SCIENZA E RICERCA

Dai ghiacci antartici il ruolo della CO2 per il clima

Nuove prove scientifiche dimostrano, una volta di più, come l’anidride carbonica possa avere un ruolo determinante nell’influenza del clima terrestre. La scienza discute ormai da anni sul problema del riscaldamento globale e sui metodi per limitare l’immissione in atmosfera dei cosiddetti gas serra, ma ancora non si era dimostrato che la CO2 potesse aver avuto un ruolo determinante anche per la fine dell’ultima era glaciale, 20.000 anni fa. A rivelarlo in un articolo pubblicato su Science un’équipe europea al cui interno lavorano anche ricercatori dell’istituto per la dinamica dei processi ambientali del Cnr di Venezia (Idpa-Cnr). Secondo gli scienziati, in Antartide l’aumento dell’anidride carbonica è stato contestuale all’incremento della temperatura che ha portato alla fine dell’ultima era glaciale.

 Lo studio è stato realizzato attraverso cinque carotaggi della superficie dell’Antartide, prelevando dei campioni di ghiaccio le cui parti più antiche risalgono anche a 800.000 anni fa. A differenza di quanto ritenuto fino ad ora, “abbiamo scoperto - spiega Carlo Barbante, direttore dell’Idpa-Cnr e coautore del lavoro - che circa 20.000 anni fa, al termine dell’ultima era glaciale, la temperatura antartica e la CO2 sono aumentate contemporaneamente”. Gli studi precedenti sullo stesso argomento sostenevano, invece, che il riscaldamento del continente antartico avesse preceduto di circa 800 anni l’aumento del gas serra in atmosfera. La sincronia provata da quest’ultima ricerca dimostrerebbe invece che l’anidride carbonica non solo ha giocato un ruolo essenziale nell’aumentare le temperature della Terra, “ma potrebbe essere stato uno dei fattori scatenanti”, precisa Barbante.

Il metodo attraverso cui gli scienziati sono giunti a questa conclusione è innovativo. La temperatura antartica può essere infatti ricostruita attraverso l’analisi isotopica degli strati di ghiaccio. “I gas atmosferici - argomenta Barbante - vengono analizzati grazie alle bolle d’aria rimaste intrappolate nel ghiaccio”. Ma siccome l’aria si diffonde negli strati più superficiali della neve, il risultato è di ottenere delle bolle d’aria intrappolate con un’età inferiore rispetto a quelle del ghiaccio a parità di profondità. “Questa differenza d’età - prosegue Barbante - complica lo studio del processo di causa ed effetto tra l’innalzamento delle temperature e il ruolo effettivo del gas serra”. Il team di scienziati ha ovviato al problema analizzando per la prima volta gli isotopi d’azoto contenuti nelle bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio, “constatando che i due fenomeni sono avvenuti in modo sincrono”, con un margine di errore sperimentale di 200 anni circa. Il dato conferma quindi l’influenza dell’anidride carbonica sui cambiamenti climatici che hanno portato alla fine dell’ultima era glaciale e di conseguenza anche l’influenza del gas sul clima terrestre. I risultati sono incoraggianti, anche se ci sarà bisogno di altre analisi e modelli climatici sperimentali per comprendere meglio il peso dei vari fattori sull’ultima deglaciazione. Oltre a questo, la ricerca apre a nuove ricerche per determinare l’attuale incidenza dell’anidride carbonica sul sistema climatico attuale. 

Mattia Sopelsa

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012