UNIVERSITÀ E SCUOLA

Scuola, il concorso non premia i giovani: avanti i “vecchietti”

Che cosa può accomunare un “giovane” precario a un uomo che ha superato i 55 anni? Molte cose, se si parla del mondo della scuola e del precariato degli insegnanti. Ancora di più se le due persone sono interessate dal bando di concorso per l’assunzione di 11.452 insegnanti nel biennio 2013-2014. Dopo 13 anni di assenza, è stato il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo a far ripartire la macchina concorsuale per le scuole. Il terremoto, tra polemiche, ritardi e modifiche del bando di gara, si è fatto sentire, ma le prime scadenze sono vicine. Il 23 novembre, infatti, il ministero notificherà alla ingente mole di participanti - sono 321.210 le domande pervenute - il giorno, gli orari e i luoghi scelti per partecipare alla prima prova di selezione. Si tratta del temuto quiz on line: cinquanta domande a risposta multipla, generate in modo casuale da un sistema elettronico tra quesiti di logica, cultura generale e comprensione del testo, il cui compito sarà quello di scremare la mole di candidati in vista della prova scritta e dell’eventuale orale. Il tutto espletato con molta probabilità nella settimana antecedente a Natale. 

Tralasciando i problemi di tipo logistico come la mancanza di postazioni informatiche che imporranno una sorta di turnazione dei candidati per effettuare il test, il bando ha sortito gli effetti desiderati per il numero di partecipanti. Oltre 321.000 persone interessate a un posto fisso nella scuola pubblica sono cifre importanti, non del tutto in linea con quanto si aspettava il ministero, che aveva previsto circa 200.000 partecipanti. Ma il dato più disatteso, in realtà, è quello dell’età media dei futuri docenti. Il bando era stato pubblicizzato da Profumo come la panacea al male profondo della scuola italiana: la vecchiaia dei suoi insegnanti.

Largo ai giovani, quindi. Tanto che la schiera dei precari, quelli storici, della scuola aveva accolto in modo indignato il nuovo bando. Il timore era quello di vedersi scavalcati da una frotta di “ragazzini” neolaureati, pronti a ringiovanire le cattedre di tutta Italia. Si era arrivati addirittura a parlare di una guerra generazionale, che non c’è stata. Il timore era evidentemente mal riposto e i mal di pancia si sono placati con l’uscita del bando che fissava le regole di partecipazione. Sono i dati del Miur a parlare: l’età media dei candidati è di 38,4 anni (40 per gli uomini), mentre 158.879 persone hanno un’età compresa tra i 36 e i 45 anni. Poco meno di 114.000 sono minori di 35 anni e 45.595 hanno un’età compresa tra i 46 e i 55 anni. Rimane poi una quota di 2.812 partecipanti che superano i 55 anni. Vero che l’età media dei candidati è minore rispetto a quella degli insegnanti oggi in attività, ma chi si aspettava di vedere dei veri giovani al concorso sarà rimasto di sicuro deluso. 

La ripartizione delle domande nelle regioni segue il classico schema secondo cui è il meridione a spendersi di più per la scuola. La regione con il record di domande è la Campania (56.773), seguita dalla Sicilia (45.773). In totale al Sud parteciperanno 164.827 candidati, al Nord 93.963 e al Centro 62.420. Omogenea infine la distribuzione tra i vari ordini di scuola (dell’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado). 

I “giovani” che supereranno lo sbarramento del “quizzone” accederanno poi alle prove finali previste per febbraio 2013. Nel frattempo, il Miur è al lavoro per confezionare il nuovo bando di concorso previsto per primavera con altri 5.000 posti a cattedra disponibili.

Mattia Sopelsa

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