CULTURA

World press photo 2018: il ragazzo tra le fiamme e altre fotografie

"È una foto classica, ma possiede un’energia fortemente dinamica. I colori, il movimento e la forza della composizione trasmettono un’emozione istantanea”. Così Magdalena Herrera, presidente della giuria del World press photo e photo editor di Geo France, ha motivato la scelta. A vincere nel 2018 come foto dell'anno (Spot news) è stato lo scatto Venezuela crisis del fotografo Ronaldo Schemidt (Caracas, 1971) dell'Agence France presse: un ragazzo fugge, avvolto dalle fiamme, durante una manifestazione nel maggio 2017 contro il presidente Nicolás Maduro, a Caracas.

Di grande effetto anche gli altri cinque scatti finalisti: Rohingya crisis di Patrick Brown, Panos Pictures, per Unicef, con i corpi di un gruppo di profughi rohingya morti durante il naufragio della barca su cui viaggiavano per fuggire dalla Birmania, Boko Haram strapped suicide bombs to them. Somehow these teenage girls survived di Adam Ferguson, The New York Times, che ritrae Aisha, 14 anni, a Maiduguri in Nigeria, riuscita a scappare dai miliziani di Boko Haram che l’avevano rapita, Witnessing the immediate aftermath of an attack in the heart of London di Toby Melville, per Reuters, con una donna ferita da un’auto che ha investito i pedoni sul ponte di Westminster a Londra, infine due fotografie di Ivor Prickett, The New York Times, la prima scattata il 15 marzo 2017 dal titolo The battle for Mosul - Lined up for an aid distribution, con gli abitanti di Mosul che fanno la fila per ricevere cibo mentre sono in corso gli scontri per liberare la città dai miliziani del gruppo Stato islamico, la seconda del 12 luglio 2017, dal titolo The battle for Mosul - Young boy is cared for by Iraqi special forces soldiers, mostra un bambino ferito durante gli scontri a Mosul tra l’esercito iracheno e i miliziani del gruppo Stato islamico.

Dal 31 agosto al 30 settembre il Magazzino alle Zattere (Dorsoduro 417, Fondamenta Zattere allo Spirito) ospita questi e altri scatti del World press photo, che da oltre sessant'anni premia le migliori prove di fotogiornalismo a livello internazionale. La mostra arriva per la prima volta a Venezia. Su migliaia di domande di partecipazione inviate alla fondazione di Amsterdam da fotogiornalisti provenienti da tutto il mondo, una giuria indipendente, formata da esperti internazionali, ha valutato e scelto i migliori scatti del 2018, rispondendo in primo luogo ai principi fondamentali di precisione, diversità e trasparenza su cui si fonda il riconoscimento, senza alcuna discriminazione "di età, di genere, di razza o di origine etnica, di religione o di orientamento sessuale", si legge nel sito. Il premio nasce con l'obiettivo di "connettere il mondo alle storie che contano [...], mostrando storie che invitano a fermarsi, sentire, pensare e agire" e propone, ogni anno, una selezione di fotografie che si trasformano in icone del proprio tempo, fotografie, spesso intrise di dolore, che formano la collezione del premio partendo dal 1955: tra le più significative, quella del 1972, vincitrice del premio Pulitzer e scelta appunto come foto dell'anno del World press Photo che, ancora oggi, arriva come un pugno e ritrae la fuga disperata di Phan Thi Kim Phuc e di altri bambini dopo un un bombardamento al napalm durante la guerra del Vietnam (Nick Ut Cong Huynh, Vietnam/Usa, The Associated press).

L’edizione 2018 conta 307 fotografie nominate nelle otto categorie, con una nuova dedicata all’ambiente. La giuria ha selezionato 42 fotografi provenienti da ventidue paesi. Tra i vincitori, anche cinque italiani: Alessio Mamo, secondo nella categoria People - singole, Luca Locatelli, secondo nella categoria Environment - storie, Fausto Podavini, secondo nella categoria Long-term projects, Giulio di Sturco, secondo nella categoria Contemporary issues - singole, e Francesco Pistilli, terzo nella categoria General news - storie. 

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