SOCIETÀ

Il monitoraggio del PNRR è sempre più difficile: continuano a mancare i dati

"Sono stati raggiunti i 55 obiettivi previsti dal Pnrr per il secondo semestre 2022”. Le parole sono di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione. Una dichiarazione che non possiamo che leggere con soddisfazione, ma anche con più di qualche dubbio dettato dalla mancanza di chiarezza. Innanzitutto è appunto una dichiarazione, perché di dati per monitorare se queste parole sono vere quasi non ce ne sono. Diciamo “quasi” perché dire “del tutto” sarebbe scorretto. C’è una piattaforma infatti, ItaliaDomani.com, pubblicata nell’agosto del 2021, che contiene tutti i dati del PNRR, compreso un folto catalogo OpenData. Ma se è così, cosa c’è da lamentarsi? Ecco, da lamentarsi ci sarebbe il fatto che in questa piattaforma di “open” c’è ben poco, e i dati stessi non sono per nulla aggiornati. È bene ribadirlo, avere dati aperti e machine readable consentirebbe un più efficace monitoraggio si da parte di esperti che civico.

 

                                                                  

Parlare di PNRR non significa solo parlare di fondi che arriveranno all’Italia, ma significa soprattutto parlare di infrastrutture, servizi e progetti che se non realizzati lascerebbero il nostro Paese in una condizione di svantaggio rispetto al resto d’Europa. Facciamo però un piccolo passo indietro e cerchiamo di capire a quanto ammontano questi fondi. 

Come si legge sul sito del Mef, “Italia Domani, il Piano di Ripresa e Resilienza presentato dall’Italia, prevede investimenti e un coerente pacchetto di riforme, a cui sono allocate risorse per 191,5 miliardi di euro finanziate attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e per 30,6 miliardi attraverso il Fondo complementare istituito con il Decreto Legge n.59 del 6 maggio 2021 a valere sullo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale dei fondi previsti ammonta a di 222,1 miliardi. Sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche e per il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione. Nel complesso si potrà quindi disporre di circa 248 miliardi di euro”. Insomma, parlare di PNRR significa parlare di più di 190 miliardi di euro che devono costruire il nostro futuro.

Monitorare questi fondi diventa fondamentale, sia dal punto di vista civico che politico. Ci sarebbe anche una legge che obbligherebbe il Governo a pubblicare tutti i dati relativi al PNRR. È la legge di bilancio per il 2021, con cui il nostro Paese si impegnava a rilevare i dati di attuazione finanziaria, fisica e procedurale relativi a ciascun progetto del PNRR e a renderli disponibili in formato elaborabile. Per ora però, a due anni di distanza, l’unica sezione in cui recuperare un po’ di dati è quella del Catalogo Open Data di Italia Domani, consapevoli però che questi dataset non sono aggiornati. 

Ora il Ministro Fitto, con una nota, da detto che tutti i 55 obiettivi previsti dal Pnrr per il secondo semestre 2022 e non resta che attendere la pubblicazione del riscontro sul portale dedicato. Tra le “opere” completate ci sono: l’istituzione dell’agenzia Cybersecurity; il completamento del Polo Strategico Nazionale destinato ad ospitare i dati e i servizi strategici di P.A. centrali, locali e strutture sanitarie (transizione digitale) e la costruzione della società 3I, cioè la software house italiana, a capitale e partecipazione interamente pubblica, che avrà il compito di sviluppare, manutenere e gestire le soluzioni software e i servizi informatici di Inps, Istat, Inail, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e delle altre Pubbliche Amministrazioni centrali.

Riscontrare le parole de Ministro però, come abbiamo visto, è piuttosto difficile. Non sappiamo in modo preciso qual era la situazione di questi 55 obiettivi all’insediamento del nuovo Governo come non sappiamo ancora lo stato dell’arte di tutti i prossimi obiettivi da raggiungere.

Nella legge di bilancio approvata giovedì 29 dicembre di PNRR poi non c’è molto, lo si cita all’articolo 457 per aumentare “la dotazione del Fondo per l'attuazione degli interventi del PNRR di competenza del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste [...] di 9 milioni di euro per l'anno 2023, di 12 milioni di euro per l'anno 2024 e di 11,6 milioni di euro per l'anno 2025, al fine di consentire l'attuazione degli interventi programmati nei tempi previsti”.

A questa mancanza di dati cercano di sopperire due progetti, ma senza che la fonte, e quindi il Governo, rilasci un dataset utilizzabile, c’è ben poco da fare. I due progetti si chiamano OpenPNRROsservatorio civico Pnrr ed entrambi hanno come obiettivo quello di monitorare passo dopo passo l’arrivo di questi fondi fondamentali per il nostro futuro. Il primo, di cui avevamo già parlato, è un progetto di Open Polis, basato tutto sugli open data e volto ad avere un monitoraggio quotidiano sul’argomento, consapevoli però che ciò può essere possibile solo se i dati venissero aggiornati costantemente. Il secondo, realizzato da ActionAid!, Cittadinanza Attiva, Legambiente e Slow Food si sta impegnando molto per formare persone in grado di capire e monitorare l’avanzamento del PNRR. Due progetti importanti che però, per ora, non possono far altro che sensibilizzare la cittadinanza proprio sulla mancanza di trasparenza e sull’importanza di far pressione sul Governo affinchè renda veramente possibile monitorare passo dopo passo il PNRR, per il bene di tutti.

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