SOCIETÀ

Quando il padrone è in vacanza

Finalmente è arrivata l'estate, non siamo più in quarantena e possiamo partire per le vacanze (con una scorta di mascherine, perché l'emergenza non è ancora passata). Come ogni anno, però, si pone un problema per tutti gli affezionati padroni (o umani di riferimento) di animali domestici: con chi li lasciamo? Bisogna scegliere se "prestarli" a un amico o a un parente, consegnarli a una struttura apposita o se fare il biglietto anche per la bestiola.

Per aiutarvi nella scelta, abbiamo chiesto qualche consiglio a Paolo Mongillo, professore associato di Fisiologia veterinaria ed etologia specializzato in etologia degli animali domestici.

Secondo Mongillo, qualsiasi sia la scelta finale è bene pianificarla attentamente: "Se si decide di lasciare il cane o il gatto in una pensione o a un vicino, la cosa più importante è dare modo all'animale di familiarizzare con il posto e con le persone, quindi portarlo da loro anche più volte, se possibile, prima della partenza nel luogo designato". Nel caso della pensione, sarebbe buona prassi portare l'animale a visitare la struttura e poi lasciarlo lì per qualche tempo prima dell'effettiva partenza, così potrà familiarizzare con l'ambiente e non sentire troppo la nostalgia di casa. "Può aiutare lasciare con il cane/gatto uno o più oggetti familiari, possibilmente qualcosa di rilevante tipo il pupazzo preferito o una copertina dove dorme. Fondamentale è poi dare alle strutture informazioni complete in merito a eventuali problemi di salute dell'animale, intolleranze o alimenti da evitare, orari in cui il cane/gatto è abituato a fare certe attività come mangiare o fare una passeggiata, in modo che, se possibile, questi orari vengano rispettati."

Ma come scegliere la pensione migliore? Come prima cosa, dovrebbe essere collegata a una struttura veterinaria, con reperibilità dello specialista in caso di problemi. È importante anche sapere quanti animali vengono ospitati in rapporto agli spazi e al personale disponibile, per capire quante cure potrà ragionevolmente aspettarsi l'animale. Poi è utile chiedere come si svolge una giornata tipo: "Per i cani in particolare, sono migliori le strutture che prevedono esplicitamente di fare alcune attività con l'animale e che non si limitino a una piccola uscita per i bisogni, così il cane potrà giocare e avere un po' di contatto umano".

Anche se decidiamo di portare con noi l'animale, la pianificazione ha un ruolo chiave: "Bisogna contattare con largo anticipo il veterinario per valutare eventuali strategie per fronteggiare problemi comuni come il mal d'auto, o peggio la paura dell'auto. In alcuni casi possono essere prescritti farmaci assolutamente sicuri, ma che vanno provati prima di usarli in un viaggio. Generalmente cani e gatti viaggiano meglio all'interno di un trasportino, a cui naturalmente dovrebbero però essere prima abituati,  piuttosto che liberi nel baule. Per finire, prima di partire bisogna assicurarsi che nella destinazione ci sia un veterinario con reperibilità."

Ma è vero che i gatti amano viaggiare molto meno dei cani? "I gatti sono animali molto legati non solo alle persone, ma anche a un territorio (soprattutto se sono liberi di uscire) dove svolgono molte attività in modo quasi routinario. Ecco, toglierli da questa situazione nota potrebbe richiedere un po' di tempo per familarizzare con il nuovo contesto, dove è importante trovino elementi familiari - che possono essere la ciotola, la cassettina, il pupazzo o la pezza sopra cui dormono anche quando sono a casa propria e via dicendo".

E se la vacanza è all'estero? Molto spesso ci sono degli obblighi sanitari diversi a seconda del paese di destinazione: "Generalmente è necessario fare il passaporto che per fortuna non costa tanto quanto il nostro e si fa alla ASL, non in questura. Bisogna poi dimostrare l'avvenuta effettuazione di alcune vaccinazioni. Anche in questo caso è bene prendersi per tempo perché alcuni protocolli vaccinali richiedono tempistiche precise, e non sarebbero validi se fatti all'ultimo momento. Se si utilizzano aerei o altri mezzi di trasporto pubblici è meglio prediligere compagnie che consentono di portare l'animale in cabina: per fortuna molte stanno assumendo questa politica ultimamente".

