SOCIETÀ
La diseguaglianza uccide: il rapporto Oxfam racconta un'emergenza spesso taciuta
Immaginate la disuguaglianza come una mitragliatrice perennemente carica e perennemente puntata contro la povera gente, contro gli emarginati, gli esclusi, gli ultimi. E non è un problema di sola etica. Perché la gigantesca disparità nella distribuzione della ricchezza e dei redditi (una forbice che continua a dilatarsi ogni anno di più, oltre l’immaginabile) si riflette inesorabilmente sulla qualità della vita reale delle persone: l’accesso alle cure sanitarie, all’alimentazione, all’istruzione. Ebbene: quella mitragliatrice spara e non si ferma mai. E uccide, nel mondo, 1 persona ogni 4 secondi: 21mila al giorno, oltre 7 milioni e mezzo ogni anno. Bambini, donne e uomini che muoiono per mancanza di accesso all'assistenza sanitaria, per violenza di genere, per fame e disgregazione climatica. E la pandemia da Covid 19 non ha fatto che peggiorare la situazione, aggravando le difficoltà degli ultimi e premiando i super ricchi: basti pensare che nei primi due anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni toccando quota 1.500 miliardi di dollari (guadagnando qualcosa come 15.000 dollari al secondo, 1.3 miliardi di dollari al giorno). Mentre, sempre negli ultimi due anni, si stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà a causa della pandemia. È la denuncia, l’ennesima, firmata da Oxfam International (la confederazione delle organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale) che nel suo nuovo rapporto Inequality Kills, appena pubblicato, torna a mettere il dito proprio in quella piaga che può essere considerata alla stregua di un nuovo virus, da combattere, da temere. «Non è mai stato così importante iniziare a correggere i torti violenti di questa oscena disuguaglianza, recuperando il potere e la ricchezza estrema delle élite, anche attraverso la tassazione, riportando quei soldi nell’economia reale e salvando vite umane», ha commentato Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International. Se i 10 super miliardari decidessero di spendere tutti i loro averi al ritmo di un milione di dollari ciascuno al giorno, impiegherebbero 414 anni.
Sessantacinquemila dollari al minuto
Il tema toccato da Oxfam è delicato e complesso: non c’è governo al mondo (uniche eccezioni Argentina e Colombia) che in questi ultimi due anni sia riuscito ad aumentare la tassazione sulle ricchezze dei più ricchi, nonostante l’enorme costo della lotta alla pandemia. «La disuguaglianza a tale ritmo e scala sta accadendo per scelta, non per caso», ha precisato Gabriela Bucher. «Non soltanto le nostre strutture economiche ci hanno reso meno sicuri contro questa pandemia, ma stanno attivamente consentendo a coloro che sono già estremamente ricchi e potenti di sfruttare questa crisi per il proprio profitto». Per dire dei nuovi miliardari nell’era Covid: le aziende produttrici dei due vaccini più diffusi al mondo, Pfizer, BioNTech e Moderna, continuano a realizzare, mediamente, profitti per 65mila dollari al minuto (sempre secondo la stima di Oxfam, che ha analizzato i dati forniti dalle stesse aziende). Vaccini venduti quasi esclusivamente ai paesi ricchi. I Paesi a basso reddito hanno ricevuto finora lo 0,1% delle dosi prodotte da Pfizer e BioNTech, e lo 0,2% di quelle di Moderna. In questi Paesi, a oggi, il 95% della popolazione non ha ancora completato il ciclo vaccinale. Una pandemia che non ha soltanto ucciso oltre 5 milioni e mezzo di persone, ma che ha portato a una riduzione del reddito per il 99% della popolazione mondiale. Scrive Oxfam nel suo rapporto: «Il surplus patrimoniale del solo Jeff Bezos (fondatore di Amazon) nei primi 21 mesi della pandemia, pari a 81,5 miliardi di dollari, equivale alla stima del costo completo della vaccinazione (due dosi + booster) per l’intera popolazione mondiale».
