SCIENZA E RICERCA

L’Open access vince e raddoppia negli Stati Uniti

Il governo federale degli Stati Uniti raddoppia le garanzie dell’accesso aperto alla ricerca con due grandi passi avanti a livello legislativo e di regolamentazione. Dalla metà di febbraio Camera e Senato hanno approvato il Fair access to science and technology research act (Fastr), progetto di legge governativo noto anche come “l’altra legge di Aaron” in onore dell’attivista morto suicida lo scorso 11 febbraio. Con questo atto normativo si potenzia la “via verde” dell’Open access, estendendo essenzialmente il successo raggiunto dal mandato del Nih, il National institutes of health, che ha aveva reso obbligatorio il deposito nell’archivio centralizzato PubMedCentral per tutte le ricerche da loro finanziate a tutte le altre agenzie di ricerca federali governative.

Una settimana dopo l’approvazione bicamerale del Fastr, l'amministrazione Obama ha emanato una direttiva alle 19 agenzie di ricerca per lo sviluppo di concreti mandati Oa entro i prossimi sei mesi. Legge e direttiva sono complementari, rendendo effettivo il secondo passo del provvedimento.

Nel suo complesso la nuova norma dispone l’obbligo, per i ricercatori che ricevano finanziamenti pubblici per le loro ricerche, di inviare una copia dei loro articoli alle agenzie finanziatrici, le quali dovranno depositarli, entro sei mesi, in archivi aperti. Fastr è la versione successiva della precedente proposta di legge Federal research public access act (Frpaa), che era stata presentata al Congresso in ben tre sessioni diverse (nel maggio del 2006, ad aprile 2009 e nel febbraio 2012) senza poter essere mai approvata. A supporto dell’approvazione ha giocato molto la petizione a sostegno avanzata sul sito web della Casa Bianca “We the people” e chiamata Require free Access over the Internet to scientific journal articles arising from taxpayer-funded research, dello scorso maggio. Sottoscritta da oltre 65.700 persone, la petizione ha superato in poche settimane la soglia delle 25.000 firme richieste per ottenere una risposta ufficiale governativa. John P. Holdren, consigliere scientifico del presidente Obama, nella sua risposta ufficiale il 22 febbraio 2013 ribadisce l’importanza della petizione pubblicando il suo Memorandum a corredo del disegno di legge Fastr.

Holdren stima che annualmente dai 25.000 ai 40.000 articoli pubblicati su riviste e basati su ricerche finanziate da agenzie governative con fondi pubblici rimangono chiusi nelle roccaforti editoriali. L’amministrazione Obama, si legge nella risposta ufficiale, concorda sul fatto che i cittadini meritano un facile accesso ai risultati delle ricerche che hanno pagato con le loro tasse. La logica di base è evidente. Ricerche e dati aperti ad esempio per l’agricoltura potranno accelerare notevolmente lo sviluppo degli studi sui genomi vegetali, sulle colture resistenti alle malattie o sull’allevamento di animali in zone di siccità, se i risultati saranno resi pubblici e i dati saranno un patrimonio collettivo riusabile. I dati sui cambiamenti climatici o quelli meteorologici sono utili in vari settori della società, se aperti, così come lo sono i dati sul genoma umano per la comprensione dei meccanismi di alcune malattie a base genetica, o quelli o sul sequenziamento di alcuni virus, importanti per quelle patologie che dall’animale possono essere trasmesse all’uomo. La piccola e media impresa e il mondo imprenditoriale nel suo complesso fino ad oggi non hanno avuto accesso alle pubblicazioni scientifiche, e ciò ha rallentato l’innovazione per mancanza di un dialogo realmente efficace tra scienza e società, e la stessa ricerca ne è stata in parte rallentata.

Grazie alle modifiche introdotte al disegno di legge da parte dei sostenitori dell’Open access al Congresso, la nuova proposta Fastr è risultata alla fine una versione rafforzata del Frpaa. La nuova politica si applica a tutte le agenzie di ricerca federali, tra cui la National science foundation (che copre numerosi campi), il Dipartimento dell'energia e il Dipartimento dell'agricoltura, che erogano complessivamente finanziamenti alla ricerca per oltre 100 milioni di dollari ogni anno.

Le diverse agenzie hanno sei mesi di tempo per capire come mettere in pratica la nuova policy governativa e presentare i piani di attuazione Oa. La speranza è che un ampio accesso ai risultati scientifici incoraggerà progressi più rapidi per la ricerca e permetterà un’applicazione ad ampio raggio delle conoscenze provenienti dai progressi della scienza e della tecnologia a vantaggio della collettività, come è accaduto dal 2008 a seguito della ben collaudata politica di accesso aperto adottata dai Nih. Fino a oggi le ricerche finanziate dai Nih erano le uniche ad avere una policy Oa che richiede deposito da parte degli editori sull’archivio disciplinare PubMedCentral. Le altre agenzie potrebbero quindi presentare piani con modelli differenti, ma pur sempre nel rispetto dell’apertura totale, a testo pieno, della pubblicazione finanziata, dopo non oltre 12 mesi di embargo.

Fastr contiene tre disposizioni che prevedono accesso libero Oa, diritti di riutilizzo e licenza aperta. Nel preambolo vi è un punto nuovo rispetto a Frpaa a rinforzo dell’Open Access: "gli Stati Uniti hanno un interesse sostanziale a massimizzare l'impatto e l'utilità della ricerca che finanziano, consentendo una vasta gamma di riutilizzi della letteratura scientifica peer-reviewed che riporta i risultati di tali ricerche, anche permettendo l’uso di tecnologie di analisi computazionale".

Queste scelte sono il frutto di un’ampia consultazione pubblica e trovano il giusto equilibrio tra lo straordinario beneficio ai risultati della ricerca che l’Oa porta, a vantaggio della collettività, e la necessità di garantire che i contributi di qualità dell’industria editoriale scientifica non vadano perduti. Un ulteriore aspetto importante è che queste leggi assicurano un’adeguata flessibilità per permettere il cambiamento futuro delle norme sulla base dell’esperienza passata. Per fare un esempio, alle agenzie – come suggerimento per lo sviluppo delle loro politiche – è stato chiesto di applicare un periodo di 12 mesi di embargo, ma anche di predisporre un meccanismo che preveda di sentire gli stakeholder per cambiare quel periodo se risultasse non adeguato. In altri termini ci sono ampi margini per le agenzie per confrontarsi con le parti in gioco, al fine di definire delle politiche ottimali con input pubblici di modo da conciliare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti.

Ma oltre ad affrontare la questione dell'accesso da parte della collettività alle pubblicazioni scientifiche, il memorandum richiede che le agenzie comincino a rispondere alla necessità di migliorare la gestione e la condivisione dei dati scientifici prodotti con il finanziamento federale. L’accesso ai dati grezzi della ricerca accelera la crescita permettendo di focalizzare risorse e sforzi sulla comprensione e la piena valorizzazione delle scoperte invece che replicare gli stessi esperimenti di base, o ripetere le fasi presenti nei lavori già documentati ovunque. Inoltre il rafforzamento di queste politiche è orientato a promuovere l'imprenditorialità e la crescita posti di lavoro, oltre a guidare il progresso scientifico nel dialogo scienza e società.

Antonella De Robbio

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