SOCIETÀ

Il vostro voto verrà cestinato (a meno che non seguiate le istruzioni)

Se pensate di votare il vostro candidato preferito e, nello stesso tempo, un partito diverso che vi convince di più, vi sbagliate. Se pensate che votare per il partito X non serva ad eleggere invece il candidato Z, vi sbagliate. Se pensate che, con questa legge elettorale, tutti i voti contino allo stesso modo, vi sbagliate. E, infine, se pensate che il partito che otterrà più voti sarà quello destinato a governare, vi sbagliate ancora.

Sono questi alcuni dei problemi creati dalla nuova legge elettorale, la n. 165 del 3 novembre 2017, che il governo Gentiloni ha fatto approvare alcuni mesi fa. Una legge che crea un sistema definito “misto” perché un terzo dei seggi viene assegnato in collegi uninominali (cioè dove esiste un unico candidato) mentre i due terzi restanti sono assegnati con un sistema proporzionale, cioè in circoscrizioni dove ogni partito presenta vari candidati, che saranno eletti o no in proporzione ai voti ottenuti.

 

Su quanto sia equo, democratico, efficiente questo sistema torneremo tra un attimo, prima alcune informazioni pratiche  per evitare che il vostro voto venga annullato, o che vada a una forza politica che non intendete sostenere.

Primo caso, sulla scheda trovate il nome del candidato nel collegio, scritto in grande: per es. Mario Rossi. Sotto, più in piccolo, ci sono i simboli dei partiti che lo sostengono. Supponiamo che Mario Rossi sia vostro cugino e che quindi vogliate assolutamente votarlo, ma che in realtà il vostro partito preferito sia il Movimento Cioccolata Per Tutti (MCPT), che nel collegio uninominale presenta un candidato diverso. Non potete assolutamente fare una croce sul nome di Mario Rossi e un’altra sul simbolo del MCPT: il voto verrebbe annullato. Dite a vostro cugino che, per stavolta non se ne fa niente, oppure votate per l’MCPT e rassegnatevi a eleggere un tizio che ha una faccia losca.

Secondo caso: volete votare soltanto per un partito, che però sta dentro una coalizione. Se fate la croce sul simbolo del partito del Tulipano va benissimo, però sappiate che il vostro voto contribuisce anche all’elezione del candidato nel collegio uninominale, che magari è del partito della Balena. Non potete evitarlo. Ricordate, inoltre, che non potete scegliere tra i candidati della lista del Tulipano: le preferenze sono state abolite, vale soltanto l’ordine in cui i candidati sono elencati sulla scheda.

Terzo caso, volete votare soltanto per il candidato nel collegio uninominale: Giovanni Bianchi, persona onesta in cui avete fiducia. Va benissimo, però sappiate che se tra le liste che lo sostengono compaiono anche “Mafia per Sempre”, “Camorra per Tutti” e “Boko Haram” (quelli che rapiscono le ragazzine in Nigeria) voi state votando anche per loro. Se non fate una croce sul simbolo di un partito, il vostro voto verrà suddiviso fra tutte le liste che hanno dichiarato il loro appoggio a Bianchi.

Se, a questo punto, siete disperati e volete che qualcuno venga con voi in cabina elettorale per non fare errori, purtroppo questo non è ammesso (e neppure potete portare il telefonino con voi per fotografare la scheda e controllare poi a casa di non aver fatto scemenze).

Comunque, fate attenzione e votate: la cosa più sicura è fare una croce solo sul simbolo del partito che preferite, a condizione che esprima anche il candidato nel collegio uninominale, o che comunque quest’ultimo sia per voi un candidato accettabile. Se vi capita un candidato notoriamente di destra sostenuto da una coalizione di centrosinistra, o viceversa, non votate nemmeno i partiti della coalizione.

Il fac-simile della scheda elettorale per la Camera del deputati

Queste erano, per così dire, le questioni “tecniche”, ma esistono anche questioni politiche più sostanziali. Per esempio, quanto è democratico questo sistema?

Tutti i sistemi basati su collegi uninominali hanno un difetto fatale: non garantiscono che chi prende più voti ottenga anche più seggi. Sembra impossibile, vero? Eppure è così: tutto dipende dalla distribuzione geografica dei voti.

Per fare un esempio, supponiamo che il partito del Tulipano si presenti da solo e ottenga a livello nazionale il 30% dei voti: una percentuale rispettabile ma ben lontana dalla maggioranza assoluta. Alla Camera, questo gli garantirebbe circa 130 seggi dei 386 assegnati con il sistema proporzionale. Essendo però molto fortunato, il partito del Tulipano ha i suoi voti distribuiti perfettamente in ogni circoscrizione (cioè prende il 30% sia ad Aosta che a Ragusa) e quindi ha buone probabilità di vincere in moltissimi collegi uninominali, dove la frammentazione del voto fra molte liste rende possibile arrivare primi anche solo con il 30% dei voti.

Per esempio, il partito del Tulipano arriva primo in 190 delle 232 circoscrizioni uninominali, quindi ottiene 190 seggi, che sommati agli altri 130 della quota proporzionale fanno 320 seggi, cioè la maggioranza alla Camera, dove i deputati sono 630 in tutto. Quindi un partito con il 30% dei voti avrà il 50,8% dei seggi, potrà formare il governo e decidere anche per quel 70% di elettori che non l’hanno votato e magari lo detestano.

Certo, non è detto che succeda, ma potrebbe succedere, esattamente come è successo negli Stati Uniti che Donald Trump sia stato eletto presidente nonostante abbia ottenuto circa 3 milioni di voti in meno di Hillary Clinton. Le leggi elettorali fanno anche questi scherzi.

Fabrizio Tonello

Il fac-simile della scheda elettorale per il Senato 

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