Il rapporto tra cibo e cultura è inequivocabile, non sempre è di facile identificazione, ma se cercato spesso è possibile riconoscerlo ed evidenziarlo, restandone talvolta sorpresi. Forse per abitudine, o forse perché non è così immediata l’associazione tra piatti e cultura, la dieta mediterranea è una definizione con cui noi tutti abbiamo confidenza, ma in realtà si tratta di un’etichetta che attacchiamo a una serie di modelli di alimentazione diversi, tipici di alcune zone dell’area mediterranea. Questi modelli sono ottimi alleati della salute e dell’ambiente, aiutandoci a prevenire molte malattie e ad aumentare la sostenibilità ambientale, favorendo la biodiversità.
Tra i vari modelli ci sono numerosi tratti in comune, tra i quali, per esempio, il consumo prevalente dell’olio d’oliva, l’abbondante presenza dei legumi, cereali, frutta, verdura e noci, poi a seconda delle zone, un consumo frequente di pesce e moderato di carne, e con uso (se gradito) moderato di vino. Ma non dimentichiamoci di erbe, spezie e aromi, e del sapiente uso che possiamo farne nella preparazione dei piatti e di alcuni in particolare, come il pesto, per esempio. Allora l'atto del mangiare ha anche una valenza culturale, o è solo un fatto fisiologico e naturale? I vari accostamenti, alcuni dei quali si perdono nei meandri della storia, sono essi stessi dei prodotti della cultura, e trasmettono informazioni ai nostri organi di senso; ci accompagnano in un viaggio nel passato, un passato che profuma di cultura, mediterranea.
Riprese e montaggio di Elisa Speronello