UNIVERSITÀ E SCUOLA
Patti Smith laureata ad honorem all'università di Padova
Foto: Massimo Pistore
23 dicembre 2015, ore 9.10. Una rete unificata di radio, soprattutto italiane, ma anche svedesi, britanniche, ecuadorene, slovene e britanniche, accoglie l’appello di trasmettere all’unisono un inno che ricorda che la gente ha il potere di liberare il mondo dall’azione dei folli. La stessa canzone era stata suonata, la sera del 6 dicembre, a Parigi per rendere omaggio alle 90 vittime dell’attentato del 13 novembre al Bataclan, mentre si stavano esibendo gli Eagles of Death Metal. Accanto a Bono Vox e agli U2, è salita sul palco dell’AccorHotel Arena la sacerdotessa del rock Patti Smith e ha intonato quell’inno, People have the power, che com’è tipico delle opere d’arte, ha la capacità di venire declinata e interpretata in situazioni diverse e avere sempre qualcosa di forte da dire.
Giovedì 28 novembre, l’università di Padova ha conferito a Patti Smith, musicista, scrittrice e poetessa, la laurea magistrale ad honorem in lingue e letterature europee e americane.
Riprese di Anna Bellettato e Barbara Paknazar. Montaggio di Barbara Paknazar
"Sono onorata di ricevere questo riconoscimento dalla stessa università che ha dato la prima laurea a una donna (Elena Lucrezia Cornaro Piscopia nel 1678) e in cui ha insegnato Galileo. Sono davvero felice": con queste parole Patti Smith ha commentato, visibilmente emozionata, il conferimento della laurea ad honorem. Sia nell'incontro con i giornalisti, a margine della cerimonia, sia nel corso della lectio magistralis, l'artista si è più volte soffermata sulla sua passione per la lettura, che l'ha accompagnata sin da quando era una bambina, ma anche sul fatto che il riconoscimento della laurea è un "vero e proprio sogno che si avvera" perché "da ragazza ho sognato di studiare in una grande università come questa ma provenivo da una famiglia povera e, soprattutto, non ero una brava studentessa. Avevo il desiderio ma non l'attitudine. Dio mi ha dato un'enorme immaginazione e fame di imparare ma non una mente scientifica".
Patti Smith ha poi voluto approfondire la profonda ammirazione che prova nei confronti dei giovani. "Quando mi esibisco - ha dichiarato - non c'è nulla che mi faccia venire le lacrime agli occhi più di vedere i giovani che vengono a un concerto o a un reading di poesie e mostrano interesse nei confronti del mio lavoro, o ne rimangono ispirati. Amo così tanto i giovani che come quaderno degli appunti per il piccolo discorso di oggi ho scelto un quaderno di Pinocchio: per me è una delle più grandi opere di letteratura che siano mai state scritte". Ma l'ammirazione per i giovani si estende alle battagli ambientali: "Cosa c'è di più bello di vedere questi giovani, questa piccola ragazza come Greta Thunberg o molti altri, chi si ispirano vicendevolmente per ribellarsi? Ed è quello di cui abbiamo bisogno. Prima di tutto abbiamo bisogno di consapevolezza e poi di azione".
E proprio sulle tematiche ambientali Patti Smith ha incentrato una parte significativa del suo incontro con i giornalisti, spiegando di aver vissuto con molta tristezza l'allagamento di Venezia e di aver dedicato ogni sera una canzone alla città, ma ha precisato di essere rimasta molto colpita anche dagli incendi nelle foreste australiane e in California, così come dal terremoto che ha devastato l'Albania.
"Tutto il mondo sta soffrendo per gli effetti di un cambiamento climatico che è determinato dall'azione dell'uomo - ha dichiarato Patti Smith - e per me questa è la più importante delle questioni umane. Anche nel mio Paese abbiamo bisogno di molto più di un concerto, bisogna che le persone si ribellino e facciano sentire al governo cosa vogliono. Intendo dire che in America abbiamo un presidente a cui non interessano i cambiamenti climatici, non ci crede ed è uscito dagli accordi sul clima di Parigi: dobbiamo esercitare un'estrema pressione attraverso il voto, le marce, gli scioperi, sollevandoci e facendo sapere ai nostri governi e alle realtà economiche quello che vogliamo".
