Dopo aver indagato i "segreti" del ritmo vocale dei cetacei, spostiamo lo sguardo verso l'universo dei pesci. Cosa sappiamo del loro ritmo vocale? E quanto conta il silenzio che si crea tra un suono e l'altro? Ne parliamo con Marta Picciulin, coautrice delle ricerche prese qui in esame: A primer on rhythm quantification for fish sounds: a Mediterranean case study e Rhythmic properties of Sciaena umbra calls across space and time in the Mediterranean Sea.
In questi due lavori sono state introdotte competenze in ambito Adriatico e Mediterraneo. Corvina, galletto e scorfano sono le specie al centro dell’approfondimento. Partiamo dal primo studio, condotto da ricercatori provenienti dall'Institute of animal behaviour di Berlino, Laboratory of functional and evolutionary morphology di Liegi e Università Ca' Foscari di Venezia. Si legge nell'introduzione: "Finora la struttura temporale delle sequenze di suoni di pesce è stata descritta solo qualitativamente. Qui, proponiamo un approccio standardizzato per quantificarle, aprendo la strada alla valutazione e al confronto di un aspetto spesso sottovalutato ma potenzialmente critico dei suoni dei pesci. Il nostro approccio si basa sull'analisi degli intervalli tra l'inizio di un elemento sonoro e il successivo [...] I set di dati sono stati scelti per descrivere diverse possibili proprietà ritmiche". Picciulin spiega: "Abbiamo deciso di lavorare sui suoni di tre specie già molto studiate, più facili da sentire mettendo un idrofono in mare, e sulle quali avevamo formulato alcune ipotesi pregresse per coprire lo spettro delle possibilità: ovvero, quelle per cui ci aspettiamo un ritmo, non sappiamo se ci sia un ritmo, non ci aspettiamo di sentire un ritmo".
Quali dunque le caratteristiche di queste specie? "La corvina (Sciaena umbra) è molto studiata. È una specie vocale, di roccia, importante per la conservazione: è definita vulnerabile dalla IUCN e quindi necessita di misure di conservazione. Il galletto (Ophidion rochei) è una specie che vive un po' sotto la sabbia e rientra nella lista IUCN come data deficient, di cui non si sa niente: è criptica dal punto di vista comportamentale, tipicamente difficile da osservare con metodi classici, ma un lavoro recentissimo dimostra che, con l'acustica, attraverso un idrofono, possiamo trovarla dappertutto. Si crea dunque un paradosso: all'apparenza rara, questa specie si presenta invece come ubiquitaria ed estremamente adattabile, è presente in tutti i tipi di habitat e a varie profondità. Infine, lo scorfano (Scorpaena spp), specie che produce un altro suono tipico e dominante dell'ambiente di posidonia".
"A primer on rhythm quantification for fish sounds: a Mediterranean case study", Lara S. Burchardt, Marta Picciulin, Éric Parmentier, Marta Bolgan (The Royal Society publishing)
Forma d'onda, spettrogramma (Hanning, 256, sovrapposizione del 50%) e grafico a barre di campioni acustici rappresentativi di (a) Sciaena umbra, (b) /Kwa/ e (c) Ophidion rochei. Ogni barra corrisponde a un elemento (ad esempio, suono); la larghezza della barra corrisponde alla durata dell'elemento. Notare le diverse scale temporali dei tre pannelli, nonché il grado di variabilità nel numero e nella durata degli elementi tra i taxa; (d) schema che illustra la terminologia adottata.
Cosa è emerso dalla misurazione del ritmo vocale? "La corvina produce suoni di tipo isocrono, come un metronomo, legati al comportamento riproduttivo e al corteggiamento. Il galletto, invece, non mostra alcun andamento temporale, risulta privo di ritmo: le sue emissioni sono aritmiche, casuali nel tempo. Non è stato riscontrato nessun pattern temporale evidente tra suoni. Infine, lo scorfano ha una struttura peculiare che prevede che sia isocrono se il silenzio viene assunto come parte del ritmo stesso: diventa isocrono cioè nel momento in cui alcune battute sono silenziose. Il silenzio risulta fondamentale, è elemento di suono. Altro aspetto interessante: queste considerazioni valgono per gli scorfani di posidonia, perché quelli che colonizzano la roccia non producono suoni. Non si sa perché, possiamo solo provare ad avanzare delle ipotesi: nella posidonia gli scorfani non riescono a vedersi quindi utilizzano i suoni, un problema che invece non riscontrano se si trovano tra le rocce".
