SCIENZA E RICERCA

Locuste, un software sfida la piaga biblica

Uno sciame può coprire anche centinaia di chilometri quadrati. Dall’antico Egitto a oggi, un'invasione di locuste rappresenta un vero e proprio disastro naturale, con migrazioni su lunghe distanze e gravi conseguenze in termini di fame e carestie. Ogni locusta vive tra i 3 e i 5 mesi e può mangiare, ogni giorno, una quantità di vegetali pari al proprio peso. Un solo sciame (con numeri che vanno dai 40 agli 80 milioni di insetti per chilometro quadrato) può causare danni ingenti all’agricoltura e mette in pericolo la sussistenza di un decimo della popolazione mondiale.

Locust Watch, il programma della Fao, agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha il compito di monitorare e prevedere proprio gli spostamenti delle locuste, sfruttando applicazioni realizzate in esclusiva per il progetto. L’ultimo bollettino, del 10 gennaio 2014, fa riferimento a una “situazione preoccupante, in particolare, su entrambi i lati del Mar Rosso”, con pericoli in vista, conseguenti alla generazione di nuovi sciami, “in Yemen, Eritrea, Arabia Saudita e, in misura minore, in Sudan”. Locust Watch agisce su più fronti: dall’analisi dei dati alla previsione sugli spostamenti fino alla creazione e all’invio di bollettini d’allerta ai Paesi in pericolo.

“Nei periodi di quiete – si legge nella pagina dedicata al progetto – le locuste del deserto sono presenti soprattutto nelle zone aride e semi-aride di Africa, Vicino Oriente e Sud-est asiatico che ricevono meno di 200 millimetri di pioggia all’anno: un’area di circa 16 milioni di chilometri quadrati che comprende 30 Paesi. Durante le piaghe, le locuste possono arrivare a coprire 29 milioni di chilometri quadrati e colonizzare una sessantina di Paesi” (nel 2013, la Fao si è trovata a dover fronteggiare l’invasione devastante del Madagascar).

Agli operatori Fao impegnati sul campo vengono assegnati 400 tablet rugged (modelli estremamente resistenti da utilizzare in condizioni estreme) provvisti dell’applicazione eLocust3, grazie alla quale l’operatore, mentre si trova nel deserto, può indicare la posizione e fornire altre informazioni sulla presenza delle locuste trasmettendo dati attraverso un modulo satellitare bluetooth.

A quest’applicazione ora se ne è aggiunta una seconda, più complessa: eLocust3D, realizzata da Trilogis, azienda trentina specializzata nella realizzazione di soluzioni d’avanguardia nel settore dei sistemi operativi spazio-temporali, che ha deciso di donarla alla Fao. “Per capirci, si tratta di una sorta di Google Earth, – spiega Nicola Dorigatti, senior engineer di Trilogis, tra i creatori del software - Le aree da coprire sono illimitate e la visualizzazione del mondo è in tre dimensioni, con i profili del terreno, le montagne e uno sfondo personalizzato che può essere l’immagine satellitare della zona oppure un’immagine con dettagli su strade, corsi d’acqua, curve di livello e, soprattutto, dati sulla vegetazione, la posizione delle locuste e le condizioni meteo”. E continua: “Questi ultimi dati vengono creati dalla Fao in formato standard, quindi gli operatori utilizzano una piccola applicazione desktop, realizzata da noi, per generare i dati offline che, una volta caricati sul tablet, rendono possibile la visualizzazione del mondo anche nel deserto, dove la connessione internet non c’è. Il nostro software si basa su un progetto Nasa, gli altri attori coinvolti sono l’Istituto Iri della Columbia University (International research institute for climate and society) e Panasonic, il partner tecnologico”.

Non si punta alla cura, ma alla prevenzione. “Il software non può risolvere il problema – conclude Dorigatti - ma può fornire agli operatori uno strumento sofisticato per comprendere, stimare ed eventualmente individuare le zone a rischio, quelle che potrebbero potenzialmente essere attaccate dalle locuste”. Per controllare visivamente la conformazione del terreno, lo stato della vegetazione e la posizione degli sciami. Il software, già a disposizione della Fao, entrerà in funzione a pieno regime entro maggio 2014, combinandosi con il suo “progenitore” eLocust3.

Francesca Boccaletto

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