La professoressa Rosamaria Salvatore, docente di Storia e critica del cinema e Cinema e psicoanalisi all'Università di Padova, omaggia il genio di Federico Fellini, nel centenario della nascita (1920-2020), concentrandosi sulla scena finale de La dolce vita a partire da una lettura che prende spunto dalla sua formazione psicanalitica.
"Marcello è attratto da un mostro morto che i pescatori hanno portato sulla spiaggia, dal suo occhio cieco che richiama l'informe e la dimensione dello sguardo che è stata percorsa più volte da Fellini nei suoi disegni nel Libro dei sogni".
E ancora: "L'informe è sotterraneamente presente in un film come La dolce vita, in cui la dimensione onirica e fantasmatica tratteggia alcune sequenze, a partire dalla scena della fontana: nell'ideale di bellezza assoluta, rappresentato da Sylvia, possiamo notare una sorta di schermo bifronte in cui l'altra faccia di questa bellezza è rappresentata dall'immagine del mostro con l'occhio cieco che guarda il protagonista".