SOCIETÀ

Acquisti in quarantena: carta igienica o bicicletta?

Tra i vari vasi di Pandora che la quarantena ha scoperchiato, ci sono le nostre abitudini di consumo. Doctor House diceva che in punto di morte gli altri possono scoprire le nostre vere priorità (in quella puntata, per la cronaca, la priorità del paziente era il suo cane). La quarantena non svela altrettanto, ma mette bene in luce ciò che percepiamo come generi di prima necessità.

Non ci sono ancora dati ufficiali, ma a giudicare dalle foto dei carrelli circolate sui social, i prodotti per l'igiene e la disinfezione se la sono giocata con le bottiglie d'acqua e il lievito, che hanno osato minacciare l'impero della regina incontrastata di ogni crisi: la carta igienica.
Ci sono poi tutti gli acquisti apparentemente immateriali, ma fondamentali in periodo di lockdown, come l'abbonamento a canali televisivi di intrattenimento o alle app per fare sport fra le mura di casa. In Italia, da questo punto di vista, c'era poco da stare allegri: fare sport entro 200 metri dalla propria dimora non era così immediato, tanto più che per mantenere il distanziamento sociale bisognava sperare di avere dei vicini poltroni.

Nel frattempo in Australia le cose andavano un po' diversamente e le norme da rispettare non erano così severe. Del resto, parliamo di un paese dove non ci si fa problemi a surfare con gli squali che vedono in te un lauto pasto, o a uscire anche sapendo che ci sono ottime possibilità di incontrare sul tuo cammino uno degli animali più velenosi del globo, quindi probabilmente la soglia del senso del rischio da quelle parti è un po' più alta.

Però qualche restrizione c'era: per esempio non si poteva prendere la macchina, salvo motivi di comprovata necessità.
La soluzione, a quanto pare, è stata la bicicletta. C'è stato negli ultimi mesi un inaspettato boom di acquisti, in un settore che temeva invece di risentire molto della crisi. In un articolo pubblicato dal Guardian, Grant Kaplan, manager di Giant Sydney, un negozio di biciclette della città più popolosa del continente, ha dichiarato che le biciclette sono la nuova carta igienica, e mentre lui temeva di dover chiudere si è trovato invece a far fronte a una richiesta incredibile che ha fruttato 40.000 dollari australiani in ogni sabato della quarantena, e una cifra non lontana negli altri giorni della settimana.

Non è un caso isolato, visto che la bikeNOW di South Melbourne dichiara cifre simili. Il negozio, di solito, si rivolge a clienti di fascia alta, disposti a investire anche 15.000 dollari (circa 9.000 euro) per un prodotto top, ma durante la quarantena i modelli più venduti erano quelli base, da 700 dollari australiani. Molto probabilmente, quindi, la clientela non era composta da appassionati della prima ora e professionisti, ma da famiglie che volevano continuare a fare un po' di movimento durante la quarantena e che non si accontentavano delle app di fitness, né dei dispositivi che consentono di collegare la propria bicicletta al pc per simulare un itinerario, dispositivi che, in ogni caso, hanno visto da marzo un aumento della richiesta da parte dei professionisti. Anche quando il lockdown sarà finito, è probabile che gli australiani continueranno ad andare in bicicletta, perché i mezzi pubblici non saranno sicuri se non si potrà mantenere il distanziamento sociale.

Anche in Italia si cercano alternative al trasporto pubblico: la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ha promesso incentivi per l'acquisto di bici e monopattini, in modo che chi non abita troppo distante dalla sede di lavoro possa prendere in considerazione di non affollare autobus, tram e metro salvaguardando l'ambiente e non usando l'auto. L'unica domanda è se il nostro paese saprà cogliere la sfida e creare percorsi adeguati.

Ora in Australia, ma probabilmente non solo, il problema è uno: stanno per finire le scorte. Le biciclette, infatti, sono importate per la maggior parte da Cina e Taiwan, e la richiesta non sembra destinata a diminuire. Non rimane quindi altro da fare se non brevettare le biciclette di carta igienica per chiudere il cerchio.

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