SOCIETÀ

Clandestini, migranti, profughi

Negli ultimi mesi del 2014 è cambiata la geografia delle migrazioni. Nuove rotte e, purtroppo, nuovi metodi per i trafficanti di vite umane, che ora abbandonano i migranti su barconi alla deriva. I casi più seguiti dai media internazionali sono stati quelli delle navi Ezadeen e Blue Sky M, abbandonate senza equipaggio nel Mediterraneo e arrivate in Puglia dopo essere state soccorse con 360 persone a bordo la prima e 900 la seconda. “Stiamo assistendo all’apertura di una nuova rotta migratoria in cui i trafficanti comprano vecchie navi cargo in partenza dalla Turchia” ha commentato Izabella Cooper, portavoce di Frontex, l’Agenzia europea di controllo delle frontiere. Rotte per le quali vengono chieste tariffe tre volte superiori rispetto a quelle pretese dai trafficanti per partire dal territorio libico. 

A modificare l'approccio degli scafisti, infatti, avrebbe contribuito il fatto che i profughi provenienti dalla Siria sono disposti a pagare prezzi più alti per il viaggio, e per lasciarsi alle spalle l'inferno della guerra civile del loro Paese, rispetto a quelli che partono dalla Libia: tra i 6.000 e gli 8.000 dollari. Il guaio è che, con guadagni simili in gioco, le navi partano senza considerare le condizioni meteorologiche. Non solo. Partiti dai porti greci o turchi, una volta arrivati a distanza di sicurezza dalle coste italiane i trafficanti inseriscono il pilota automatico e abbandonano la nave. E che Dio sia misericordioso.

“Abbiamo cominciato a notare questo tipo di navi cargo cariche di migranti alla fine dell’autunno scorso. In un primo momento credevamo si trattasse di casi isolati, ma ora sembra essere diventata una tendenza. I trafficanti acquistano una nave da carico dismessa, reclutano un equipaggio, riempiono la nave di migranti e quindi la abbandonano in mare dicendo ai passeggeri di chiamare i soccorsi. È un nuovo sviluppo, estremamente pericoloso, soprattutto in condizioni di mare mosso”, dice Ewa Moncure, funzionaria di Frontex. L’agenzia ritiene si tratti di un business molto esteso e l’idea che le navi possano rimanere in mare anche senza equipaggio e con qualsiasi condizione meteorologica, spinge i migranti a partire anche in inverno. I dati di Frontex dicono che in soli due mesi - novembre e dicembre 2014 - sono stati salvati 11.400 migranti nel corso di più di 75 operazioni di soccorso: “Questo livello di traffico non ha precedenti nel periodo invernale e il 2014 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui il traffico di persone via mare è realmente diventato un business di tutte le stagioni”.

Un vero affare, se si calcola che un singolo viaggio può fruttare fino a cinque milioni di dollari, per cui la sfrontatezza dei trafficanti ha raggiunto livelli inimmaginabili fino a pochi mesi fa: “La 'novità' è quella della “pubblicità di imbarchi” con destinazione l’Italia, a costi contenuti, fatta, sfacciatamente, su Facebook, dalle organizzazioni turche che contrabbandano persone, con tanto di recapiti telefonici per avere ulteriori dettagli sulle partenze”, scrive Piero Innocenti su Articolo 21. Con buona pace per chi sosteneva che Mare nostrum fosse la più grande operazione umanitaria di soccorso nel mediterraneo e per questo attirava i migranti.

Il fatto è che con le guerre che infuriano in ampie aree del Medio Oriente e dell’Africa si stima che 5,5 milioni di persone siano state costrette a lasciare le proprie case solo nei primi sei mesi del 2014. Il rapporto Mid-Year Trends 2014 dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) dice che di questi 5,5 milioni, 1.400.000 circa sono fuggiti attraverso i confini internazionali divenendo rifugiati, mentre il resto è sfollato all’interno dei propri Paesi. Tenendo in considerazione la preesistente popolazione di persone in fuga, questo significa un aumento di circa 3,4 milioni di persone rispetto alla fine del 2013.

Non tutti, però, sono costretti a muoversi come clandestini: anche se l'opinione pubblica sembra ignorare questo fatto, gli immigrati entrano nell’Unione Europea principalmente dagli aeroporti internazionali, in modo assolutamente legale. La maggior parte di coloro che attualmente risiedono illegalmente nell’UE, è arrivato con un visto e documenti di viaggio validi, ed è poi è rimasto quando questi sono scaduti. In altre parole, non è arrivato da clandestino, lo è diventato in seguito.

Per quanto riguarda gli ingressi di clandestini, i numeri di Frontex dicono che da gennaio a novembre 2014 sono entrati illegalmente nella UE attraversando il Mediterraneo circa 260.000 persone. Se la rotta più frequentata resta quella del Mediterraneo centrale con 170.000 persone, numeri importanti ci sono anche a oriente con poco meno di 40.000 migranti passati dai Balcani occidentali attraverso il Kossovo, e gli oltre 50.000 arrivati in Grecia dalla Turchia.

Grandi masse di persone che si muovono alla ricerca di una via di scampo dalla guerra, soprattutto: lungo le rotte clandestine non partono più solo i maschi adulti in cerca di fortuna, è diventato importante anche il numero di donne e bambini che si spostano verso l'Europa comunitaria con questi canali.

La fotografia Istat del 2013 dice che nel nostro Paese ci sono oltre 4,3 milioni di stranieri, pari al 7,4 per cento della popolazione: oltre 930.000 provengono dalla Romania,  465.000 dall’Albania e 427.000 dal Marocco; i cinesi sono circa 223.000, gli ucraini 191.000 e 140.000 i filippini. Difficile dare il numero preciso degli immigrati irregolari che vivono in Italia, ma i calcoli della Fondazione Ismu affermano che siamo ai minimi storici: 300.000 presenze, pari al 6% del totale. 

Venti anni fa in Italia era irregolare quasi un immigrato su due; la notevole diminuzione si spiega con i "decreti flussi" che hanno funzionato da sanatorie mascherate, con la sanatoria per colf e badanti nel 2009, i “click days” nel 2011 e il provvedimento di “emersione dal lavoro nero” nel 2012, ma anche e in parte sostanziale con la lunga crisi che ha ridotto al lumicino le possibilità di impiego e le remunerazioni che gli imprenditori offrono, facendo calare drasticamente l'attrattività del nostro Paese.

Una situazione, dunque, che non giustifica in nulla l’allarmismo costante - seppure a bassa intensità - sostenuto dai media, se non riconoscendo come adesso la vera difficoltà nasca dalla incapacità di accogliere e  gestire i profughi che giungono sulle coste italiane sfuggendo guerre e massacri, e che certo non possono essere considerati clandestini.

Donatella Gasperi

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