SCIENZA E RICERCA
Esposizione al piombo e salute mentale: bambini più a rischio

Gli effetti dell’esposizione al piombo sulla salute umana sono evidenti ormai da anni nel panorama scientifico mondiale. L’Oms lo annovera come una delle 10 sostanze chimiche di maggiore preoccupazione per la salute pubblica, mentre l'Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) stima che, nel 2021, più di 1,5 milioni di decessi a livello globale sono stati causati dall'esposizione al piombo.
Le motivazioni sono chiare: aumento del rischio di pressione alta, problemi cardiovascolari e danni ai reni negli adulti. Ma le conseguenze dell’esposizione al metallo pesante, come è emerso da alcuni recenti studi, sarebbero ben più gravi. Un lavoro condotto da Aaron Reuben, ricercatore in neuropsicologia presso la Duke University, e pubblicato sul Journal of Child Psychology and Psychiatry, ha analizzato l'impatto dell'esposizione al piombo presente nella benzina sulle generazioni di americani nate prima del 1996. La benzina utilizzata per le auto contenente piombo è stata vietata negli Stati Uniti proprio nel 1996, ma i ricercatori affermano che chiunque sia nato prima di allora, e in particolare durante il picco del suo utilizzo negli anni '60 e '70, è stato esposto a livelli preoccupanti di piombo durante l'infanzia. Ma quali sono gli effetti di questo particolare tipo di esposizione nei bambini? Secondo la ricerca, un aumento di problematiche di tipo psichiatrico come depressione, ansia e disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd). Gli scienziati stimano che, negli ultimi 75 anni, circa 151 milioni di casi di disturbi mentali possano essere ricondotti all'esposizione al piombo.
Lo studio confermerebbe quanto già si diceva in un lavoro pubblicato nel 2021 su PNAS. I ricercatori, in questo caso, avevano analizzato una coorte di 1,5 milioni di adulti, fra statunitensi ed europei, e tutti coloro che erano cresciuti in aree con un livello di piombo atmosferico più elevato mostravano tratti psicologici caratteristici, caratterizzati da nevrosi e disturbi d’ansia. La riduzione dell’uso della benzina contenente piombo negli Stati Uniti, in seguito al Clean Air Act del 1970, avrebbe poi coinciso con un miglioramento nei tratti di personalità associati a una maggiore stabilità psicologica. Ma perchè i bambini sono più vulnerabili agli effetti tossici del piombo? E perché proprio il cervello risulterebbe essere uno degli organi più colpiti?
A rispondere alle nostre domande è Fabrizio Bianchi, epidemiologo ambientale e ricercatore presso l’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa: “L’assorbimento del piombo è molto diverso se paragoniamo bambini e adulti: mentre questi ultimi ne assorbono un massimo di 5-10%, se ingerito, i bambini arrivano ad assorbirne fino al 50%.”
La categoria a cui appartiene il piombo è quella dei metalli pesanti, metalli, per l’appunto, estremamente tossici per la salute umana anche a basse concentrazioni. E se un tempo poteva essere ritenuta una soglia sicura quella di 3.5 µg/dL (3.5 microgrammi per decilitro) rilevabile nel sangue e stabilita dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), ad oggi, come spiega Bianchi, non esistono certezze sulle soglie di sicurezza minime, per questo motivo è essenziale prevenire l'esposizione a qualsiasi livello.
"Attraverso il sangue, il circolo sanguigno, poi, il piombo raggiunge tutti gli organi, ma si accumula nei tessuti molli, nelle ossa. Arriva, però, anche al cervello. Ecco che, riguardo a questo organo, i bambini hanno un'altra peculiarità, un'altra caratteristica: la loro barriera ematoencefalica è molto più permeabile rispetto a quella degli adulti. In questo modo, il piombo che viene trasportato attraverso il sangue, riesce a raggiungere molto più facilmente il loro cervello rispetto a quello degli adulti, con effetti neurotossici che potrebbero manifestarsi sotto forma di deficit nell'apprendimento, riduzione del quoziente intellettivo e disturbi comportamentali. Inoltre, se l'esposizione avviene durante la gravidanza o nei primi anni di vita, le conseguenze possono accompagnare l'individuo per tutta la vita” continua il ricercatore.
Diminuzione della proliferazione cellulare e della formazione di nuove sinapsi, alterazione nella neurotrasmissione, interruzione del signaling del calcio, queste alcune delle manifestazioni degli effetti neurotossici del piombo su un sistema sistema nervoso non ancora propriamente sviluppato. Negli ultimi anni, metanalisi e studi sistematici sull'argomento si sono moltiplicati, con l'obiettivo di approfondire il legame tra l'esposizione al piombo e specifici disturbi comportamentali e psicologici. Tra questi, ritroviamo l’Adhd, l'attention deficit and hyperactivity disorder, e cioè il disturbo da attenzione e iperattività.
L’Adhd è uno dei disturbi dello sviluppo neurologico più frequentemente diagnosticati tra i bambini e gli adolescenti ed è caratterizzato principalmente da mancanza di attenzione, impulsività e iperattività. Per quanto riguarda l'eziologia, l'ereditabilità gioca un ruolo considerevole, ma non è l’unico fattore a contribuire allo sviluppo della malattia: anche pesticidi, plastificanti e metalli neurotossici (fra cui il piombo) giocano un ruolo molto importante nell’aumentare la probabilità di sviluppare il disturbo. Ma dove si nasconde il piombo? Quanto è diffuso nella nostra quotidianità? In un articolo de Il Bo Live, avevamo già parlato della sua presenza nelle acque potabili, ma le contaminazioni risultano essere molto maggiori.

Bianchi commenta: “Il metallo è presente anche negli ambienti domestici, in alcune vecchie tubature, vernici o smalti, addirittura l’acqua potabile potrebbe essere contaminata. Anche cibi come cereali, patate e altri vegetali potrebbero contenerne tracce, poiché tendono ad assorbirlo dal suolo. Altri rischi derivano dal fumo di tabacco, poiché la pianta accumula piombo sia dal terreno che dall'atmosfera. Non bisogna dimenticare anche l'inquinamento ambientale causato dall'uso di piombo in pallini da caccia e proiettili, che vengono dispersi nell'ambiente e possono contaminare il suolo, l'acqua e la fauna selvatica.
Oltre all’inquinamento ambientale, un aspetto spesso trascurato è l’esposizione professionale: lavoratori come addetti al recupero batterie, saldatori, vetrai e verniciatori sono particolarmente a rischio. Nonostante la legislazione preveda limiti di sicurezza, questi risultano sei volte più elevati per i lavoratori rispetto alla popolazione generale, esponendoli a un rischio maggiore. Ci sono, poi, alcune regioni del mondo, specialmente paesi più poveri dell'Asia, in cui i bambini che vengono sfruttati per smontare batterie e altri dispositivi, sono ugualmente esposti a molti rischi” conclude Bianchi.
La rilevazione di alti livelli di piombo nel sangue non è sinonimo di malattia, ma restano marcatori di esposizione che dovrebbero spronarci a trovare il modo di ridurre le contaminazioni prima che sia troppo tardi. Affrontare il problema dell’esposizione al metallo pesante, soprattutto nei bambini, è una sfida quotidiana di fondamentale importanza, che coinvolge istituzioni, comunità scientifica e società civile, e riguarda tutti noi. Aumentare la consapevolezza dei rischi e adottare misure preventive può fare la differenza, così come investire nella bonifica delle aree contaminate e nell’implementazione di normative più rigorose.