SCIENZA E RICERCA

Capire quando metà del mondo scompare

Immaginate di perdere improvvisamente la consapevolezza di quello che accade in metà dello spazio che vi circonda. È quello che accade nei pazienti con neglect, una delle patologie più frequentemente riscontrate dopo un danno cerebrale. Assieme ad alcuni colleghi dell'università di Padova abbiamo sviluppato un nuovo metodo computerizzato per la diagnosi di questo disturbo, molto più sensibile di quelli finora utilizzati.

I pazienti colpiti da neglect hanno un deficit di consapevolezza per una parte dello spazio, a destra o a sinistra. Il neglect interessa infatti lo spazio opposto alla zona del cervello (chiamata emisfero) dove si è verificato un danno: si riscontra molto frequentemente per lo spazio di sinistra in seguito a un ictus nell’emisfero destro del cervello. Pazienti che presentano questa patologia in forma grave dimenticano così di vestirsi, lavarsi e pettinarsi per metà del corpo, e non sono più in grado di riconoscere oggetti o persone che si trovino alla propria sinistra. 

Che non si tratti di un disturbo della vista lo confermano numerosi esperimenti: nei pazienti affetti da neglect l’informazione dagli occhi arriva fino al cervello, che la elabora dando anche la possibilità all’individuo di utilizzarla, senza però che il soggetto ne acquisti coscienza.

Questa patologia causa importanti deficit anche a livello di immagini mentali. In un famoso studio, Bisiach e Luzzatti fecero descrivere a memoria a un paziente la Piazza del Duomo di Milano. Quando il paziente immaginava di essere rivolto faccia al Duomo descriveva solo una metà della piazza mentre quando immaginava di essere rivolto schiena al Duomo descriveva l’altra metà. Un importante studio “padovano” (pubblicato su Nature nel 2002) ha descritto un interessante fenomeno che riguarda la linea mentale numerica, che è orientata da sinistra a destra. Chiedendo ai pazienti con neglect sinistro quale fosse il numero che stava al centro di un determinato intervallo, questi rispondevano spostando sistematicamente il giudizio verso i numeri più grandi (cioè verso l’estremità destra della linea, come ignorassero la metà sinistra). Ad esempio, se veniva chiesto quale numero fosse intermedio tra l’1 e il 9 questi pazienti rispondevano: “7”. 

Numerose prove vengono utilizzate per valutare il neglect: alcune prevedono di disegnare alcuni oggetti con il neuropsicologo che determinerà la presenza di eventuali asimmetrie/omissioni, sintomo della patologia. 

 

La figura mostra il disegno di un orologio in un paziente con grave neglect sinistro, che omette tutta la metà del disegno 

Spesso i pazienti affetti da questo disturbo sono completamente “anosoagnosici”: non hanno cioè consapevolezza dei loro deficit. Si aggiunga che spesso il neglect si presenta in associazione a disturbi motori e/o paralisi per la parte sinistra del corpo. I pazienti possono arrivare a negare la paralisi, affermando, per esempio, che non riescono a muovere il braccio o la gamba perché sono “stanchi” o arrivando, in casi estremi, a sostenere che la metà del corpo che non riescono a muovere non appartenga affatto al loro corpo. Un altro fenomeno riscontrabile nei pazienti con neglect è la “alloestesia”: il riferire stimoli presentati a sinistra come percepiti a destra. Un fenomeno simile, chiamato “allochiria”, si può rilevare anche quando i pazienti copiano un disegno riportando a destra le componenti che erano invece presenti a sinistra. 

In questi anni siamo riusciti a mettere a punto una tecnica computerizzata per diagnosticare la presenza del neglect. Si tratta di uno strumento molto più sensibile dei classici test carta e matita, i cui risultati sono stati presentati alla comunità scientifica sulle riviste Neuropsychologia e Neuropsychology. Uno dei problemi clinici posti dal neglect è che spesso, uno-due mesi dopo la sua insorgenza, i pazienti “imparano” come compensare il loro deficit sforzandosi al massimo per spostare l’attenzione verso la parte che sanno essere “debole”. Questi pazienti avranno una prestazione normale nei facili test di disegno ma nella vita quotidiana, dove la richiesta di attenzione è molto maggiore, continueranno a presentare dei disturbi. Nei nostri studi abbiamo somministrato dei compiti computerizzati complessi a un gruppo di pazienti che avevano subito un danno nella metà destra del cervello, misurando la consapevolezza per lo spazio sinistro. In un primo momento veniva chiesto di svolgere un singolo compito riportando la posizione di comparsa di pallini che apparivano per un tempo brevissimo a sinistra, a destra o su entrambi i lati di un monitor. Successivamente il paziente, mentre attendeva la comparsa dei pallini, era chiamato a svolgere in parallelo un doppio compito che ne impegnasse pesantemente le abilità cognitive, come ad esempio leggere delle lettere o fare dei conti a mente. 

In seguito allo svolgimento di questo “doppio compito” è comparso neglect in quasi tutti i pazienti, che non riuscivano più a percepire i pallini a sinistra. La maggior parte dei pazienti non aveva mostrato alcun disturbo in base ai classici test clinici carta e matita (Behavioural Inattention Test, BIT). L’indagine si è poi allargata alla presenza di questo disturbo nella vita quotidiana dei pazienti evidenziando lo stretto parallelo con i deficit riscontrati durante lo svolgimento dei compiti computerizzati. Le nostre ricerche hanno quindi fornito un nuovo test e dimostrato come il neglect sia strettamente dipendente dalle risorse cognitive a disposizione dell’individuo: emerge infatti drammaticamente non appena le risorse normalmente utilizzate per compensare il deficit vengono assorbite dal compimento di altre attività. La speranza del nostro gruppo di ricerca è quella di poter fornire una corretta diagnosi per curare in maniera più appropriata le molte persone che, pur non rendendosene conto, sono colpite da questa patologia molto invalidante.

 

Mario Bonato

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