SCIENZA E RICERCA

Padre George Coyne

Lo scorso 11 febbraio si è spento in un ospedale di Syracuse, negli Stati Uniti, padre George Coyne: un gesuita laico. Aveva 87 anni. Era un raffinato astronomo, con una brillante carriera che lo ha portato a dirigere per oltre un quarto di secoli la Specola Vaticana. L’osservatorio astronomico della Santa Sede.

George Coyne era autorevole membro della Pontificia Accademia delle Scienze. E sul sito di questa istituzione è possibile trovare un suo breve curriculum scientifico.

Ma il vostro cronista ha avuto la fortuna di incontrarlo più volte e di realizzare con lui alcune iniziative divulgatrici. Avendo modo di apprezzare un uomo che si muoveva con grande delicatezza e insieme profondità – con spirito laico, appunto – oltre che con notevoli conoscenze storiche e filosofiche, lungo il non facile confine tra scienza e teologia.

Ed è quest’uomo che ci piace ricordare. Soprattutto in merito a due occasioni. La prima è quando, da consigliere scientifico di Giovanni Paolo II, è riuscito a far passare, in Vaticano, una riabilitazione completa o quasi di Galileo Galilei. Non tanto, come è ovvio, del Galileo scienziato, che non ne aveva certo bisogno, perché è stata la storia della scienza a dargli pienamente e inconfutabilmente ragione. Ma anche del Galileo teologo, così aspramente avversato dai teologi del suo tempo da essere costretto ad abiurare non solo il suo pensiero teologico ma anche i suoi risultati scientifici.

George Coyne si è battuto perché il Galileo teologo venisse riabilitato

Galileo teologo

Riassumendo per sommi capi: dopo la pubblicazione del Sidereus Nuncius (1610) e fino all’ammonimento del cardinale Roberto Bellarmino che lo costringeva di fatto al silenzio (1616), Galileo ha cercato di far accettare alla Chiesa di Roma la “nuova scienza” sostenendo, nelle Lettere teologiche, l’argomento che Dio parla agli uomini della natura attraverso due libri: quello delle Scritture e quello, proprio, della Natura. Il primo, diceva Galileo, è una scrittura metaforica, che va interpretata. Mentre il secondo parla a tutti, chiaramente, purché se ne conosca la lingua, che è quella matematica. Dunque, per capire “come vadia il cielo”, è questo il libro che bisogna sfogliare. Mentre per comprendere “come si vadia al cielo” bisogna continuare a leggere le Sacre Scritture.

Galileo era un cattolico e aveva un obiettivo chiaro: far sì che la Chiesa di Roma facesse proprio il pensiero scientifico, per impedire che quest’ultimo divenisse appannaggio delle chiese protestanti.

Galileo perse la partita con i teologi romani. George Coyne si è battuto perché il Galileo teologo venisse riabilitato. E, infatti, su suggerimento di Coyne e a conclusione di una minuziosa indagine storica condotta dallo stesso Coyne, papa Woytila dichiarò, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, che Galileo era stato miglior teologo dei teologi (gesuiti) lo avevano condotto al carcere e all’abiura.

Naturalmente, l’azione di George Coyne non riguardava solo la storia. Ma anche, e soprattutto, il presente. Il gesuita americano voleva, proprio come Galileo, che la Chiesa di Roma evitasse di contrapporsi alla scienza anche sulle questioni più sensibili (per esempio, la biomedicina) perché, in fatto di scienza è il Libro della Natura letto nel linguaggio della scienza che fa testo.

Per capire “come vadia il cielo”, è questo il libro della Natura che bisogna sfogliare. Mentre per comprendere “come si vadia al cielo” bisogna continuare a leggere le Sacre Scritture

La prova di quanto coraggiosa e attuale fosse questa posizione venne qualche anno dopo, in merito al dibattito sull’evoluzione darwiniana. George Coyne non aveva dubbi: è la teoria dell’inglese l’unico modo per spiegare i fatti della biologia. E che, quindi, anche i credenti dovevano abbandonare ogni tentativo creazionista di spiegare l’origine e l’evoluzione della vita. Non c’è bisogno, diceva, di un “dio dei gap” che interviene nella storia cosmica per far nascere la vita. Non esiste – né ce n’è bisogno – di alcun “intelligente design”, di un disegno intelligente che muove l’evoluzione cosmica verso la complessità della vita, della coscienza, dell’uomo. È solo il gioco delle leggi di natura che spiegano l’evoluzione della materia e dell’energia in ogni e ciascuna parte del cosmo.

È la teoria di Darwin l’unico modo per spiegare i fatti della biologia Padre George Coyne

Un credente deve semplicemente prendere atto che questo universo esiste come imperscrutabile atto di amore di Dio. Ma non ha nessuna necessità di ricorrere a Lui, Dio, per comprendere e spiegare i fatti della natura a ogni scala.

Una posizione ineccepibile. Una posizione laica e molto avanzata, appunto.

Qualcuno sostiene che è per questa posizione che George Coyne ha accettato con obbedienza di pagare un prezzo salato: la sostituzione alla direzione della Specola Vaticana. Ma queste sono illazioni difficile da provare.

Di certo c’è che l’insegnamento di padre George Coyne è il modo più semplice e insieme profondo – forse l’unico possibile – per impedire che scienza e teologia continuino a guardarsi con diffidenza e, talvolta, in cagnesco.

Che la terra ti sia lieve, padre George.

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