UNIVERSITÀ E SCUOLA
Diventare avvocato non paga, law school americane in crisi
Per le generazioni di americani formatesi dopo la seconda Guerra mondiale e per i baby-boomers in particolare, la law school ha sempre rappresentato una garanzia di guadagno e di realizzazione lavorativa.
Sebbene negli Stati Uniti la scuola di legge sia un percorso di specializzazione post-laurea di tre anni e sia caratterizzata da ingenti rette d’iscrizione, per lungo tempo ha permesso di accedere a una professione che non lesinava alti stipendi sin dai primi anni di lavoro. Celebrata da Hollywood e avvantaggiata da un sistema amministrativo e giuridico che rende la professione legale assai lucrativa, per anni la strada per il successo di molti americani era proprio quella di essere assunti in uno di quei grandi studi legali che trattano cause milionarie e garantiscono percentuali d’oro ai propri associati.
La law school e la business school erano un riconosciuto ascensore sociale e molti studenti non si facevano remore nel contrarre ingenti debiti pur di pagare l’iscrizione a una di queste due scuole di specializzazione. Ora però uno di questi due ascensori sociali è rotto.
È di pochi giorni fa un articolo del New York Times che denuncia il crollo di domande d’iscrizione alle scuole di legge, passate dalle circa 100.000 del 2004 alle 54.000 del 2012. Si tratta del dato più negativo degli ultimi trent’anni e che si è riflettuto anche sulle immatricolazioni: se negli anni passati i posti disponibili erano stabilmente attorno ai 45.000 all’anno, nel 2012 gli iscritti sono stati meno di 30.000, segnando un ulteriore calo del 38% rispetto all’anno precedente. E delle oltre 200 law school attive, appena quattro hanno registrato un aumento delle domande d’iscrizione. Si tratta di dati che hanno aperto un acceso dibattito sul futuro della professione e delle scuole , coinvolgendo docenti, studenti e avvocati.
Le ragioni della crisi vanno attribuite agli ingenti debiti che gli studenti normalmente sottoscrivono per pagare le rette e nella difficoltà nel trovare lavori che possano garantire un’adeguata remunerazione e una rapida estinzione del debito. Secondo uno studio dell’American Bar Association, nel 2001 la retta media annuale di una law school privata era di 23.000 dollari, mentre nel 2012 era salita a 40.500 dollari (per una scuola di legge pubblica le cifre sono rispettivamente di 8.500 e 23.600 dollari). Considerando che oltre il 90% degli studenti finanzia i propri studi attraverso le formule di prestito a tasso fisso offerte dalle università, non va dimenticato come il debito medio per un neo-avvocato fosse di 70.000 dollari nel 2001 e di oltre 125.000 dollari appena dieci anni dopo. Le cifre aumentano poi notevolmente se si considerano gli istituti più prestigiosi. Un anno alla scuola di legge della New York University può infatti costare oltre 80.000 dollari, se si includono anche i costi di vitto e alloggio.
Come prima conseguenza del calo delle domande d’iscrizione, le law school stanno pensando di ridurre costi e personale. E hanno abbassato i criteri di selezione, accettando studenti che in precedenza mai avrebbero ammesso a frequentare i corsi.
Alcuni atenei, come la University of Illinois, hanno anche annunciato un abbassamento delle rette, ma è opinione comune che nei prossimi anni alcune scuole di legge dovranno chiudere. C’è infatti una riduzione nella richiesta di professionisti legali, specie per quel che riguarda il livello medio-basso, dove molti dei lavori che un tempo venivano svolti da avvocati ora sono affidati a persone meno qualificate.
Il calo della domanda di avvocati non è però uguale dappertutto, non si tratta di un semplice eccesso d’offerta e di una riduzione generalizzata della domanda: c’è infatti tuttora molta richiesta per gli avvocati d’affari e per gli esperti di diritto societario e internazionale. Si è anche osservato come gli studenti prediligano quelle scuole che garantiscono una sorta di praticantato durante il terzo anno di studi. È il caso della Northeastern Law School di Boston, tra quelle che hanno registrato il minor calo di domande d’iscrizione.
La “crisi” delle law school è comunque un unicum nel panorama delle scuole di specializzazione americane: le applications alle scuole di medicina sono in costante crescita e quelle alle business school sono stabili da parecchi anni. Con una particolarità: negli ultimi dieci anni le domande d’iscrizione alle business school da parte di studenti stranieri sono aumentate del 13% e rappresentano ormai un importante bacino d’utenza per le scuole stesse. Una situazione della quale, purtroppo, non possono beneficiare le scuole di legge perché sono sempre stati pochi i giovani stranieri interessati al sistema legale statunitense.
Marco Morini