SCIENZA E RICERCA

Migliori scienziati italiani negli USA: tra i finalisti 3 laureati a Padova

C’è chi sta lavorando alla costruzione di un computer quantistico in una delle pochissime aziende al mondo in grado di farlo, chi ha contribuito alla scoperta dell’origine dei misteriosi neutrini cosmici, nell’universo profondo, e chi sta sperimentando terapie innovative per curare il cancro e la leucemia.

Scorrere le storie dei 15 finalisti degli ISSNAF Awards significa fare un viaggio tra eccellenze spesso poco conosciute in Italia, ma che tengono alto il nome della nostra ricerca negli Stati Uniti e in Canada. Il 22 e 23 ottobre, nel corso dell’evento annuale di ISSNAF all’Ambasciata italiana di Washington, saranno premiati i 5 migliori, nei cinque premi tematici: Paola Campese Award per la ricerca sulle leucemie; IBM-Bio4Dreams Award per la ricerca in medicina bioscienze scienze cognitive, Anna Maria Molteni Award per la matematica e la fisica, Franco Strazzabosco Award per l’ingegneria, ISSNAF Award for Young Investigators in scienze ambientali, astrofisica e chimica.

Tra i quindici finalisti figurano anche tre giovani italiani laureati all'università di Padova. Si tratta di Sara Buson, Manuela Girotto e Paolo Cifani.

Sara Buson, 38 anni,  è nata a Pernumia (Padova) e si è laureata in astrofisica all’università di Padova dove ha poi conseguito il dottorato di ricerca e proseguito la carriera con un post-doc. Ha una post-doc fellowship alla NASA. È parte dell’equipe che ha portato a una scoperta scientifica rivelata lo scorso luglio dalla National Science Foundation (NSF), che ha individuato per la prima volta una sorgente di neutrini cosmici ad alta energia, particelle che viaggiano nello spazio ed accompagnano i raggi cosmici. L’astrofisica Buson, dell’equipe del Fermi Large Area Telescope (LAT) della NASA, è stata una protagonista della scoperta, avvenuta il 22 settembre 2017 quando, a poche ore di distanza, prima l’osservatorio IceCube ha rilevato un neutrino, e poi il telescopio Fermi-LAT ha visto un fascio di raggi gamma che colpivano la Terra, emessi da una sorgente nella stessa regione di cielo del neutrino.

Manuela Girotto, 35 anni di Treviso e laureata in ingegneria ambientale all’università di Padova, è research scientist per la NASA, dove si occupa di «hydrologic data assimilation». Studia le acque della Terra attraverso i dati e le immagini raccolti dai satelliti per prevedere e studiare i fenomeni meteo. In particolare analizza le cosiddette «groundwater», le acque sotterranee indispensabili per l’irrigazione dei campi, il rifornimento delle reti idriche cittadine o i processi industriali. "Uno dei miei ultimi studi - spiega - riguarda l’India. Grazie all’utilizzo dei satelliti è possibile stabilire dove sono collocate le falde acquifere e in che misura e perché si esauriscono al di sotto della superficie terrestre".

Paolo Cifani, nato a Fermo nel 1981 e laureato in biotecnologie industriali all’università di Padova, lavora nel laboratorio del Memorial Sloan-Kettering di New York, il più antico ospedale oncologico e uno dei migliori al mondo. Tra la laurea e gli Stati Uniti, una parentesi in un’azienda farmaceutica di Abano Terme (Padova) e un dottorato alla Lund University in Svezia dove ha imparato la tecnica spettrometria di massa applicata alle proteine. Metodo che Cifani ha sviluppato come strumento di ricerca testandolo anche per l’analisi di campioni clinici in ospedale. Analizzando le proteine che hanno un ruolo importante nel controllare la crescita delle cellule tumorali, si possono sviluppare terapie più efficaci basate su farmaci in grado di “spegnerne” l’attività.

Astrofisica, ingegneria ambientale e biotecnologia industriale – afferma il rettore dell’università di Padova, Rosario Rizzuto –. Anche solo scorrendo le provenienze accademiche dei tre finalisti del premio Issnaf che si sono formati a Padova, si nota uno dei grandi punti di forza del nostro ateneo, la varietà degli ambiti di studio a disposizione. Uno scambio continuo che rafforza la preparazione di chi sceglie l'università di Padova per trascorrervi gli anni cruciali, quelli della formazione. Ai nostri tre ex studenti i miei complimenti: non solo per l'essere stati selezionati per il premio, ma soprattutto per il loro prezioso lavoro di ricerca

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