UNIVERSITÀ E SCUOLA
Rifugiati, l'accoglienza passa per Unipd
Foto: Reuters/Darrin Zammit Lupi
“Il problema delle migrazioni è legato non tanto al se, perché ci saranno e saranno sempre di più, ma al come e al quanto”. Le parole sono del professore di sociologia dell’università di Padova Stefano Allievi, il quale nel 2016, mutuando ciò che stava facendo la Normale Superiore di Parigi, ha ideato un progetto di accoglienza dei richiedenti asilo nell’ateneo patavino.
In un contesto nazionale dove le richieste di asilo sono più che raddoppiate in soli 3 anni passando dalle 64.886 del 2014 alle 130.119 dello scorso anno (fonte: dati ministero dell’Interno), l’università di Padova ha voluto quindi organizzare un progetto per fare un piccolo passo verso l’inclusione. Spesso infatti il primo muro che sembra invalicabile è una distanza culturale tra i richiedenti asilo ed il nostro Paese, distanza che può essere colmata inserendoli in un contesto culturale vivo.
Esiti delle domande di asilo dal 2014 al 2017Infogram
Per questo all’università di Padova dal 2016 c’è un progetto sperimentale che ha come obiettivo quello di offrire la possibilità ad alcuni richiedenti asilo di diventare studenti ospiti dell’ateneo. Il progetto si chiama “Cultura e accoglienza”, è gestito dall’Ufficio servizio agli studenti e vuole incentivare lo studio universitario per una trentina di rifugiati o richiedenti asilo, dandogli il badge identificativo e permettendo loro di accedere a tutti i servizi dell’università di Padova come le biblioteche, i laboratori, le aule studio, oltre naturalmente alla possibilità di seguire i corsi di italiano e di accedere ad eventuali corsi singoli.
Richieste domande asilo politico in Italia dal 2014 al 2017Infogram
“L’idea è stata quella di riproporre il progetto anche da noi – ha dichiarato Alessandra Biscaro, responsabile dell’Ufficio servizi agli studenti – dando un taglio di peer tutoring, cioè affiancando a queste persone dei tutor, che sono a tutti gli effetti degli studenti iscritti, in modo d’aiutarli al meglio in quelle che sono le attività formative, fornendo loro un percorso personalizzato e motivandoli anche nell’apprendimento della lingua”.
In questo un ruolo attivo ce l’ha il Centro linguistico d’ateneo. I 30 richiedenti asilo che sono inclusi nel progetto infatti, nel primo semestre del loro anno accademico, partecipano a delle lezioni per apprendere l’italiano come seconda lingua. “Questi corsi sono i normali insegnamenti attivati dall’Ateneo per gli studenti stranieri – ha dichiarato Fiona Dalziel, referente del Centro linguistico di ateneo per il progetto “Cultura e accoglienza” -. Questo è uno degli aspetti più belli perché unire i 30 studenti ospiti agli studenti Erasmus e non, è il modo migliore per creare inclusione”.
Dopo il primo semestre i richiedenti asilo, sempre affiancati dal loro tutor (sono 10 tutor per 30 partecipanti al progetto) possono partecipare a dei corsi universitari singoli. “Gli obiettivi – ha concluso Alessandra Biscaro – sono che loro possano acquisire lo status di rifugiato, in modo tale da regolarizzare la loro situazione e, qualora ci sia la possibilità, di farli iscrivere a fine anno ad un corso di laurea”.
Le attività inserite nel progetto “Cultura e accoglienza” però non si fermano ai singoli corsi di lingua, ma includono anche attività extrascolastiche. I 30 richiedenti asilo infatti, oltre a poter accedere a laboratori, aule studio e biblioteche dell’Università e frequentare i corsi di italiano del Centro linguistico di ateneo, hanno anche la possibilità di utilizzare gli impianti del CUS Padova e di partecipare a incontri di “Process Drama”.
Il “Process Drama” è un metodo di insegnamento della lingua attraverso il teatro, che non ha l’obiettivo di mettere in scena una vera e propria pièce teatrale, bensì quello di migliorare la produzione orale e le competenze sociolinguistiche dei partecipanti.
Il progetto “Cultura e accoglienza” è ancora in via sperimentale e, arrivato al secondo anno accademico, ha visto la partecipazione attiva e la collaborazione dei servizi d’ateneo, supportati da numerosi volontari. La risposta da parte dei partecipanti infine, è stata subito positiva. Quasi la metà dei richiedenti asilo infatti, oltre alle normali attività presenti nel progetto, ha deciso di iscriversi anche ad un corso singolo dell’università di Padova, segnale che la cultura può essere una porta fondamentale per l’integrazione.
Antonio Massariolo