandiera blu.

Estesa su quasi 300 ettari, la Riserva di Punta Aderci arriva fino alla foce del fiume Sinello e la si può attraversare camminando a piedi o in bicicletta lungo un sentiero di circa 7 chilometri che sovrasta le spiagge e da cui è possibile ammirare anche tutti i colori della campagna circostante, dal verde delle vigne e degli olivi al giallo delle spighe di grano e dei girasoli, con un colpo d'occhio che è diverso a seconda delle stagioni ma che non smette mai di emozionare, soprattutto quando è avvolto dalla calda luce del tramonto. Il tratto più a nord è invece quello meno antropizzato e qui pinete e macchia mediterranea si sostituiscono alle coltivazioni agricole, offrendo anche refrigerio a chi percorre il sentiero d'estate. 

Dalla stessa strada sterrata si raggiunge facilmente il punto più alto della Riserva: è il promontorio di Punta Aderci (26 metri sul livello del mare) da cui lo sguardo, nelle giornate più limpide, può dirigersi fino alle montagne del Gran Sasso, dei Sibillini e della Maiella. In prossimità del promontorio si può accedere al mare percorrendo i sentieri che conducono facilmente verso la spiaggia dei Libertini o quella di Punta Aderci, dove c'è uno dei più trabocchi più belli della costa abruzzese. Alcune di queste antiche costruzioni di legno, un tempo usate dai pescatori e simili a palafitte protese sul mare, oggi sono state modernizzate e trasformate in ristoranti. Non è stato così per lo storico trabocco di Punta Aderci che è tra le undici strutture sotto il vincolo dalla Soprintendenza per il loro interesse culturale e ha mantenuto le sue fattezze originali anche dopo gli interventi di restauro e di recupero. Nella parte più settentrionale della riserva si incontra poi la lunga spiaggia di ciottoli di Montegrossa, solitaria e selvaggia. 

Un'esperienza di visita alla Riserva, che sia per godere del suo mare, ammirare la vegetazione o fare un po' di movimento lungo il sentiero ciclopedonale, non deve necessariamente avere delle tappe prefissate. La spiaggia di Punta Penna, situata a ridosso del porto di Vasto e contraddistinta anche dalla presenza del secondo faro più alto d'Italia dopo quello di Genova, si presenta però come il punto di partenza ideale. I motivi sono diversi: è infatti l'unica ad avere un bungalow in legno dove ha sede il centro informazioni della riserva con annessi i servizi essenziali come docce, bagni e fontanelle di acqua. Qui si possono noleggiare canoe e ci sono diversi tavoli di legno a disposizione dei visitatori per una sosta sotto l'ombra degli alberi o per un pic-nic rispettoso dell'ambiente (a pochi passi ci sono anche i contenitori per la raccolta differenziata). Una passerella di legno, accessibile anche alle persone portatrici di handicap, consente di osservare l'ambiente dunale e, sempre in questa area, vengono organizzati incontri educativi con le scolaresche, passeggiate e iniziative culturali.

Qui nella notte tra l'11 e il 12 settembre del 2014 avvenne anche un evento eccezionale con lo spiaggiamento di sette capodogli e un poderoso tentativo di salvataggio che, grazie alla collaborazione di centinaia di persone consentì di far riguadagnare la via del mare a quattro esemplari. Per tre invece purtroppo non ci fu nulla da fare ma la mobilitazione è rimasta un simbolo di solidarietà che ha fatto il giro del mondo.

Proprio nell'area della spiaggia di Punta Penna abbiamo incontrato Alessia Felizzi, responsabile della Riserva di Punta Aderci, a cui abbiamo chiesto di illustrarci nel dettaglio la storia di questa area protetta, le caratteristiche dell'ambiente dunale e le sue specie più rappresentative, come l'Ammophila arenaria che grazie alla sue radici profonde riesce a stabilizzare le dune ed è stata scelta come simbolo della Riserva insieme al fratino, un piccolo uccello che nidifica sulle spiagge e che in Italia è sotto la minaccia dell'estinzione. La riflessione si è poi estesa alla necessità di continuare a rendere fruibili le aree protette senza però rischiare di comprometterne i fragili equilibri. Una sfida non semplice, spiega Felizzi, che spesso divide anche esperti ed addetti ai lavori e i cui tentativi di soluzione sono diventati ancora più urgenti dopo che la pandemia ha modificato anche le scelte turistiche di molte persone portandole a preferire mete meno affollate e più a contatto con la natura. 

Intervista completa ad Alessia Felizzi, responsabile della Riserva Naturale di Punta Aderci in Abruzzo. Servizio, riprese e montaggio di Barbara Paknazar

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