SOCIETÀ
Calo delle nascite in Italia: "Precarietà giovanile tra le cause principali"
I dati demografici rilasciati da pochi giorni dall’Istat e relativi alla situazione dell’Italia non sono certamente incoraggianti: nel 2019 su 100 decessi abbiamo avuto 67 nascite. Dieci anni prima il rapporto era di 100 a 97. È come se in un anno il nostro Paese perdesse 200mila abitanti, equivalenti a una città di medio-grandi dimensioni. Quali sono le cause strutturali profonde che ci hanno fatto arrivare a questo punto? “La demografia è una scienza che funziona solo per lunghi periodi – spiega il professor Fabrizio Tonello – sappiamo che nelle civiltà industriali la riduzione del numero dei figli è un processo che risale a molti decenni fa. Nell’arco dell’ultimo mezzo secolo il numero di figli per donne in età fertile è calato drasticamente”. Le cause sono varie e concatenate tra loro: “Al centro ci sono i cicli di vita così come sono stati costruiti e alterati. Da una parte abbiamo avuto un allungamento del periodo di scolarità con un ingresso tardivo nell’età lavorativa, d’altra parte l’Italia ha il record europeo della disoccupazione giovanile”. Non si deve parlare di disoccupazione solo in senso stretto, “ma anche della precarietà strutturale del lavoro giovanile – spiega ancora Tonello – in questi ultimi 10 anni c’è stato un aumento della precarietà che ha modificato la volontà di procreare: si fanno figli quando si vede una prospettiva e una ragionevole aspettativa di poterli crescere bene”.