Queste erano le informazioni professionali. Se invece vogliamo affidarci agli stereotipi, ecco un comodo specchietto ironico che rappresenta il pensiero dell'"animale tipo", a seconda del destino vacanziero che lo aspetta.

Il cane

Il cane in vacanza: “Oddio, è tutto meraviglioso qui! Ehi, guarda la sabbia! E l’acqua! E quella cosa viscida a riva! La posso mangiare? Vuoi giocare con me? Andiamo a fare una passeggiata? Te l’ho detto che è tutto meraviglioso? Andiamo a fare il bagno? Ehi, quel tizio ti sta fissando, ora ringhio e lo rimetto al suo posto. Per il resto è tutto meraviglioso. Ehi, ma guarda quanti colleghi… Andiamo a chiedergli di giocare con loro? Uh, ma perché mi ringhiano? Umano, fai qualcosa, io voglio giocare! Tirami qualcosa. Qualsiasi cosa. Sarà comunque meraviglioso”.

Il cane con un tuo amico: “Ehi, dov’è finito l’umano? Tu chi sei? Ho un vago ricordo di te, ci siamo già visti? Ti va di giocare? Ehi, sono qui! Facciamo che ti porto il gioco e tu me lo lanci? Dov’è l’umano? Mi manca… Beh, anche tu non sei male, non ti offendere. Però sono preoccupato. L’umano sta bene, vero? Ah, ok, cibo! Ora sì che si ragiona! Per qualche giorno possiamo andare avanti così, basta che sia una cosa provvisoria!".

Il cane in una pensione: “Dov’è l’umano? Chi siete? Io non vi difenderò dai pericoli, sia chiaro. L’umano dov’è?”.

Il gatto

Il gatto in vacanza: “Che angoscia! Cosa sono tutte queste cose diverse dal solito? Dov’è la mia cuccia? Riportami subito a casa. Non ci voglio stare qui. No, non voglio il tuo stupido cibo. Rivoglio la mia casa. Il mio giardino. La mia ciotola. Qui è tutto orrendo. Perché mi hai fatto questo, stupido umano??”.

Il gatto con un amico (ma a casa tua): “Finalmente soli! L’umano è come il pesce: dopo tre giorni puzza. Ora che ha smesso di occupare abusivamente casa mia posso dare una festa e posso fare tutte quelle cose che rimandavo da tempo: farmi le unghie sul divano, imparare ad aprire il frigo, dormire sul cuscino dell’umano… Ehi, tu chi saresti? Io ti soffio, è bene che impari fin da subito chi comanda qui. Ah, vuoi darmi cibo? Allora va bene, basta che vai via subito, che ho da fare!”.

Il gatto in una pensione: “Che vita tediosa. Cos’ho fatto per meritarmi questo? Sì, ok, mi sono appeso alle tende, ma il free climbing va di moda… Non voglio morire qui, liberatemi! Rivoglio la mia cuccia, i miei giochi, le mie tende! È cibo quello? Vabbè, finché non trovo un modo per fuggire almeno tengo impegnate le mandibole”.

Il criceto

Il criceto in vacanza: “Ehi, che bello correre sulla ruota! Ho fame. Ora dormo. Ehi, che bello correre sulla ruota!”.

Il criceto con un amico: “Ehi, che bello correre sulla ruota! Ho fame. Ora dormo. Ehi, che bello correre sulla ruota!”.

Il criceto in una pensione: “Ehi, che bello correre sulla ruota! Ho fame. Ora dormo. Ehi, che bello correre sulla ruota!”.

Il pesce rosso

Il pesce rosso in vacanza: “Ehi, cos’è tutta quell’acqua?? Non vorrai mica liberarti di me?!”.

Il pesce rosso con un tuo amico: “È l’ora del cibo. Buono. Che noia”.

Il pesce rosso in una pensione: “Mi porti in una pensione?? Sei serio? Ti ricordo che sono un pesce rosso!”.

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