Queste le motivazioni con cui l'università di Padova ha conferito la laurea ad honorem a Patti Smith:
“Per Patti la parola è dialogo fra arte e società, sospesa fra il sussurro religioso e l’urlo disperato” si legge nelle motivazioni della laurea, curate dal consiglio di corso di laurea. “Dai suoi esordi come autrice di poesie e di happening punk rock fino alle successive sperimentazioni nel rock alternativo Patti Smith ha esplorato le virtù espressive della parola in ogni sua forma: recitata, cantata, urlata, sputata, sognata, sussurrata. E ha abbracciato non solo la precarietà delle forme espressive, ma anche quella emotiva dei suoi innumerevoli personaggi spesso marginali e dissociati, vittime e carnefici, dall’identità sessuale mutevole e incerta. Le memorie del sottosuolo cantate da Patti Smith hanno trasceso la fragilità umana in attesa di un riscatto umano, sociale, religioso che possa cogliere, per usare le sue parole, il “sogno della vita / scagliato dal paradiso / eterno e sempre nuovo”. Nei suoi testi riscontriamo inoltre l’ispirazione che le proviene anche dalle grandi letterature europee e americane fra modernità e contemporaneità. Patti Smith disse che per lei Rimbaud era come un fidanzato. Altri autori l’hanno influenzata per la loro carica estetizzante, come Baudelaire e Keats, visionaria, quali Blake e Burroughs, sperimentale e poliedrica come Roberto Bolaño. I testi di Patti Smith ospitano spesso visioni in cui si rivela improvvisamente la condizione di chi sfugge a ogni definizione, coloro che stanno “outside of the society”, o chi ne è inesorabilmente travolto, come le vittime delle guerre e delle migrazioni. In Patti Smith troviamo dunque la varietà che ascriviamo ai grandi artisti della parola, il saper abbracciare insieme la fiducia nel riscatto sociale e la fragilità di chi sa che la notte appartiene agli amanti”.
Biografia e carriera
Patricia Lee Smith nasce a Chicago il 30 dicembre 1946. È la più grande di quattro figli, cresce con la famiglia nel New Jersey e nel 1967, poco più che ventenne, si trasferisce a New York dove si immerge nella vibrante scena della Manhattan underground di Lou Reed, Andy Warhol e Robert Mapplethorpe.
A venticinque anni si esibisce nella sua prima performance di reading a St. Mark’s Chirch in the Bowery nel Lower East Side. L’improvvisazione poetica, l’alternanza fra il cantato e il declamato, la voce dura e i testi visionari contraddistinguono il suo stile carismatico e la collocano presto tra le figure di culto della scena newyorkese, accanto ad Allen Ginsberg e William Burroughs. Collabora con molti artisti, tra cui lo scrittore Sam Shepard, con cui scrive nel 1971 la play “Cowboy mouth”. Nel 1973 fonda il suo primo gruppo. I testi delle sue canzoni parlano degli ultimi, dei reietti, e sono accompagnati da pochi accordi. Il primo singolo è una rivisitazione di “Hey Joe” di Jimi Hendrix, accompagnato dal side “Piss Factory”. In molti oggi identificano Patti Smith come la “madrina del punk”, che dai club underground di New York inizia in quegli anni a diffondersi anche a Los Angeles e oltre oceano a Londra, con declinazioni diverse.
Il primo album, Horses, esce nel 1975, prodotto da John Cale, co-fondatore dei Velvet Underground insieme a Lou Reed. Il disco avrà un influsso duraturo su tutta la musica statunitense e britannica ed è oggi considerato uno dei migliori nella storia del rock. Così come rimarrà un’icona del rock e un manifesto della controcultura la fotografia di Patti Smith ritratta da Mapplethorpe.
Negli anni successivi Radio Ethiopia (1976), Easter (1978) e Wave (1979). Patti Smith diviene esponente di punta di un rock intelligente e nuovo, ammaliando i critici ma visitando anche le classifiche (Because the Night, scritta con Bruce Springsteen, inclusa in Easter) e riuscendo a mantenere credibilità nei passaggi più spericolati, come quando nelle note al quarto album, Wave, inserisce una foto di Papa Luciani e la scritta "la musica è riconciliazione con Dio”.