Danny Sriskandarajah, amministratore delegato di Oxfam GB, ha dichiarato alla Bbc: «Quel che sta succedendo quest’anno è fuori scala. Durante questa pandemia è spuntato fuori un nuovo miliardario quasi ogni giorno, mentre nel frattempo il 99% della popolazione mondiale soffre a causa dei lokdown, del calo del commercio internazionale, del crollo del turismo internazionale. C’è qualcosa di profondamente difettoso nel nostro sistema economico». Così 163 milioni di persone sono scivolate oltre il confine della povertà, che la Banca Mondiale ha fissato (nei Paesi a reddito medio-alto) a quota 5,50 dollari al giorno, pari a circa 4,80 euro. Oltre alle minoranze etniche e ai paesi in via di sviluppo, a rimetterci di più sono soprattutto le donne, che hanno perso 13 milioni di posti di lavoro dal 2019, e con una contrazione di 800 miliardi di dollari di guadagni nel 2020. Oltre 20 milioni di ragazze rischiano di non poter tornare a scuola. E il problema non è la carenza di denaro, anzi. Il problema è la direzione che quel denaro prende. «Quella bugia è morta – ha commentato ancora la Direttrice Esecutiva di Oxfam International - quando i governi hanno investito 16mila miliardi di dollari per rispondere alla pandemia. C’è solo una carenza di coraggio e immaginazione per liberarsi dalla camicia di forza fallita e mortale del neoliberismo estremo». Un allarme ripreso perfino dalla stessa Banca Mondiale, che lo scorso mese prefigurava un rallentamento della crescita globale tra il 2022 e il 2023, con un aumento dell’inflazione, del debito e della disuguaglianza di reddito. «La crescente disuguaglianza e le sfide alla sicurezza sono particolarmente dannose per i paesi in via di sviluppo», aveva ammonito il presidente della Banca mondiale, David Malpass.
L’appello dei super ricchi: «Fateci pagare più tasse»
E se addirittura un gruppo di oltre cento miliardari sente l’urgenza di lanciare un appello ai leader dei governi del mondo chiedendo di pagare più tasse, ecco che il cerchio si chiude, anche se a un passo dal paradosso. E’ accaduto pochi giorni fa in occasione in occasione della “Davos virtuale” del World Economic Forum. Il gruppo, che si fa chiamare “Milionari patriottici”, ha inviato una lettera aperta ai leader politici ed economici nella quale si critica l’attuale sistema di tassazione globale (compreso il recente accordo sulla tassazione minima per le multinazionali, al 15%, giudicato insufficiente). Scrivono i miliardari: «La maggior parte di noi può dire che, mentre il mondo ha attraversato un’immensa quantità di sofferenza negli ultimi due anni, abbiamo effettivamente visto la nostra ricchezza aumentare durante la pandemia. Ma pochi o nessuno di noi può onestamente dire che paghiamo il giusto di tasse». Ancor più esplicita Gemma McGough, imprenditrice britannica e membro fondatore di “Patriotic Millionaires”: «E’ ora di correggere i torti di un mondo ineguale. È ora di tassare i ricchi». Un tema, quello della disuguaglianza, che sta sempre più diventando un problema economico, oltre che sociale e morale. Come scriveva pochi mesi fa il New York Times, citando uno studio degli economisti Anne Case e Angus Deaton: «La crescente disuguaglianza economica è una delle cause centrali della stagnazione americana. Con più anni di prove ora disponibili, la svolta verso l’economia del laissez-faire alla fine del 20° secolo - compreso il forte calo delle aliquote fiscali sui ricchi - sembra aver aiutato principalmente i ricchi, non l'intero paese».
Denunce che si susseguono, evidenze sempre più drammatiche e governi che, più per presunta convenienza che per lungimiranza politica, continuano a rinviare la soluzione del problema. Come se la politica, la “qualità” della politica, non riuscisse più a stare al passo con i tempi. Eppure le soluzioni ci sarebbero per invertire la rotta, per tentare quantomeno di arginare le sproporzioni. Oxfam ha provato a elencarle. «Tassare la nuova ricchezza realizzata dall'inizio della pandemia attraverso imposte permanenti sul patrimonio e sul capitale. Investire i proventi di queste tasse nella spesa progressiva per l’assistenza sanitaria universale e la protezione sociale, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione della violenza di genere. Eliminare le leggi che discriminano le donne e le razze e creare nuove leggi sulla parità di genere per sradicare la violenza e la discriminazione. Porre fine alle leggi che minano i diritti dei lavoratori e stabilire standard legali più rigorosi per proteggerli». Infine l’ultimo punto: «Rinuncia alle norme sulla proprietà intellettuale sulle tecnologie dei vaccini Covid-19 per consentire a più paesi di produrre vaccini sicuri ed efficaci». L’amministratore delegato di Oxfam GB, Danny Sriskandarajah, ha così riassunto la situazione al Guardian: «L’attuale generazione di leader può iniziare a correggere questi torti introducendo tasse progressive sul capitale e sulla ricchezza, e distribuendo tali entrate per salvare vite umane e investire nel nostro futuro. Dovrebbero assicurarsi che l’eredità a lungo termine di Covid-19 sia un’assistenza sanitaria universale di qualità e una protezione sociale per tutti. I governi hanno un’opportunità storica di sostenere audaci piani economici basati su una maggiore uguaglianza, in grado di cambiare il corso mortale su cui ci troviamo».