SOCIETÀ

Il Mose ha protetto Venezia dall'acqua alta: facciamo il punto della situazione

Sabato 3 ottobre, per la prima volta nella storia, il Mose ha protetto Venezia dall'alta marea. Con una marea prevista di 135 cm le paratoie si sono alzate, mantenendo così la città all'asciutto, a partire da Piazza San Marco, il punto più basso. Cerchiamo di capire però i dettagli dell'opera, come dovrebbe funzionare e perché, forse, si è cantato vittoria un po' troppo presto. Il prof. Andrea d’Alpaos, del Dipartimento di geoscienze dell’università di Padova, ci spiega quale sarà il futuro del Mose e di come, da qui al 2011, l'opera rischi di dover entrare in funzione un innumerevole numero di volte.

Prof. D'Alpaos, sabato 3 ottobre abbiamo visto tutti le immagini di Piazza San marco asciutta, questo significa che il Mose è concluso?

“L’opera non è conclusa e i lavori dovrebbero terminare nel dicembre 2021. In questa fase il Mose è stato alzato per la prima volta per difendere Venezia  da quella che è stata la prima acqua alta autunnale, un’acqua alta molto sostenuta, con una previsione di 135 centimetri sullo zero mareografico di Punta della Salute. La marea poi si è rivelata essere un po’ meno sostenuta, arrivando ad un picco di 124 centimetri. Comunque a quarant’anni dalla decisione di utilizzare il Mose per difendere Venezia dalle acque alte, lo si è utilizzato per questo scopo. Rispetto ai test precedenti questa volta effettivamente si presentava il fenomeno dell’acqua alta”.

Professor D’Alpaos, sabato 3 ottobre abbiamo visto tutti le immagini spettacolari di Piazza San Marco asciutta mentre era in corso un’alta marea. Anche a regime sarà così?

“Durante l’evento di sabato scorso il sollevamento delle paratoie è iniziato alle 8:30 circa della mattina ed è durato un’ora e 17 minuti. Le paratoie sono state sollevate ed hanno garantito un livello in laguna che si è assestato sui 70 cm sopra lo zero mareografico di Punta della Salute. In questo caso Piazza San Marco, che è il punto più basso della città ad 80 cm, è rimasta asciutta. Le manovre però dipendono dalle condizioni metrologiche e, di volta in volta, si determinerà se, anche a Mose funzionante, Piazza San Marco rimarrà completamente asciutta o no”.

Professore, proviamo a spiegare meglio, con i numeri, i punti strategici della città.

“La quota di 110 centimetri è una quota che è leggermente variata nel tempo ed è quella che dovrebbe garantire alla difesa passiva dei centri storici, cioè l’alzata delle riva e fondamenta, di rimanere asciutta. 110 cm quindi è la soglia sulla base della quale si decide l’intervento. Significa che per maree previste con quote superiori a 110 cm si decide sull’entrata o in azione del sistema Mose. La quota in base alla quale le paratoie vengono alzate però dipende dal livello misurato a Punta della Salute ed è in funzione delle condizioni metrologiche dell’evento. Questa quota quindi può variare dai 110 cm, in assenza di vento e precipitazioni, fino anche a 70 cm. Questo ovviamente ha delle ripercussioni sui tempi di chiusura, cioè su quanto tempo la laguna rimane disconnessa dal mare”.

Professore, da cosa dipendono le maree?

"La marea è un risultato di una componente astronomica e di una componente meteorologica. La componente astronomica può avere dei picchi di marea di 75 cm sul livello medio del mare. Lo zero mareografico di Punta della Salute invece è di 30 cm sotto il livello medio del mare, e questa è anche una complicazione che sfugge a molti. Quando parliamo di alte maree quindi è quella meteorologica che svolge un ruolo fondamentale. Quando il picco della marea astronomica coincide con quello della marea astronomica la situazione si aggrava ulteriormente, ma ci sono anche acque alte eccezionali dovute quasi esclusivamente alla marea meteorologica".

Professore, a proposito di previsioni. L’IPCC per quanto riguarda l’innalzamento del livello del mare ha fatto delle previsioni che sembrerebbero catastrofiche da qui al 2100. Cosa cambierebbe per Venezia?

“A scopo esclusivamente divulgativo possiamo vedere le immagini sottostanti. Ho preso la previsione della marea del 3 ottobre e ho immaginato cosa sarebbe successo se questa previsione fosse stata effettuata nel 2100, come proiettato dallo scenario 4.5 dell’IPCC. Questo è lo scenario intermedio e prevede 50 cm di innalzamento del livello medio del mare. In questo caso vediamo chiaramente che tutti i picchi di marea del periodo rappresentato sarebbero state condizioni per il quale il Mose sarebbe dovuto entrare in funzione. Vediamo anche che, considerando il tempo di chiusura delle paratie, si parla di più giorni di chiusura, quindi disconnessione della laguna dal mare”.

Alla fine dell’opera quindi manca poco. Nel frattempo però, dal 2003, anno di posa della prima pietra, il Mondo è cambiato. La scienza ci mette in allerta da anni rispetto ai cambiamenti climatici che sono già in corso e che, se non ci sarà un drastico cambio per quanto riguarda le emissioni antropiche, saranno un fattore che rischia di essere letale per una città come Venezia. Il Mose quindi dovrà affrontare anche quest’ulteriore problematica. La città però, se questi sono gli scenari, non potrà affidarsi solo alla grande opera, ma dovrà trovare il modo migliore per far convivere il Mose con la laguna e la sua vita.

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