SCIENZA E RICERCA

Ingenuity e Perseverance, un anno dopo

Poco più di un anno fa, il 18 febbraio 2021, il rover Perseverance è atterrato sulla superficie marziana, e sono passati quasi 12 mesi da quando Ingenuity si è librato per la prima volta nell’atmosfera marziana. Era infatti il 19 aprile 2021 quando il drone, o quadricottero se vogliamo essere più precisi, ha fatto il suo primo volo, durato circa 40 secondi. 

Secondo Maurizio Pajola, ricercatore Inaf dell’Osservatorio astronomico di Padova, è proprio Ingenuity a rappresentare l’aspetto più entusiasmante della missione Nasa su Marte: “quel quadricottero in realtà aveva un tempo di vita limitato di circa quattro voli, invece ora stiamo parlando del diciannovesimo (ndr: quando l'intervista è stata registrata)”. Perché questo piccolo drone ha suscitato così tanto entusiasmo, fin dal primissimo volo? Riuscire a volare nell’atmosfera marziana non è semplice come sulla Terra, perché la sua densità è circa un millesimo rispetto alla nostra, di conseguenza per potersi innalzare e spostare le pale devono ruotare a una velocità molto maggiore. Continua Pajola: “Già la logica di poter decollare e stare in volo per 30 secondi a tre metri d’altezza non era per niente ovvia. Ingenuity è una sorta di scout program, ovvero comprendere se potenzialmente fosse possibile”. Recentemente il quadricottero ha ultimato il volo numero 22, e ogni volo in più è una sorta di regalo che permette però anche di pensare delle future missioni marziane, in cui ci si potrà spostare velocemente in atmosfera e non rimanere ancorati agli spostamenti solo sulla superficie. Ingenuity può quindi fornire a studiosi e ricercatori importanti parametri ingegneristici per guardare al futuro. “Come si dice da noi l’appetito vien mangiando” continua il dottor Pajola, “l’elicottero è stato utilizzato per fare dei passi più distanti dal rover e anticipare il percorso che questo dovrebbe compiere per arrivare al delta”. Il delta è relativo al fiume che aveva formato un lago nel cratere Jezero, il sito di atterraggio di Perseverance. Questi ultimi voli quindi sono stati utilizzati per anticipare il percorso del rover e per verificare che questo sia libero da zone rischiose (terreno sabbioso, dune, ecc). Oltre a guidare Perseverance, Ingenuity ha anche iniziato a fare scienza, catturando delle immagini dei depositi che osserva dall’alto e grazie a queste informazioni gli scienziati possono indirizzare il rover verso il sito in cui ha trovato rocce più interessanti.

Intervista a Maurizio Pajola dell'Osservatorio astronomico di Padova Inaf

Per quanto riguarda Perseverance il successo non sta nell’averlo fatto arrivare su Marte, infatti il suo gemello Curiosity è atterrato nel 2012 sul cratere Gale e quindi, di fatto, si è trattato di una ripetizione, una conferma di ciò che era già accaduto. I successi di Perseverance stanno nella chiara analisi dei depositi rocciosi su cui è atterrato: “c’è qualcosa che cozza contro l’interpretazione geologica e geomorfologica del cratere Jezero: siccome c’era un fiume, un alveo fluviale in ingresso a ovest e in uscita a est, il cratere è diventato l’antico letto di un enorme lago. Ci si aspettavano dei sedimenti, come avviene sulla Terra, sul fondo del lago che, una volta essiccato, lascia dei depositi di argilla. In realtà il sito di atterraggio presenta basalti e lava”. Non è la prima volta che le interpretazioni basate su osservazioni dall’esterno non combaciano con le ricerche sul campo, Marte ha infatti evidenti prove geomorfologiche di un antico passato di acqua, ma allo stesso tempo pochissime prove mineralogiche che si sia stata effettivamente acqua. Perseverance ha anche il compito di raccogliere dei campioni di roccia, che vengono inseriti in dei contenitori e abbandonati lungo il percorso. Successivamente una missione andrà a raccoglierli per portarli sulla Terra. In uno dei punti in cui il rover ha scavato per raccogliere i campioni sono stati individuati dei cristalli di olivina all’interno di una matrice di fillosilicato e di pirosseno. Sappiamo che l’olivina si ottiene quando c’è un’alterazione acquosa importante di roccia lavica, basaltica, quindi, spiega ancora Pajola: “si sta iniziando a pensare che il punto in cui il rover è atterrato fosse coperto di sedimenti, ma questi sono stati erosi dal vento in miliardi di anni. Si tratta di un “suggerimento” che c’è stata dall’acqua, ma non è ancora la prova schiacciante”. Sono stati trovati anche dei sedimenti ricchi di carbonio, che però non testimoniano con certezza assoluta la presenza di qualche antica forma di vita. La stessa scoperta è stata fatta da Curiosity sul cratere Gale, quindi ancora una volta, si tratta di una conferma che ci sono diversi composti del carbonio su Marte.

Da Youtube JPL, sommario del primo volo di Ingenuity su Marte

Perseverance ora procede verso il delta, circumnavigando la piana in cui ci sono delle dune, rischiose, con l’obiettivo di analizzare gli strati di sedimentazioni. Perché si è scelto di andare proprio lì? “Nei delta, sulla Terra” risponde Maurizio Pajola “c’è concentrazione di batteri: l’acqua in modo molto tranquillo deposita argilla ed è una sorta di paradiso per i batteri che formano i loro composti. Si vuole andare a vedere se ci sono alterazioni rocciose non dovute alla chimica ma alla biologia, anche se probabilmente non vedremo fossili e nemmeno i batteri stessi.” Il rover dovrebbe arrivare sul delta tra la fine di maggio e gli inizi di giugno, non si sa davvero quanti altri voli potrà fare Ingenuity, gli ingegneri stessi sanno che “ogni giorno può essere l’ultimo” e che la realtà ha già superato di gran lunga le aspettative. In futuro sarà poi l’Agenzia spaziale europea a realizzare un piccolo rover, chiamato fetch rover, che una volta atterrato su Marte seguirà il percorso di Perseverance per raccogliere tutti i campioni abbandonati lungo la via e poi ritornerà alla base, dove ci sarà un razzo della Nasa ad attenderlo, con il compito di entrare in orbita marziana per consegnare a un orbiter il canestro in cui tutti i campioni saranno contenuti. Questo satellite farà quindi rotta verso la Terra e porterà con sé i campioni per essere studiati. Tutto questo potrebbe accadere verso la fine degli anni Venti di questo secolo, con più facilità negli anni Trenta, perché visti i “chiari di Luna di questo periodo storico potrebbe essere molto impegnativo investire determinati fondi per una missione di questo genere". 

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