LIGHT

14 minuti e 39 secondi (forse) per cambiare il mondo

Mi presento, sono un neutrone. Hai presente la particella di sodio della famosa pubblicità? Ecco, non c’entra niente. Intanto perché ho una voce meno stridula, e poi perché attorno a me ci sono un sacco di amici che si muovono velocemente facendomi venire il mal di testa.
Di solito non amo stare al centro dell’attenzione, sono un tipo flemmatico e lascio a quegli appiccicosi dei protoni le luci della ribalta, ma ultimamente stanno cianciando un po’ troppo spesso su di me, e quindi volevo dire due parole in proposito.

Cosa sta succedendo? Gli scienziati si chiedono quanto tempo io viva. Purtroppo sono sprovvisto di braccia e di altre parti anatomiche che sono state date in dotazione agli esseri umani provvisti di cromosoma Y, perché sono convinto che in questo momento ci vorrebbe un gesto apotropaico. Non posso nemmeno toccare ferro, quindi mi limito a ritenere la domanda degli scienziati di pessimo gusto.
Comunque finché gli appiccicosi protoni continuano ad abbracciarmi mi sento abbastanza al sicuro. Il problema sorge quando mi libero: e qui sorgono i problemi anche per gli scienziati, perché secondo un esperimento dopo 14 minuti e 39 secondi in media tiro le cuoia, ma se per la misurazione utilizzano un altro approccio vivo ben otto secondi in più.

A parte il fatto che nel dubbio me ne sto nel nucleo e cerco di non morire, ma se per te 8 secondi non fanno la differenza ti invito a provare a dirlo ad un atleta rimasto fuori dal podio olimpico: otto secondi sono un’infinità di tempo. Gli scienziati su questo sono d’accordo, tanto che a Denver si è tenuto un incontro dell'American Physical Society per capire quanto tempo mi rimane: 14 minuti e 39 secondi o 14 minuti e 47 secondi? Pensa che per misurarlo meglio mi mettono in una bottiglia: forse con la particella di sodio ho più cose in comune di quanto pensassi.

Ora, io non vorrei sembrare prosaico, quindi mi limito a dire che anche se otto secondi non sono bruscolini io poi sempre morto sono. Mi consola un po’ sapere che alcuni scienziati ritengono che io sia una specie di porta per accedere alla materia oscura (è quello che pensa il signor Bartosz Fornal, un fisico teorico dell’università della California, ma non riesce a dimostrarlo), ma su questo punto non mi sbottono: che se la vedano loro, con le bottiglie e le lauree che tengono sicuramente incorniciate da qualche parte.

Il vero punto non è quanto io possa vivere, ma cosa posso fare nel mentre. Perché, miei cari, senza di me non ci sareste voi. Diciamocela tutta: è così desolante essere effimeri quando si è importanti come me? Vi do una grande notizia, cari miei: anche voi siete effimeri. Nella maggior parte dei casi durate più di un quarto d’ora, ma ad un certo punto ci troveremo sullo stesso lato (della materia, dell’universo, del bancone, fate voi) e io potrò vantarmi all’infinito: è solo grazie a me se voi siete esistiti e se ora potete vantarvi con me delle vostre conquiste, io sono quello che ha permesso tutto questo, quindi offritemi da bere.

E tu, hai qualcosa di cui vantarti? Ti sei battuto per ciò che ritenevi giusto? Quante volte hai reso 14 minuti e 39 secondi degni di essere ricordati? Lo diceva anche un tizio di nome Seneca (un altro che ha potuto dirlo solo grazie a me) scrivendo a un suo amico: non conta quanto, ma come si vive. Nessuno ti obbliga a passare alla storia come quel tizio, e potresti anche passare tutto il tuo tempo fissando il vuoto e non facendo assolutamente nulla di utile per nessuno, ma a quel punto, per favore, non mettere bocca sui miei 14 minuti abbondanti. Pensa a quello che potresti fare in 14 minuti: puoi inviare il curriculum all’azienda dei tuoi sogni, anche se pensi che non ti richiameranno mai, puoi chiamare un amico che non senti da tempo, puoi studiare quelle 4 pagine in più che magari ti faranno fare bella figura all’esame. In 14 minuti puoi anche uccidere un uomo, se ti organizzi bene, puoi rubare il peluche del cuore a un bambino traumatizzandolo per lungo tempo, puoi lasciare il tuo partner perché ti ha riempito un cassetto con le sue cose senza dirti nulla, puoi investire un gatto o licenziare un dipendente.

Ti lascio con una sola raccomandazione: scegli bene, perché il mondo può cambiare, in meglio o in peggio, 14 minuti alla volta.

PS: Se nonostante le mie parole ti interessa ancora la faccenda scientifica, qui trovi l’articolo che parla dei miei 14 (e rotti) minuti di gloria: Articolo su Nature. Leggerlo è un modo come un altro per trascorrere i tuoi.

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