Da dove proviene la gallina domestica? Un nuovo studio sul genoma di questo volatile ha smentito l'ipotesi che collocava la sua domesticazione nella Cina settentrionale e nella valle dell'Indo.
Lo studio, pubblicato su Cell Research, è stato condotto da un gruppo di ricercatori della Chinese Academy of Sciences Kunming Institute of Zoology, guidati da Ming-Shan Wang.
Fin dall'antichità la gallina (Gallus gallus domesticus) ha ricoperto un ruolo importante nelle culture di tutto il mondo: allevate come fonte di proteine animali e per il loro piumaggio, sfruttate per scopi ludici, come nelle gare di combattimento tra galli, e per fini religiosi. Le galline sono ad oggi uno degli animali domestici più comuni al mondo, ma nonostante questo, le origini geografiche e la collocazione temporale della loro domesticazione sono ancora discusse.
Questo studio costituisce la più grande iniziativa di sequenziamento del genoma del gallo domestico e di tutte le specie di uccelli selvatici della giungla su scala globale fatta fino ad oggi, il cui obiettivo è di portare luce sull'origine della domesticazione della gallina.
Il team di Wang ha sequenziato e analizzato 863 genomi da un campionamento svolto su esemplari provenienti da tutto il mondo, che comprende le quattro specie dei cosiddetti "galli della giungla" (G. gallus gallus, G. gallus varius, G. gallus sonnerati, G. gallus lafayettii) oltre a ciascuna delle cinque sottospecie del red jungle fowl (Rjf), ovvero il gallo rosso della giunga, (G. g. gallus, G. g. spadiceus, G. g. jabouillei, G. g. murghi e G. g. bankiva).
Per ottenere la maggior variabilità genetica possibile tra sottospecie Rjf, sono stati presi campioni di ciascuna sottospecie provenienti da almeno tre luoghi geograficamente distanti tra loro. Nonostante sia impossibile avere la certezza che non vi fosse contaminazione del loro genoma con il gallo domestico, la strategia di campionamento e sequenziamento utilizzata dovrebbe aver minimizzato l'errore sui risultati dell'esperimento.
Lo studio genomico è risultato determinante nel rivelare nuove informazioni sulla storia evolutiva della gallina domestica: le analisi dimostrano come questi uccelli abbiano subito adattamenti genetici responsabili di tratti comportamentali, morfologici e riproduttivi unici. Questo testimonia ancora una volta come la convivenza e il controllo da parte dell'uomo siano in grado di apportare modifiche sostanziali su comportamento, fisiologia e ciclo biologico di una specie.
Secondo Olivier Hannotte, coautore della ricerca e genetista dell'università di Nottingham, i dati raccolti suggeriscono che inizialmente i galli domestici derivassero dalla sottospecie Rjf (Gallus gallus spadiceus), che attualmente vive nella Cina sud-occidentale, nel nord della Thailandia e in Myanmar. In un momento successivo all'addomesticamento i volatili sarebbero poi stati esportati nel sud-est asiatico e in tutta l'Asia meridionale, dove, infine, sarebbero nati nuovi incroci a livello locale. Questo studio, inoltre, aggiunge elementi fondamentali per la comprensione di quali fossero le caratteristiche che hanno portato alla loro selezione e all'addomesticamento da parte dell'uomo, e di come si affermarono l'agricoltura e le prime reti commerciali in quest'area.
Dalla biologia all'archeologia, sono molte le discipline che nel tempo si sono spese per ricostruire il percorso di domesticazione della gallina. La storia della ricerca in questo campo è affascinante: fu Charles Darwin il primo a sostenere che il gallo domestico discendesse dal gallo rosso della giungla, ipotizzando che la sua prima domesticazione fosse avvenuta in India. Tuttavia, non possedeva elementi per poter individuare da quale delle cinque sottospecie del gallo rosso derivasse quello domestico. Dopo di lui, sulla base dei dati archeologici, si era ritenuto che la gallina fosse stata addomesticata inizialmente, circa 9000 anni fa, nella Cina settentrionale e in un secondo momento, 5000 anni dopo, in Pakistan. Gli archeologi avevano tentato di determinare le coordinate spazio-temporali della domesticazione in base ai rinvenimenti di ossa, ma l'assenza di marcatori osteo-morfologici, ovvero tratti cartteristici che permettono di distinguere con certezza le cinque sottospecie Rjf, aveva impedito fino ad ora di stabilire l'origine di questa specie.
Ma il contributo dell'archeologia non si è concluso: come sostiene Olivier Hannotte, serviranno nuovi studi per determinare i processi che hanno spinto l'uomo ad addomesticare la gallina. Sarà inoltre interessante capire se la domesticazione si sia completata prima che, 4500 anni fa, iniziasse la coltivazione del riso e del miglio.
La ricerca è stata accolta con grande fervore dalla comunità scientifica, e, come sottolinea Melinda Zeder, archeozoologa della Smithsonian Institution, si tratta di uno studio "affascinante" che porta in luce la complessità della storia della domesticazione e della diffusione di questa specie.
La nuova ipotesi non sembra però convincere tutti. L'archeologo Jonathan Kenoyer dell'università del Wisconsin ha sottolineato la necessità di ottenere del DNA antico a sostegno della teoria, ritenendo che i genomi degli uccelli moderni non siano in grado di fornire informazioni precise sull'evoluzione della gallina.
Nonostante le perplessità di alcuni, i lavori continuano. Mentre prosegue la collaborazione tra archeologi e genetisti, il gruppo di ricerca di Ming-Shan Wang sta creando un vastissimo set di dati, basato su oltre 1500 genomi di galline provenienti da Asia, Europa e Africa, con l'obiettivo di analizzare la loro diffusione, oltre alle variazioni genetiche che comportano tratti peculiari, come la resistenza alle malattie e la produzione di uova.