SOCIETÀ

La giungla dei cosmetici, tra naturali e bio, secondo Beatrice Mautino

Quello dei cosmetici è un mondo in cui, per i consumatori, è estremamente difficile orientarsi. Se andiamo anche solo al supermercato, per non parlare delle profumerie e delle farmacie, ci troviamo di fronte scaffali immensi, con prodotti che si sfidano a fare la stessa cosa, ma meglio dei vicini di scaffale. Appaiono bollini e definizioni come "bio", "ecobio", "naturale", ma non c'è una sola etichetta che ci spieghi cosa significhino queste diciture.

E poi c'è il marketing, quello che fa sì che i prodotti "senza" (senza siliconi, senza parabeni, senza qualsiasi cosa) siano percepiti come più desiderabili dei prodotti "con", magari solo perché alcune sostanze sono cadute in disgrazia, come è capitato a tensioattivi come l'Sls che secondo una catena di Sant'Antonio densa di toni allarmistici, sarebbero stati cancerogeni.

Questo era il testo:

Subject: PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI LEGGERE E MEDITARE !

Questa email mi è arrivata da una mia amica che lavora all'ospedale di Bergamo

Ciao, fai molta attenzione alla mail che mi è arrivata... Controlla gli ingredienti sulle bottiglie di shampoo e controlla se contengono una sostanza chiamata SODIUM LAURETH (o lauryl) SULFATE, o semplicemente SLS.
Questa sostanza si trova nella maggior parte degli shampoo, e i produttori la usano perché  fa molta schiuma ed è economica.
Ma il fatto è che l'SLS si usa per strofinare i pavimenti dei garage ed è molto forte.
È anche provato che può provocare il cancro a lungo andare, e questo non e' uno scherzo. Il livello di cancerosita è pari a quello del benzene.
[qui vengono indicati dei prodotti che contengono sls ndr]. Allora ho chiamato una ditta e gli ho detto che il loro prodotto contiene una sostanza che farà venire il cancro.
Hanno risposto:"Si , lo sappiamo, ma non possiamo farci niente perché abbiamo bisogno di quella sostanza per produrre la schiuma."
Anche il dentifricio *** [asterischi nostri ndr] contiene quella sostanza per produrre le bolle. Dicono che mi manderanno delle informazioni. La ricerca ha dimostrato che negli anni'80 le probabilità di prendere il cancro erano 1 su 800 e ora, negli anni '90, sono 1 su 3, e ciò è molto preoccupante.
Così  spero che prendiate questa lettera sul serio e la passiate a tutti quelli che conoscete, nella speranza di impedire di provocarci il cancro..

La cosa è seria, dopo che avete letto questa lettera cercate di informare tutti quelli che potete.

Contengono quella sostanza:

[lunga lista di prodotti, comunissimi ndr]

Se hai ancora dubbi leggi "salute" il settimanale di repubblica sulla salute del 9 novembre 2000. alla pag 40-41 (riquadro verde in alto al centro) troverai un articolo che parla proprio di questa sostanza.
Conclusione: nessuno nega la presenza di tale sostanza, ma la giustificano; anzi, per motivi puramente economici, dicono che le basse dosi sarebbero ininfluenti, ma una bassa dose con la doccia,una per lavare i denti , una per lavare i capelli ..... a lungo andare quanto fa?

e se coloro che giustificano l'utilizzo di tale sostanza invece di pensare alla salute dei consumatori pensassero solo a non fare andare in rovina le multinazionali?

Terrorizzante, no? E poco importa che molti debunker, tra cui Paolo Attivissimo, abbiano smontato la bufala, e che il citato inserto di Repubblica smentiva, e non confermava, la nocività della sostanza: qualcosa è rimasto, tanto che ora, senza apparente motivo, molti prodotti si vantano, nell'etichetta, di non contenere questo ingrediente.

Dell'episodio parla anche Beatrice Mautino, biotecnologa e divulgatrice nel suo libro Il trucco c'è e si vede, nel quale spiega come in molti casi i consumatori siano volutamente ingannati dal marketing che arriva ad approfittarsi delle paure più ataviche di chi, di fronte a uno scaffale con 15 tipi di shampoo differenti, non sa proprio cosa scegliere. Mautino spiega che i prodotti senza SLS hanno semplicemente sostituito questa sostanza (un solfato) con altre sostanze abbastanza simili da avere gli stessi effetti (compresa la cancerosità, se ci fosse!) ma abbastanza diversi da non portare lo stesso nome.
Non è questo l'unico caso in cui il consumatore viene volutamente messo in difficoltà: nel libro sono elencati moltissimi altri casi (per esempio per un certo periodo veniva ripetuto il claim "la cellulite è una malattia", cosa assolutamente falsa, nonostante il suffisso), ma siamo stati incuriositi dalle questioni che riguardano i prodotti naturali.

Alle menti critiche queste definizioni fanno scattare una serie di domande selvagge, ma cerchiamo di metterle in ordine: cosa si intende per "prodotto naturale"? Esiste davvero? Perché a rigor di logica anche l'acqua, una sostanza percepita come tra le più naturali esistenti, tanto che buona parte del nostro corpo la contiene, tanto naturale non è, visto che è composta da elementi chimici. Qualcuno, però, avrà sicuramente pensato a fare una distinzione ufficiale, che ci spieghi per bene cosa dobbiamo utilizzare per essere al sicuro, oppure no? Insomma, ci sarà pure una classificazione che distingua il "naturale-un-pochino-chimico" dal "potentemente-chimico"! Un documento normativo che spieghi la differenza tra bio, eco-bio e naturale ci sarà, altrimenti come possono i cosmetici effigiarsi di queste caratteristiche? Per fare chiarezza su questi punti abbiamo intervistato Beatrice Mautino, che, oltre al libro citato, ha pubblicato il nuovo La scienza nascosta dei cosmetici.

Intervista a Beatrice Mautino - Servizio di Anna Cortelazzo e montaggio di Elisa Speronello

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