Alla corvina è stato dedicato un ulteriore studio (già citato in apertura). "Uno studio in cui ci siamo chiesti se la struttura ritmica della corvina sia sempre la stessa o cambi a seconda degli ambienti in cui questa si trova. Con il primo lavoro avevamo raccolto e analizzato dati relativi a un momento e un luogo precisi, quindi abbiamo esteso la ricerca considerando ecosistemi variabili e raccolto dati in quattro zone diverse del Mediterraneo: la Riserva marina di Miramare a Trieste, che è un'area protetta, e il Parco biotecnologico sottomarino di Creta, in Grecia, area dedicata a monitoraggi scientifici con basso impatto antropico. A Trieste l'ambiente è roccioso e ci sono solo tre specie che producono suoni, a Creta l'ambiente è di posidonia e vi sono ben otto specie diverse che producono suoni. Poi, abbiamo individuato altri due siti con molta presenza antropica: l'area di Maiorca, in Spagna, ambiente di posidonia oceanica e zona molto turistica, e le bocche di porto di Venezia che collegano la laguna con il mare, ambiente roccioso artificiale, fortemente antropizzato. Dunque, abbiamo analizzato i ritmi delle emissioni di corvina scoprendo che la struttura isocrona è trasversale in tutti i siti e nel tempo, anche ad anni di distanza: è un pattern universale, a prescindere dai parametri esterni, intrinseco nella specie. Il secondo punto di interesse riguarda il beat. I suoni sono isocroni nella corvina, ma quale è il numero di eventi per unità di tempo? Abbiamo scoperto che in tre siti su quattro, il beat risultava similare ma nelle bocche di porto della laguna di Venezia era accelerato. Anche in questo caso possiamo formulare delle ipotesi, considerando che ci possono essere diverse variabili. Una è legata al fatto che nell'area delle bocche di porto di Venezia il traffico marittimo è più rilevante rispetto alle altre aree considerate nello studio, potrebbe trattarsi dunque di una compensazione della corvina per contrastare il rumore antropico causato dalle barche, ovvero: se rendo il segnale ridondante, prima o poi si sentirà. Vorrei infine citare un ulteriore lavoro, davvero interessante, condotto da un gruppo di colleghi dell’Università di Lisbona, dedicato al toadfish (il pesce rospo lusitano, ndr): questa specie vive in tane, si muove poco e crea un proprio territorio, da lì i maschi richiamano le femmine per la riproduzione e queste arrivano nelle tane e depongono le uova. In questo caso appare evidente un ruolo sociale: l’importanza della presenza di altri individui sul pattern del ritmo, ovvero tutto dipende dai vicini di tana vocalizzanti. Diverse tipologie di ritmo sono presenti nella stessa specie. Le vocalizzazioni di due maschi vanno in sincrono quando questi sono aggressivi uno con l’altro; al contrario, due maschi diventano asincroni tra di loro quando devono richiamare la femmina e non vogliono che il loro segnale venga coperto da quello dell’altro”.
Che scenari di ricerca aprono questi studi? "Possiamo iniziare a comprendere quanto sia variegato l'elemento ritmo in un contesto comunicativo e quanto il ritmo stesso risponda alle caratteristiche della specie. La comunicazione è complessa, da un lato è qualcosa di intrinseco e, al tempo stesso, risponde a stimoli esterni: è un orologio interno, ma è anche legato al contesto, all'ambiente esterno. E tutto questo vale anche per noi umani. Ci sono diverse letture rispetto a scenari futuri, una è legata alla conservazione e agli impatti antropici sull'ambiente: che modifiche creiamo noi, con il nostro comportamento, sull'ambiente? A tutti i livelli: uno è l'acustico e l'abbiamo visto con il ritmo della corvina. Quando noi forziamo le risposte degli animali, creiamo problemi. Vi è poi un universo di informazioni, veicolate dai ritmi, legato alla ricerca di base, fondamentale per capire il mondo che ci circonda. Infine, scoprendo un mondo incredibile e variegato possiamo anche capire quanto sia fondamentale superare i limiti dell'antropocentrismo".
IL RITMO VOCALE "DEL MARE" IN DUE EPISODI.
Leggi il primo episodio dedicato ai cetacei: I segreti del ritmo vocale dei cetacei