SOCIETÀ

Lo smog diminuisce? No, aumenta

È attesa per il prossimo 15 giugno a Londra la “relazione speciale su energia e clima” dell’International Energy Agency (Iea) che sull’argomento poco tempo fa ha fornito alcune anticipazioni. Lì per lì, le notizie riprese dai media nazionali e internazionali sembrerebbero far ben sperare. L’economia globale cresce, l’aumento della CO2 si ferma;  Inquinamento. Stop nella crescita dei gas serra nel 2014. Il merito è della Cina; Più crescita e meno smog. Svolta cinese per l’aria pulita. Per la prima volta in 40 anni, alcuni precisano. A leggere i titoli di molti giornali on line pare che possiamo tirare un sospiro di sollievo: le emissioni di gas serra nell’ultimo anno non sono aumentate.

Eppure, qualcosa non torna. E qualche lettore non manca di farlo notare nei forum di discussione: “Mettetevi d’accordo”. Già perché in realtà, stando ai dati del quinto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), la temperatura media è in salita e anche le emissioni di gas serra sono in aumento, a un ritmo doppio rispetto a 10 anni fa, dall’1% annuo fino al 2000 al 2,2% tra il 2000 e il 2010. Tanto che l’Ipcc ha posto come obiettivo quello di ridurre entro il 2050 le emissioni di gas serra dal 40 al 70% rispetto al 2010, per giungere a fine secolo a valori pari allo zero.

Dunque, come stanno realmente le cose? Il lettore che abbia voglia di spingersi oltre titolo e sommario (e soprattutto che abbia la fortuna di capitare nella testata che dà le informazioni corrette) si renderà conto in realtà che non c’è molto di cui stare tranquilli, come del resto già si sapeva. In effetti, stando a quanto dichiarato dalla Iea “i dati preliminari… indicano che le emissioni globali di anidride carbonica che provengono dal settore dell’energia sono in fase di stallo nel 2014, segnando per la prima volta in 40 anni una battuta d’arresto o una riduzione nelle emissioni di gas serra che non è legata a una crisi economica”. E continua “Le emissioni globali di anidride carbonica sono ferme a 32,3 miliardi di tonnellate nel 2014, invariate rispetto all’anno precedente. I dati della Iea suggeriscono che gli sforzi per mitigare i cambiamenti climatici potrebbero avere un effetto più pronunciato sulle emissioni rispetto a quanto si pensava precedentemente”.  

Tommaso Anfodillo, docente all’università di Padova, sostiene che sia facile equivocare (come del resto da qualcuno è stato fatto). Sottolinea infatti che il dato si riferisce unicamente alle emissioni del settore energia e calore, che rappresentano solo una parte delle emissioni totali. Si devono calcolare infatti anche quelle provenienti dai trasporti, dalle abitazioni e dalla deforestazione, solo per fare degli esempi, che nel complesso continuano ad aumentare. Globalmente, pertanto, le emissioni di gas serra non sono in stallo e tanto meno in diminuzione. Ma c’è anche di più. Anfodillo precisa infatti che, anche se le emissioni si stabilizzassero, in atmosfera l’anidride carbonica continuerebbe ad aumentare sebbene a un tasso più basso di quello attuale. Questo perché la capacità di assorbire CO2 da parte degli ecosistemi non compensa le emissioni totali. Per non far aumentare la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera (tenendo conto degli assorbimenti degli oceani e delle terre emerse) sarebbe infatti necessario ridurre di oltre il 50% le attuali emissioni e non solo stabilizzarle.   

Lo stallo nelle emissioni di gas serra (del solo settore dell’energia, dunque), per concludere con le informazioni fornite dalla Iea, sarebbero dovute al cambiamento nei modelli di consumo energetico soprattutto della Cina e dei Paesi Ocse. Nel 2014 la Cina è ricorsa in misura maggiore a fonti rinnovabili, come l’energia solare, eolica ed idroelettrica e meno alla combustione di carbone. E anche nei Paesi Ocse c’è lo sforzo di promuovere una crescita più sostenibile indirizzandosi verso la produzione di energia da fonti rinnovabili.     

Che lo smog fosse in diminuzione, secondo quanto sostenuto da alcuni media, era una notizia a cui sarebbe piaciuto credere, una notizia tuttavia quantomeno “insolita e controcorrente” rispetto a quanto condiviso da tempo dalla comunità scientifica internazionale.

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