IN ATENEO

L’università di Padova è tra le 400 aziende dove si lavora meglio in Italia

Sono stati presentati oggi a Palazzo Bo i risultati delle politiche di gestione del personale tecnico amministrativo dell’università di Padova: i traguardi raggiunti hanno permesso all’ateneo di entrare nella classifica della rivista Panorama tra le 400 aziende dove si lavora meglio in Italia, classificandosi anche tra i primi 20 atenei.

La conferenza è stata presieduta dal direttore generale Alberto Scuttari e dal prorettore vicario con deleghe alle politiche di bilancio e al personale Giancarlo Dalla Fontana: “Questa è una buona occasione per fare una sintesi - spiega il prorettore - sulle politiche del personale tecnico amministrativo adottate, le quali hanno avuto un’attenzione particolare in questi anni da parte del rettorato e del governo d’ateneo”.

Il documento relativo ai risultati ottenuti nel triennio di programmazione 2016-2018 mette in luce i successi di questa politica: le nuove assunzioni, con un 20% di punti organico in più rispetto alle cessazioni, la stabilizzazione del personale in possesso dei requisiti, il passaggio dei dipendenti alla posizione economica successiva e di categoria. 

Inoltre, il numero di contratti flessibili (part time e tele-lavoro) è aumentato del 41%, passando dai 295 del 2014 ai 416 autorizzati nel 2018: “Negli ultimi anni - come ha precisato il direttore generale - è cresciuto notevolmente il tele-lavoro, di 7 volte. Siamo passati da 20 persone nel 2014 a 142 nel 2018. È uno strumento importante e innovativo che misura anche una fiducia fra l’istituzione e il personale”.

Gli altri argomenti che rientrano nel documento sono il Fondo salario accessorio e il Fondo comune d’Ateneo: nel primo caso, le risorse a disposizione per il salario accessorio del personale tecnico amministrativo sono aumentate del 45%; mentre per il secondo si parla di un raddoppio, soprattutto grazie alla modifica del Regolamento per le attività eseguite dell’università a fronte di contratti o accordi con soggetti pubblici o privati e all’emanazione di un nuovo Regolamento sul Fondo comune.

L’Ateneo ha puntato in questi tre anni anche a migliorare il welfare dei propri dipendenti: il valore economico dei servizi forniti è aumentato del 157% rispetto a quello del 2015, passando da un valore di 670.000 euro a 1.720.000 euro nel 2018.

Oltre al welfare, l’Ateneo offre anche servizi di wellness con attività e iniziative sociali, culturali e sportive: l’aumento del valore economico di questo ramo è stato del 61%, considerando anche i contributi erogati al Cus e all’Arcs (Associazione Ricreativa Culturale e Sportiva dell’università di Padova) nel quadriennio 2015-2018 per l’organizzazione di tutte le attività a favore della comunità accademica. 

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