Dopo un trionfale tour italiano a settembre, con date a Bologna e Firenze il 9 e 10 rispettivamente, entrambe davanti a circa 70mila spettatori, nel 1979 Patti Smith annuncia a sorpresa il suo ritiro dalle scene, scioglie il gruppo e sposa Fred 'Sonic' Smith, chitarrista degli MC5, a cui ha dedicato il brano Frederick, e dal quale ha avuto due figli: Jackson (1981) e Jessica (1987). Nel 1988 esce Dream of Life, album che contiene People Have The Power, inno alla libertà e alla democrazia.
Tra fine anni ‘80 e primi ‘90 una serie di tragiche perdite romperanno l’equilibrio della vita privata di Patti Smith: se ne vanno Robert Mapplethorpe e il pianista Richard Sohl, il fratello Tod e il marito Fred, morto improvvisamente per attacco cardiaco. Nel 1994 Patti Smith torna in sala di registrazione e completa nel 1996 l’album che progettava da tempo col marito, Gone Again. Nel 1996 esegue la parte femminile del brano dei R.E.M. E-Bow the Letter, dedicato a River Phoenix scomparso nel 1993.
Il caratteristico stile cantato e parlato ritorna anche nell’album successivo del 1997 Peace and Noise. Nel 2000 è la volta di Gung Ho, album ispirato a figure spirituali come Madre Teresa di Calcutta e a politici come Ho Chi Minh. Nel 2004 esce Trampln’ e nell’anno successivo la riedizione del suo primo album, Horses/Horses.
La rivista Rolling Stone colloca Patti Smith al 47 posto tra i migliori 100 artisti rock di sempre. Nel 2007 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame.
L'attività di scrittrice
Negli ultimi dieci anni Patti Smith ha intensificato anche la sua attività di scrittrice, indirizzandola soprattutto verso opere intimiste: nel 2010 ha pubblicato il libro autobiografico Just Kids in cui l’artista americana ripercorre le esperienze vissute tra il 1965 e il 1975 quando a diciannove anni si trasferì a New York per inseguire i suoi sogni e si ritrovò proiettata nel fermento culturale della Grande Mela insieme a Robert Mapplethorpe con cui stabilì un sodalizio artistico ricco di affetto e sostegno reciproco. Pagine dense di ricordi ed emozioni che ci restituiscono l’immagine di due ragazzi disposti a vivere con pochi dollari al giorno e a dormire in alloggi di fortuna, perché confortati dalla sicurezza che l’occasione per far esplodere la propria arte sarebbe arrivata. Un libro che ha ottenuto il National Book Award e che ci introduce in una città eccentrica e propizia, tra i concerti al leggendario club CGBG’s, gli incontri con Andy Warhol, Janis Joplin e Allen Ginsberg, le serate allo Studio 54 e, nel 1975, la pubblicazione del primo album Horses che segnerà una tappa fondamentale nella storia del rock. Nel libro successivo, M Train pubblicato nel 2015, Patti Smith torna a farci entrare nella sua vita ma questa volta sceglie di concentrarsi sugli anni della maturità e ci conduce nella sua intimità domestica, nella ritualità del caffè nero e degli spaghetti alle acciughe, ma anche nel dolore delle perdite e nei viaggi sulle tracce dei personaggi letterari che più ha amato. Arriviamo così alle opere letterarie più recenti: nel 2017 Devotion in cui l’artista esplora i processi creativi, indaga le fonti di ispirazione e ci rivela la sua devozione personale per la scrittura; nel 2018 Year of the monkey con cui, pur non abbandonando i riferimenti autobiografici, Patti Smith estende le sue riflessioni ai cambiamenti in atto nel panorama politico americano, ai disastri ambientali, alle difficoltà che le donne spesso vivono sulla propria pelle.
E in questi giorni Patti Smith è nei teatri italiani con il suo nuovo tour Words and Music, partito martedì 26 novembre dal Teatro Politeama di Trieste, città ricca di cultura mitteleuropea dove l’artista ha ripercorso gli itinerari di Svevo, Rilke, Joyce, Saba. Proseguirà nei teatri di città da lei selezionate in base alla loro bellezza e unicità artistica. Con lei sul palco il pianista e chitarrista Tony Shanahan.