SCIENZA E RICERCA

A proposito di sardine

Importanti antropologi che si sono occupati di alimentazione hanno sempre sostenuto che il cibo buono da mangiare prima di tutto deve essere buono da pensare. Il pesce azzurro, ambito che comprende molte specie ittiche, è presente in quantità abbondanti anche nei nostri mari. È riconosciuto come pesce povero, è sempre disponibile anche a buon prezzo, è di piccola taglia, ha un ciclo vitale breve che non supera i cinque anni, e sono anche pesci a ridotto rischio di contaminazione. 100 grammi di prodotto fresco di sardine equivalgono a circa 130 chilocalorie, circa 21 grammi di ottime proteine, 1,5 grammi di carboidrati e 4,5 grammi circa di ottimi grassi. Le sarde, sono tipiche dell’alimentazione mediterranea e se ne pescano quantità rilevanti. I tanti modi con cui si prestano ad essere utilizzate in cucina uniscono Nord e Sud più di tante altre cose: basti pensare alle sarde in saor del veneziano, alle sarde a beccafico della Sicilia o alla pasta con le sarde del palermitano. Le sardine, se preparate adeguatamente, hanno la caratteristica di essere gustose e succulente, ma hanno anche una componente di grassi molto buona e salutare: sono gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, presenti anche in altri tipi di pesce azzurro come sgombri, acciughe, aringhe, ma anche in pesci di grossa taglia come il salmone e i pesci grassi dei mari freddi. Tali acidi grassi della serie omega-3 sembrano essere molto utili al nostro cuore e alle nostre arterie. Quindi l’uso di alimenti che apportano tali nutrienti, un paio di volte alla settimana, aiuta a salvaguardare il nostro apparato cardiovascolare dal rischio di eventi acuti importanti come infarti o ictus. Ma, oltre agli aspetti salutistici, provate a pensare alle sarde gratinate al forno con pomodorini, aromi ed erbe mediterranee, alle sarde in saor fritte ed insaporite con cipolle bianche, uvetta, pinoli, vino, aceto, come fanno nel veneziano. Se volete proprio esagerare pensate alla pasta con le sarde alla palermitana con finocchietto selvatico, pinoli e uvetta, o ancora, restando in Sicilia, alle sarde a beccafico al forno con ripieno di pangrattato, caciocavallo, prezzemolo e altro. Qui, come capite, oltre che sulla buona cucina siamo nell’ambito dell’arte. Non possiamo che concludere che le sardine si prestano ad un buon uso in cucina e che sono buone da mangiare. Ma ultimamente sono anche buone a comunicare, cioè sono capaci di accendere curiosità che si pensa possano alimentare anche delle speranze per il futuro.

Riprese e montaggio di Barbara Paknazar

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