SCIENZA E RICERCA

La creazione di un’Agenzia Nazionale della Ricerca

L’articolo 28 della nuova Legge di Bilancio prevede la nascita dell’Agenzia Nazionale per la Ricerca. Ha il compito di coordinare le attività di ricerca scientifica della prima rete (l’università) e della seconda rete pubblica di ricerca (enti e istituti). In particolare deve selezionare progetti di valore strategico «selezionati secondo criteri e procedure conformi alle migliori pratiche internazionali». Inoltre dovrà valutare l’impatto dei progetti finanziati, misurare il grado di internazionalizzazione della ricerca e migliorare la presenza italiana nell’ambito europeo.

Un’agenzia di questo genere è stata chiesta da più parti: per esempio dal Gruppo 2003 che raduna alcuni tra gli scienziati italiani più citati nella letteratura scientifica internazionale e che da tempo chiede l’istituzione di un centro unico di finanziamento della ricerca che promuova il merito e assicura la certezza nei fondi e nei tempi di erogazione dei fondi pubblici.

Agenzie di finanziamento di questo genere esistono in quasi tutti i paesi europei e in Nord America. Negli Stati Uniti, per esempio, c’è la National Science Foundation (NSF) che finanzia con fondi pubblici i progetti di ricerca giudicati migliori in tutti i campi della scibile, tranne che in biomedicina – campo in cui assolvono a questo ruolo i National Institutes of Health (NIH) – e in ambito spaziale che è coperto dalla NASA.

L’Agenzia Nazionale per la Ricerca proposta dal governo sembra andare nella direzione giusta. Risponde a una richiesta che viene da una parte della comunità scientifica e si uniforma agli standard internazionali.

Tuttavia presenta tre punti critici che meritano un cambiamento di indirizzo.

Il primo è che la nuova agenzia ha un budget limitato: poche decine di milioni di euro nel 2020 che dovrebbero salire a 300 milioni nel 2022. A regime avrà un budget che è un terzo di quello dell’analoga agenzia francese e all’incirca un ventesimo di quello della NSF. Anche in relazione ai pochi fondi con cui lo stato italiano finanzia la ricerca scientifica è poca cosa: meno del 4%.

A regime avrà un budget che è un terzo di quello dell’analoga agenzia francese e all’incirca un ventesimo di quello della NSF

Il secondo punto critico è che la neonata ANR è un’agenzia che non sostituisce ma sia aggiunge agli altri centri di finanziamento della ricerca pubblica. A quel che sembra il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) e altri ministeri continueranno a erogare fondi per la ricerca secondo procedure che non vengono modificate. Il che significa che la comunità scientifica italiana continuerà ad avere la necessità di confrontarsi con l’incertezza dei tempi e dell’entità dei finanziamenti cui può accedere. Insomma, l’ANR rischia di essere un’agenzia che si aggiunge alla costellazione dei centri di finanziamento e controllo della ricerca, che invece di produrre semplificazione potrebbe far aumentare la complicazione, anche burocratica, che avvolge la ricerca pubblica italiana.

Il terzo punto è politico. Nel senso che la direzione dell’ANR è quasi interamente di nomina politica. Il direttore, infatti, è scelto dal Presidente del Consiglio e degli otto membri del Consiglio Direttivo due sono nominati dal ministro dell’Istruzione, università e ricerca, due dal Ministero della Sviluppo Economico, uno dal Ministero dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione; poi uno ciascuno dalla Conferenza dei Rettori, dal Consiglio universitario nazionale e dalla Consulta dei presidenti degli Enti pubblici di Ricerca. Insomma, cinque su otto sono eletti direttamente in sede politica e senza una search committee (un comitato di selezione formato da eminenti scienziati) che proponga una rosa degli eleggibili sulla base del loro merito scientifico.

L’ANR rischia, dunque, di non possedere il primo e più importante carattere che hanno (o che, almeno, rivendicano) le comunità scientifiche internazionali: l’autonomia dalla politica.

Eppure un modello vicino da seguire c’è: l’European Research Council (ERC). Il suo organo di governo, il Consiglio Scientifico, è sì nominato dalla Commissione Europea, ma su raccomandazione di un search committee indipendente, in grado di rappresentare al meglio gli indirizzi della comunità scientifica europea. Su queste basi l’ERC, che ha un budget annuale di 2 miliardi di euro, può agire con grande autonomia.

E finanziare la ricerca europea sulla base esclusiva del merito.

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