SCIENZA E RICERCA

L'editoriale. Il politically correct nella scienza? Parliamone

Sono nel museo di Scienze archeologiche e arte dell’università di Padova. Qui dentro c’è tanta storia: dall’allestimento di Giò Ponti e tanto altro. Parto dalla storia perché vorrei parlare di un editoriale che sta facendo molto discutere e uscito su Science: Guardare avanti, guardando indietro. Il direttore della rivista scientifica racconta che si è deciso di fare autocritica e di prendere in esame una serie di articoli usciti dalla fondazione in avanti e che oggi considereremmo e consideriamo immorali e inaccettabili. Fa degli esempi: Science ha analizzato una serie di pezzi usciti negli anni Venti sull’eugenetica e che – riletti oggi – “generano un grande disagio – spiega il direttore – perché esprimono idee ripugnanti e che hanno fatto un grande danno a scienza e metodo scientifico”.

Un secondo esempio si rifà al 1962 quando Science ha pubblicato i risultati di una serie di esperimenti progettati per dimostrare gli effetti fisiologici dell’esposizione alle radiazioni nucleari e condotti usando come cavie dei bambini con disabilità.

Le conclusioni dell’editoriale sono chiare: “Dobbiamo analizzare tutti gli articoli discriminatori e che hanno violato i diritti umani pubblicati dalle nostre pagine. Per fare autocritica e anche per far capire come si è evoluta la morale”. Dobbiamo guardare avanti, ma ripensando anche alla storia della scienza.

La riflessione ha fatto discutere perché è una discussione sul politically correct e – in parte – sulla cancel culture sulla base delle categorie e della sensibilità del presente.

Ciò su cui non sono d’accordo è l’applicazione di questo principio anche a Charles Darwin. Dice Science “noi dobbiamo ricostruire come le visioni di Darwin e degli eugeneticisti riflettono la totale assenza di volontà di considerare alcuni individui come esseri umani, anzi meno ancora”. Oppure, ancora: “È nostro dovere notare e condannare il danno che le visioni darwiniane hanno prodotto per così tante donne e persone di colore”. Ora, conosco la biografia di Darwin ed è difficile trovare un motivo per cui abbia fatto questi danni. Ma non sono d’accordo perché questo è un metodo sbagliato per fare storia della scienza. Non si può estrapolare una singola citazione da una ricerca di Darwin ed eliminare la complessità del pensiero di un uomo come lui. Non solo perché era figlio dei suoi tempi, ma perché la storia è molto più complessa. Io, per esempio, potrei usare delle frasi che vanno nel senso opposto di quanto detto da Science: Darwin antischiavista o i suoi dubbi sulle razze umane. Potrei andare avanti ma non ne usciremmo perché è sbagliato estrapolare. Ancora più errato è generalizzare. Infine, altro errore: un conto sono le idee di Darwin, altro conto sono le interpretazioni date – anche sbagliate – sul pensiero di Darwin. Per ultimo: chi ha pubblicato l’articolo su Darwin e le sue presunte malefatte? Agustìn Fuentes, bravissimo primatologo e scienziato ma non è uno storico della scienza.

Se si vuole ragionare sulla storia, questo va fatto con gli storici della scienza, con persone specializzate e professionisti in grado di analizzare le sfaccettature complesse del pensiero di un uomo. Altrimenti, il risultato è un’azione politicamente corretta fatta in modo rozzo e che rischia di fare più danno che beneficio. Le buone intenzioni non bastano nella storia della scienza.

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