Atelier d'artista: Raffaele Santillo

Raffaele Santillo nel suo atelier di Pordenone. Foto: Massimo Pistore
"Un ricordo è un'immagine che ritorna dopo tanto tempo, perde la nitidezza e diventa evanescente. Questo è un aspetto che mi piace, perché permette a chi dipinge, e a chi osserva l'opera, di ritrovare in una immagine indefinita qualcosa in cui riconoscersi". Nei lavori realizzati da Raffaele Santillo, protagonista del trentasettesimo episodio delle serie dedicata ad artisti e spazi di creazione, vi sono le tracce di una memoria personale e condivisa: attimi rubati al tempo, trasformati in dipinti, in cui anche chi osserva quel ricordo su tela può scorgere una parte di sé.
Artista campano, Santillo vive e lavora a Pordenone dalla fine degli anni Novanta. Studia Architettura all'Università Federico II di Napoli e solo in una seconda fase di vita sceglie di dedicarsi completamente alla sua passione vera, la pittura, rispondendo a una vocazione e nel tentativo di sperimentare e migliorare sempre. "Con le mie opere cerco di tornare al passato - spiega -, a un vissuto lontano" legato soprattutto all'infanzia a Santa Maria Capua Vetere, dove è nato nel 1966. "Dipingo i ricordi più belli, rielaborando fotografie della mia famiglia o chiedendole anche in prestito agli amici. Altre volte parto dalle immagini contenute nei libri. Uso quelle immagini fino a un certo punto, poi le lascio", per permettere all'opera in lavorazione di esprimersi e trovare la propria strada.
“ Dipingo i ricordi più belli, rielaborando fotografie della mia famiglia o chiedendole in prestito agli amici Raffaele Santillo
Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore
Lo spazio in cui lavora Santillo ha diverse anime e funzioni: è uno studio, dedicato alla creazione e alla riflessione, ed è vivace luogo di incontro e confronto, aperto alla città e alla comunità artistica non solo del territorio: "Mi sono spostato qui nel 2019, questo spazio mi piace, l'ho chiamato Margine perché è 'a margine' del centro storico di Pordenone. Qui lavoro e ospito mostre di altri artisti, sia personali che collettive. La condivisione è un modo di vivere che mi appartiene, sin dall'infanzia".
L'atelier/galleria è essenziale ma accogliente e ricco: sono tante le opere appese, a terra, sistemate sul tavolo, in lavorazione. Dai dipinti già conclusi, che restano a popolare lo studio, spesso Santillo prende ispirazione per altri lavori: "L'osservazione dell'immagine mi condiziona e può determinare un nuovo inizio, le scelte successive. Il lavoro è suggerito anche da quello che c'è intorno".
“ L'osservazione dell'immagine mi condiziona e può determinare un nuovo inizio, le scelte successive Raffaele Santillo
Le tele vengono preparate dall'artista e fissate su una tavola: "Realizzo un disegno iniziale, poi scelgo un colore di base che mi permetta di donare al dipinto una sorta di atmosfera. Uso il colore in maniera molto liquida e trasparente, solo in alcuni casi diventa corposo, preferisco sfruttare la luce che proviene dal chiarore di fondo".
Santillo inizia dipingendo su piccoli formati, “una scelta che ha origine nella mia esperienza giovanile ed è legata all'abitudine di dipingere su carta. Ancora oggi le tele di piccoli dimensioni sono il formato in cui mi trovo maggiormente a mio agio. La piccola tela mi permette un approccio intimo e ravvicinato, con lo sguardo riesco a coprire tutta la superficie. Tuttavia, negli ultimi anni, ho provato a lavorare anche con un formato più grande: cambia l'approccio, cambia la gestualità e, persino, il modo di pensare l'opera".
Atelier d'artista
Una serie ideata e realizzata da Francesca Boccaletto e Massimo Pistore
Intervista di Francesca Boccaletto, riprese e montaggio di Massimo Pistore
Con la consulenza artistica di Giulia Granzotto
Tutti gli episodi della serie Atelier d'artista sono QUI