CULTURA

Duecento anni e non sentirli: ecco perché (ri)leggere Flaubert

Il 12 dicembre del 1821, cioè esattamente duecento anni fa, nasceva a Rouen Gustave Flaubert, uno scrittore che ha dato un contributo molto importante al genere del romanzo moderno.
Certo, se ti capita di scrivere Madame Bovary poi è dura essere alla tua stessa altezza, ma anche con Salammbô, il romanzo storico ambientato ai tempi di Cartagine, riuscì a ottenere un certo successo.
Flaubert ci ha poi riprovato con L'educazione sentimentale, ma lì qualcosa è andato storto e l'accoglienza riservata a quest'opera è stata molto più fredda, sia quella di una certa parte della critica sia, soprattutto, quella del pubblico.
Il corto circuito forse si è verificato perché la l'impianto narrativo differiva da quello classico: L'educazione sentimentale è una sorta di tragedia in sordina, senza i drammi di Emma Bovary o la grandiosità di Salammbô, e forse il pubblico non aveva tutti gli strumenti per affrontare la portata rivoluzionaria del testo.

Per comprendere meglio i motivi per cui L'educazione sentimentale è un libro in anticipo sui tempi e non risente dei suoi quasi 200 anni, abbiamo intervistato Marika Piva, professoressa di letteratura francese del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell'università di Padova.

Servizio di Anna Cortelazzo e montaggio di Elisa Speronello

L'educazione sentimentale è una storia di disillusione, che caratterizza quasi tutti i suoi personaggi ma in particolare il protagonista Frédéric, innamorato di Mme. Arnoux, una donna sposata più vecchia di lui. La passione di Frédéric è intensa, ma non abbastanza per smuovere le resistenze della donna, che forse lo ama, ma non cede mai. "È - spiega Piva - una sorta di romanzo delle occasioni mancate dove niente andrà a buon fine e tutto si trascina in un tempo estremamente lungo, che lascia quindi il lettore, soprattutto quello dell'epoca, estremamente insoddisfatto".
Anche nel 2021, però, se ci si fa prendere dalla lettura, viene voglia di entrare nel romanzo come se Frédéric fosse un nostro amico, strattonarlo un po' e dirgli di fare qualcosa, perché altrimenti si ritroverà a rimpiangere la sua giovinezza e il ricordo di un bordello, pensando che tutto sommato la vita sarebbe potuta essere molto più semplice, un po' come deve essere successo a Paul Verlaine mentre, in altri anni, guardava il cielo che sovrastava la sua cella:

Dio mio, Dio mio, la vita è là, semplice e tranquilla. Quel placido brusio viene dalla città. Che hai fatto, tu che sei qui e piangi senza fine, di', che ne hai fatto, tu che sei qui, della tua giovinezza? Paul Verlaine - Il cielo è al di sopra del tetto

E in ogni caso, l'inerzia di Frédéric è talmente radicata che anche se riuscissimo a entrare davvero nel romanzo non potremmo farci nulla. Del resto, con un po' di onestà intellettuale potremmo anche chiederci se saremmo i più titolati per dare a questo ragazzo un consiglio qualsiasi: stiamo vivendo la vita che sognavamo? Come stanno i nostri ideali di un tempo? La verità è che, salvo illuminate eccezioni, Flaubert nel libro rappresenta uno stato d'animo molto comune, quell'irrimediabile malinconia di chi ha molti sogni ma non riesce ad aggredire la vita per andarseli a prendere. In questo senso L'educazione sentimentale è la storia di tutte quelle persone che non riescono a essere all'altezza dei loro stessi ideali, che sembrano nate per aspettare che sia troppo tardi. Per l'amore, per la rivoluzione, o anche solo per farsi una famiglia. E non è un caso che, come ricorda Marika Piva, il sottotitolo dell'opera era "storia di un giovane uomo": non c'erano nomi propri, poteva essere chiunque. E così dobbiamo ammetterlo: siamo tutti un po' Frédéric mentre contempla la sua Mme. Arnoux, sopraffatto forse più dalla paura di averla che di perderla.

Ogni vera passione è senza speranza, altrimenti non sarebbe una passione ma un semplice patto, un accordo ragionevole, uno scambio di banali interessi Sándor Márai - Le braci

Del resto lo aveva detto lo stesso Flaubert a proposito del romanzo: "Voglio fare la storia morale degli uomini della mia generazione. Sentimentale, a dire il vero. È un libro d'amore e di passione, ma la passione così come può esistere adesso, vale a dire inattiva". L'educazione sentimentale è la storia di tutti quei ragazzi che erano giovani nel 1848, in una situazione politica precaria che forse ha avuto un impatto anche su altri aspetti della loro vita. Potremmo non aver voglia di riprendere in mano un libro che ci ricorda quello che eravamo e che abbiamo perso nel più assoluto silenzio ma, spiega la professoressa Piva: "Siamo di fronte a una situazione che ci ricorda, ahinoi, piuttosto da vicino quello che i giovani vivono in questo periodo storico. Si è a lungo dibattuto sul fatto che si tratti di una forma di nichilismo da parte di Flaubert, ma c'è una lettura più aperta che mi sento di sposare che vede in questa visione dell'ideale di Flaubert non tanto la distruzione delle illusioni, ma l'accettazione che l'ideale per essere tale deve essere sempre uno slancio, deve sempre essere inseguito, perché qualsiasi realizzazione in realtà è manchevole rispetto a quella che potrebbe essere la forma perfetta. In questo senso il romanzo di Flaubert potrebbe diventare da un punto di vista letterario una meta romanzo, un romanzo che parla del romanzo e dell'ossessione di Flaubert per la scrittura che porta a un'ascesi, e per un lettore moderno potrebbe diventare l'invito a cercare sempre una via d'uscita, un'alternativa che potrebbe portare a una situazione diversa rispetto a quella che viviamo".

Siamo tutti un po' Frédéric, come dicevamo, ma uscire da quella rete di illusioni infrante non è impossibile, e forse, ogni tanto, vale ancora la pena di lottare.

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