CULTURA

Lavori da donne

Lontano dalle industrie, dagli uffici, dalle rivendicazioni sindacali, dalle pari opportunità, dalla conciliazione tra tempo privato e professionale. Piccola rassegna di lavori tipicamente femminili, in tempi e luoghi in cui il lavoro salariato non esiste. Perché il lavoro femminile non è cominciato nelle fabbriche.

Il telaio

Tessere e filare sono sempre stati considerati un'occupazione tipicamente femminile, da svolgere in casa, magari affacciate alla finestra a guardare il mondo esterno da recluse. Ma molto più frequentemente si trattava del secondo o terzo lavoro, dopo la fatica nei campi o la cura della casa e della famiglia. Stava alle donne cardare la lana o lavorare la canapa, e passare ore al telaio a creare tessuti per la festa e per il lavoro. Senza il lavoro delle donne non ci sono coperte su cui dormire e vestiti per stare caldi, né tende alle finestre, stracci per pulire o broccati da sfoggiare.

HaDong Hanoi. Foto: Piter HaSon / Shutterstock.com

La casa

Tra i Basotho, gli Himba e in molte altre tribù africane costruire la casa è compito esclusivo della donna, che si tratti di una capanna in fango e rami o di una struttura più robusta. È lei a procurare tutto il materiale e a occuparsi della costruzione, ed è sempre lei a pensare alla decorazione, dipingendo le mura con colori sgargianti, spesso una rappresentazione simbolica della vita del villaggio o della famiglia, legata magari alle credenze della tribù o al culto degli antenati. E a volte la casa va ristrutturata o rinnovata in occasione dei riti di passaggio (degli uomini). Senza la progettualità delle donne non c'è un tetto sopra la testa.

Villaggio Basotho, Qwa Nationalpark. Foto: LAIF/contrasto

La cucina

In qualsiasi parte del mondo spetta alle donne la cura (letterale) del focolare, e la produzione di piatti, pentole, vasellame in terracotta. A loro tocca macinare il grano per farne farina, impastare il pane, conservare il cibo, preparare le bevande, raccogliere spezie e altri aromi, cucinare. E molto spesso mangiare per ultime. Per non parlare della raccolta, o del taglio, del combustibile per la cucina: legna, arbusti, carbone, sterco essiccato... che spesso occorre procurare assai distante. Senza la cura delle donne non si pranza.

Sar, Jodhpur, India. Foto: Kailash K Soni / Shutterstock.com

I campi e gli animali

La cultura contadina non prevede sconti, e il duro lavoro nei campi spetta a tutti. Preparazione dei semi, trebbiatura, molitura passano spesso per le mani delle donne. E alle donne spettano solitamente anche la pastorizia, la mungitura e la cura degli animali, portandosi magari i figli aggrappati alla schiena. Tra gli aborigeni australiani, mentre gli uomini sono via per la caccia grossa, le donne raccolgono frutta e verdura, pescano e cacciano piccoli mammiferi, per il sostentamento della loro famiglia, dai bambini agli anziani. Cacciano in gruppo, come gli uomini. Senza la fatica quotidiana delle donne la dispensa resta vuota.

Dho Tarap Village, Dolpo district, Nepal. Foto: Zzvet / Shutterstock.com

L’acqua

Ma prima di tutto le donne sono portatrici d'acqua. Sono loro a tirare l'acqua dal pozzo, ma molto spesso ogni mattina fanno chilometri per portare a casa tra i quaranta e i sessanta litri d'acqua per la loro famiglia. La trasportano in recipienti pesanti sopra la testa, e ne ricavano malattie croniche per lo sforzo. Le ore della loro giornata se ne vanno in cammino o in fila davanti ai pozzi, e non resta loro tempo per molto altro, men che meno un'educazione o un lavoro pagato che dia indipendenza economica. Sempre più spesso i programmi per la gestione e la preservazione delle risorse idriche si rivolgono alle donne, vere custodi della risorsa più preziosa. In tutto il mondo, senza una donna non c'è acqua da bere. Semplicemente, non si vive.

Cristina Gottardi

Bharatpur, Rajasthan, India. Foto: Bernard Castelein/Nature Picture Library/contrasto

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